Andate in bici e capirete il paesaggio. Intervista a Luigi Fassi
Con l’intervista di Elena Marcon a Luigi Fassi, critico d’arte e curatore, Direttore Artistico dell’Arge Kunst Museum di Bolzano, prosegue la nostra rubrica V.I.P – Very Important Planet, per testare la sensiblità ambientale dei personaggi noti del mondo dello spettacolo, del cinema, dell’arte, della musica e il loro rapporto con la cittò in cui vivono o lavorano.
D) Luigi, qual è secondo te l’urgenza prioritaria per l’ambiente (rifiuti, risorse idriche, fabbisogno energetico, emissioni CO2, ecc.)?
R) L’urgenza fondamentale credo sia, senza dubbio, la necessità di ridurre la combustione di benzine e gasoli per auto. Nelle città italiane, la situazione è insostenibile. Non si risolve il problema semplicemente costruendo metropolitane. Occorre fare come i tedeschi, gli olandesi, gli svizzeri: andare in bici. E considerato che abbiamo uno climi più miti e soleggiati d’Europa, non ci sono davvero scuse. Ad Amsterdam o a Zurigo si va regolarmente in bici sotto la pioggia, adulti e bambini. Perché non possiamo farlo anche noi?
D) Che importanza dai nella tua vita privata e nel lavoro alle problematiche ambientali?
R) Mi preoccupa appunto l’uso eccessivo dell’auto. Personalmente, pur avendo la patente, non uso mai l’auto e mi servo di treni e aerei per le lunghe distanze e solo di bici nelle città. Girare in bici in città è un modo straordinario per mutare il proprio punto di vista sugli spazi e farlo in città diverse aiuta anche a cogliere al volo le diversità culturali dei luoghi in cui ci si trova: cambiano l’estensione delle piste ciclabili a disposizione, le abitudini di guida, le velocità e si ha un senso immediato del contesto sociale attraverso la prospettiva inusuale delle due ruote.
D) Quali sono le iniziative più interessanti di tutela dell’ambiente/riduzione dell’inquinamento che ricordi della città in cui vivi o lavori?
R) A Bolzano, la città in cui trascorro la maggior parte del mio tempo, vi è un altissimo uso di biciclette. In generale tutto il Sud Tirolo, è attraversato da lunghe piste ciclabili che collegano tra loro paesi e cittadine. E’ anche molto frequente l’uso di biciclette ibride, a spinta integrata, meccanica ed elettrica, prodotte nella provincia. Se serve a evitare l’uso di scooter e motorini, può essere un’ottima soluzione, per quanto non sia a impatto zero, necessitando di ricarica elettrica.
D) Nel tuo lavoro ti sei mai occupato o hai promosso eventi legati ai temi ambientali (es. green art, land art, bio-art ecc)? Pensi che possa essere utile farlo?
R) Si, ho lavorato in alcuni casi con artisti che si occupano di sensibilizzare riguardo a temi ambientali, per quanto non in maniera specifica. In generale negli ultimi anni, nell’ambito dell’arte contemporanea per curatori e artisti è diventata quasi una moda occuparsi di questi temi. Si tratta di vedere, nei prossimi anni, se tale concentrazione di attenzioni e interessi avrà degli esiti significativi in termini di impatto sul senso comune, sulla mutazione delle nostre abitudini e sull’uso responsabile dello spazio pubblico.
D) Qual è l’artista più “green” che conosci?
R) Tue Greenfort, (nomen omen, N.d.R.), un artista danese il cui lavoro è tutto incentrato sulla realizzazione di progetti che focalizzano l’insostenibilità dei consumi energetici. Alla Biennale di Sharjah, torrida città degli Emirati Arabi Uniti, nel 2007, Greenfort ha alzato di due gradi la temperatura delle sale espositive dello Sharjah Art Museum, una delle sedi della mostra, in modo da ridurre il lavoro degli impianti di climatizzazione e la quantità delle loro emissioni. Con il denaro ricavato dal risparmio energetico l’artista ha acquistato una porzione di foresta pluviale in Ecuador.
Elena Marcon