Prove di futuro all’Expo di Shanghai
É stata un’inaugurazione faraonica quella dell’Expo di Shanghai 2010, il cui slogan “Better City, Better Life” inneggia all’eco-sostenibilità. La cerimonia di apertura, la più grande manifestazione multimediale all’aperto, si è svolta venerdì 30 aprile con un susseguirsi di fuochi d’artificio, luci, laser, grafica con Led, fontane, imbarcazioni e musica. La kermesse, durata mezz’ora, si è svolta lungo i 3,4 chilometri del fiume Huangpu nella Shanghai centrale e ha visto l’esibizione di circa 2300 artisti, tra cui il tenore italiano Andrea Bocelli, la star del cinema cinese Jackie Chan, la cantante giapponese Shinji Tanimura e il pianista Lang Lang.
In serata, invece, il fiume che attraversa la metropoli si è trasformato in un teatro popolato da fontane d’acqua danzanti e giochi di luce che hanno accolto una parata di piccole imbarcazioni pronte a raffigurare le nazioni e le regioni presenti all’Expo. In tutto, sono stati spesi 58 miliardi di dollari per trasformare la metropoli in una città pronta ad accogliere un evento di tale portata.
Per la Cina, l’Expo rappresenta un’occasione per favorire l’integrazione e lo scambio di idee per costruire un “futuro migliore”; un momento per rilanciare non solo i rapporti economici ma anche per rafforzare i legami politici e culturali tra i vari partecipanti. La manifestazione, incentrata – nelle intenzioni – sul rispetto per l’ambiente, ha infatti come scopo quello di raccogliere progetti innovativi capaci di rendere la dimensione urbana migliore per chi vi abita e più rispettosa dell’ecosistema in cui è inserita.
Proprio per questo il padiglione di 5,3 chilometri quadrati è stato costruito dalla Cina con materiali interamente riciclabili, alimentato ad energia solare, e gli spostamenti interni alla struttura sono stati organizzati con veicoli elettrici. Anche i volantini informativi, i menù e gli altri accessori di carta che verranno distribuiti durante l’evento sono realizzati con materiali riciclabili. Anche la costruzione degli altri padiglioni è avventua in buona parte attraverso materiali riciclati.
All’Expo hanno aderito 189 Paesi, 57 organizzazioni internazionali e persino 22 nazioni che ancora non hanno rapporti diplomatici con la Repubblica Popolare. Molti Paesi africani, che raramente in passato hanno aderito a manifestazioni di questo tipo, hanno scelto di essere presenti a Shanghai. E il Governo cinese ha stimato un’affluenza complessiva di 70 milioni di visitatori.
Per quanto riguarda il Padiglione italiano, il concept sviluppato è stato “La Città dell’Uomo – l’arte di vivere all’Italiana“. Un mix tra tecnologia avanzata e design, sapienza artigianale, cultura del cibo e del territorio, arte e scienza, storia e futuro. Il risultato è un padiglione di 3000 metri quadrati, allestito dall’architetto Giampaolo Imbrighi, con l’aiuto dello scenografo teatrale e cinematografico Giancarlo Basili. «Il nostro Padiglione – ha sottolineato Beniamino Quintieri, commissario generale del governo per l’Expo di Shanghai 2010 – sarà un modello su scala ridotta degli aspetti più significativi e qualificanti del nostro modo di fare città, proposti in chiave interpretativa contemporanea, sintesi tra la nostra cultura millenaria e i progressi della scienza e della tecnologia».
Una “Città dell’Uomo” quindi dove i concetti di qualità della vita saranno modulati attraverso l’ingegneria e l’urbanistica sostenibile, le infrastrutture ecologiche, l’architettura, il restauro e i progetti di welfare sociale; ma anche attraverso alcune punte di eccellenza nostrane come la cura del corpo, la moda, il cibo e la cultura, simboli del Made in Italy, ma soprattutto dell’Italian Style of Life.
I propositi sono ottimi, purchè tutto questo sfoggio di tecnologie venga poi applicato alla vita quotidiana.
Benedetta Musso