La bici nell'epoca della riproducibilità tecnica torna opera d'arte. Con le macchie di ruggine, con il ferro, la gomma, i legacci. Materiali poveri ma densi contenitori di significato ed emozioni. Lavora con le mani, ma all'interno di una "visione filosofica", Francesco Cozzani, meccanico di biciclette di Mantova, che soffia la vita su vecchi telai polverosi e abbandonati recuperati in garage e cantine.
Francesco trasforma le due ruote in oggetti di design. Le sue ristrutturazioni sono "archeologiche", ovvero restauro conservativo, ma con un pizzico, fondamentale, di fantasia per rendere il velocipede un pezzo unico.
Tutto è iniziato in piena crisi. Correva l'anno 2009, quando i giganti della finanza si sgretolavano e Francesco chiuse quella ...