Italia e Olanda: un confronto in rosa al Green Champions Day
“Il futuro o è sostenibile o non ci sarà affatto”. A parlare è Antje (piccola Anna, in olandese) Melissen, la piccola-grande donna che ha fondato The art of doing business , l’agenzia nata nei Paesi Bassi per “stimolare i rapporti tra Roma e Amsterdam”, che ha dato vita, a sua volta, al Green Champions Day.
Una giornata di lavoro, quella che si è svolta ieri presso le Scuderie Ruspoli e Ruccellai della capitale, organizzata dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, l’Ambasciata d’Olanda a Roma e la Fao, nell’ambito della missione commerciale olandese per l’imprenditoria femminile.
Agricoltura, moda, design, tecnologie ambientali ed energetiche su cui l’esperienza imprenditoriale italo-olandese ha dimostrato come sia concretamente possibile, insieme, fare business in modo sostenibile e produrre innovazione.
Prodotti chimici derivati dall’agricoltura, “farina di roccia” a zero emissioni per fertilizzare in modo naturale i terreni, borse di design in materiale riciclato, sistemi innovativi per il riciclo dei rifiuti in plastica, progetti per eco-trasporti e mini-metro. L’eco-imprenditoria italiana e olandese, quasi tutta al femminile, ha presentato i propri prodotti di punta dimostrando come si possa coniugare ambiente e business.
Tra gli italiani, c’è Catia Bastioli, amministratore delegato di Novamont, leader mondiale per lo sviluppo di prodotti in bioplastica. C’è Massimo Ciuffini, architetto milanese che ha progettato il minimetrò verde di Perugia (“un sistema a fune che, se non può andare oltre una certa portata, ha un’elevatissima customer satisfaction, proprio per la frequenza con cui passa”). C’è Roberto Sarcinelli, a capo della Montello spa di Bergamo che, grazie agli impianti innovativi dedicati al riciclo degli imballaggi in plastica post-consumo e a quelli per rifiuti di matrice organica, ha ricevuto, lo scorso anno, il primo premio per lo sviluppo sostenibile. Ma era presente anche la casa di moda Fendi, che recentemente ha presentato la linea di borse eco-chic create da Ilaria Fendi utilizzando materiali di riciclo e di riuso.
Tra gli olandesi, molte le donne manager di società attive in numerosi settori: da quello ingegneristico a quello immobiliare, da quello della comunicazione multimediale a quello dell’industria culturale e dello sviluppo sostenibile.
Taglio originale e insolito – almeno per lo stile tipicamente italiano – anche per la giornata di lavoro: molta concretezza e scambio di esperienze da parte delle 23 aziende presenti, prevalentemente a guida femminile. Un primo passo “operativo”, senza troppi fronzoli, verso una futura collaborazione nel segno della sostenibilità.
“Ho vissuto per dodici anni a Roma”, spiega Antje Melissen, “e apprezzo da sempre una qualità che è, per eccellenza, tutta italiana: la creatività. Per questa ragione”, continua, “il mio impegno è far sì che ogni olandese (e ogni italiano!) la conosca e l’apprezzi”, superando la difficoltà – emersa nella fase organizzativa della missione – di far emergere esperienze, storie, buone pratiche, tutte sconosciute alla gran parte dei cittadini.
Da quello che Melissen definisce, in un italiano ricercato, “un concetto mentale fondamentale per realizzare i propri sogni”, la creatività per l’appunto, nasce la volontà di sviluppare un “rapporto stimolante”. Ma Come?
Sia l’Italia che l’Olanda potrebbero beneficiare reciprocamente dell’esperienza maturata nei diversi settori. Ad esempio: noi italiani dovremmo attingere alla ricerca olandese sulle energie rinnovabili mentre loro potrebbero avvantaggiarsi del nostro avanzamento nel settore del riciclo dei rifiuti.
Italia e Olanda sono già partner commerciali: nel 2007, noi eravamo al quinto posto come destinazione delle esportazioni olandesi, per un totale di 17,2 miliardi di euro; mentre l’export italiano in Olanda ammontava, a 7,7 miliardi di euro, rappresentando dunque il settimo Paese per importanza.
In Italia, le imprese guidate da donne sono circa un milione e mezzo, il 23,5 per cento del totale (una su quattro), e molte sono attive nel settore high tech. Le imprese femminili sono in crescita ovunque, nonostante la crisi, e sono presenti soprattutto nel sud e nelle isole (36,6 per cento). Lombardia e Campania sono le Regioni a più alto tasso di imprese “in rosa”, mentre negli ultimi 5 anni l’aumento maggiore di imprenditrici si è registrata nel Molise e nella Basilicata.
“Oggi, tutte le imprese qui riunite”, ha detto Raimondo Orsini, Direttore della Fondazione per lo Sviluppo Sostenbile di Edo Ronchi, “dimostrano come si possa cambiare il mondo e avviarsi verso una società più sostenibile grazie all’economia e al mondo imprenditoriale, soprattutto quello femminile che ha saputo raccogliere la sfida dello sviluppo sostenibile e dell’innovazione”.
Ilaria Donatio