Potremmo chiamarla la “legge della febbre”. Quella coincidenza sconcertante tra la temperatura del bambino che s'innalza e i venerdì sera, o la vigilia di partenze programmate, o quando i pediatri non sono più reperibili per almeno un paio di giorni. Inizia così il faticoso tour de force tra antipiretici e termometri, in attesa di far visitare il piccolo e capire se si tratti di forme batteriche o virali. Solitamente, al perdurare della febbre oltre i 2-3 giorni, diventa tappa obbligata una terapia antibiotica. Ma è davvero l'unica strada?
Francesca G., 41 anni, mamma di due bambini, racconta un'esperienza diversa. “I miei figli, di dieci e cinque anni, ...