Premio “Donna dell’anno” per l’inventrice del frigo sostenibile
Emily Cummins ha 22 anni, vive nello Yorkshire ed è inventrice fin da quando, all’età di 4 anni, suo nonno le ha messo in mano un martello e le ha insegnato a usarlo.
Dopo aver vinto il National Design Sustainability Award nel 2004 grazie a un trasportatore per acqua, Emily ha incominciato a interessarsi a tematiche legate alla sostenibilità, iniziando un progetto che l’ha portata alla costruzione di un prototipo per un frigo sostenibile.
Il frigo per il momento è di piccole dimensioni, e consta di due cilindri uno dentro l’altro: quello più esterno è di legno o plastica e ha dei piccoli fori per il drenaggio, mentre quello interno è di metallo e garantisce che ciò che in esso è contenuto rimanga asciutto. Nell’intercapedine è posto un materiale in grado di trattenere dell’acqua (sabbia, terra o lana), che evapora nel momento in cui il frigo è situato in un ambiente caldo – tipicamente sotto la luce diretta del sole. E’ la luce solare ad alimentarlo, infatti, e nessuna altra forma di energia.
Pertanto, la mistura di acqua e materiale continua a essere a contatto con il cilindro più interno e, nel frattempo, il calore viene ceduto sotto forma di energia durante il processo di evaporazione dell’acqua; il trasferimento di calore ovviamente fa sì che il cilindro più interno si raffreddi fino a una temperatura di circa 6°C – rendendolo così un ambiente adatto per la conservazione di beni deperibili. E’ infatti sufficiente riempire nuovamente l’intercapedine d’acqua perché il processo di evaporazione – raffreddamento si ripeta e la temperatura dentro il cilindro più interno resti all’incirca costante.
Grazie a una borsa di studio che le ha permesso di trascorrere alcuni mesi in Namibia, a contatto quindi con persone per cui la refrigerazione è un problema vitale – si pensi innanzitutto alla conservazione dei farmaci – Emily ha potuto mettere alla prova il prototipo, che ha poi ceduto gratuitamente alle popolazioni locali. E’ poi tornata in Inghilterra e si è messa al lavoro pensando a una produzione più in larga scala.
Con le sue stesse parole, “le persone [che ne hanno la disponibilità] continueranno a usare oggetti lussuosi che rendono le loro vite più facili; devono essere i progettisti a impegnarsi per inventare prodotti che, pur soddisfacendo i bisogni della gente, non nuociano all’ambiente.”
Forse anche per questa sua visione e per la sua generosità Emily ha vinto il Premio Barclays Donna dell’Anno, assegnato a “donne eccezionali e altruistiche che con determinazione e lungimiranza hanno cambiato la vita di molti”.
Con la speranza che Emily Cummins divenga un apprezzato esempio di come il pensiero “laterale” può migliorare l’ambiente e le nostre vite, pubblichiamo qui di seguito un breve video della cerimonia di premiazione, avvenuta lunedì 12 ottobre.
Eva Filoramo