Ville con piscina, seconde case costruite in riva al mare, in un’area protetta o in zone a rischio idrogeologico, desolanti scheletri in cemento mai terminati. Sono il risultato dell’abusivismo edilizio, un fenomeno illegale consolidato e diffuso in Italia, anche grazie all’inerzia delle istituzioni preposte a contrastarlo, agli interessi della criminalità organizzata e a una carente programmazione urbanistica. Senza contare la politica dei condoni che alimenta una nuova colata di cemento fuorilegge.
Secondo il Cresme, nella Penisola, solo nel 2011, l’industria del mattone illegale ha realizzato quasi 26mila abusi, tra nuove case o grandi ristrutturazioni: una cifra che rappresenta il 13,4 per cento del totale delle nuove costruzioni. ...