Valerio Berruti: ritorno ad Alba, tra Terra e Luna
Valerio Berruti è nato ad Alba, in Piemonte, nel 1977. Laureato in critica d’arte al D.A.M.S. di Torino, nel 2005 viene selezionato dall’International Studio and Curatorial Program di New York, nel 2006 realizza l’installazione “Se ci fosse la luna” per Palazzo Bricherasio a Torino, che presenta l’anno successivo sulla facciata di Palazzo Re Enzo a Bologna. Poi mostre alla Keumsan Gallery di Seul e la collettiva “Detour” al Centre Pompidou di Parigi. Nel 2009 è il più giovane artista del Padiglione Italia della 53°Biennale di Venezia con la video-animazione “La figlia di Isacco”, colonna sonora di Paolo Conte. Ancora musica di livello mondiale nel 2011 con la partecipazione di Ryuichi Sakamoto per la personale “Kizuna” al Pola Museum di Tokyo. La sua prossima esposizione sarà un “ritorno alle origini”, in occasione dell’88°Fiera Internazionale del Tartufo di Alba, con tema “Tra terra e luna“…
D) Valerio le tue opere si possono ammirare nei cinque continenti, hai fatto il giro del mondo artistico, ma hai uno stretto legame con Alba, con il tuo territorio, e quest’anno sarai presente con le tue opere alla Fiera del Tartufo…
R) Si, con una mostra che riguarda il backstage di un cartone animato che sto realizzando, ci saranno dei fotogrammi, una giostra per l’animazione e si racconta la storia dell’animazione senza vedere l’animazione. Il tema è intimista e tocca le relazioni tra le persone…
D) Ho visto il video “Dove il cielo s’attacca alla collina“, l’opera d’arte che hai realizzato alla Cantina Ceretto “Bricco Rocche” a Castiglione Falletto. In quel caso hai inserito delle figure che rappresentano un ostacolo alla vista del panorama e costringono il visitatore ad ammirare la natura da un’altra prospettiva.,,
R) Si tratta di un intervento site-specific, che è pensato e si inserisce in quel determinato luogo ed è fatto in modo che lo spettatore possa inquadrare il paesaggio. Si vuole aprire al dialogo con la natura. Uno sguardo mediato per riprendersi la natura e una consapevolezza che a volte perdiamo. Diamo per scontate troppe cose…
D) Quanto il valore ambientale ha influenzato la tua produzione artistica?
R) Posso rispondere che ha avuto una buona influenza. Ho fatto diversi lavori di land art, in Sud Africa per esempio. A 40 chilometri da Johannesburg ho fatto un disegno di pietre – si vede con Google Earth – all’interno di una riserva del WWF. Una fondazione si occupa di coinvolgere artisti internazionali che poi lavorano su spazio, ambiente e natura. Io ci sono stato nel 2015.
D) Nella tua biografia si legge che hai vissuto in una chiesa sconsacrata del XVII secolo a Verduno, è vero?
R) E’ stato il mio studio per anni, ho vissuto in quel luogo per 15 anni. Si trova al centro del paese…
D) Un rifugio per meditare… A proposito, il Pianeta è in pericolo: quale pensi che sia oggi il problema ambientale più urgente?
R) L’inquinamento è un grande problema e di inquinamenti ce ne sarebbero cosi tanti che se uno ci pensa gli viene la depressione!
D) Purtroppo è vero… Ma al di là della passione per la natura che trapela dalle tue opere, tu cosa fai, concretamente, nella vita quotidiana per ridurre la tua impronta sulla Terra?
R) Quello che fanno tutte le persone “normali”: non scendo in piazza ma nel mio piccolo cerco di fare cose utili, curando al massimo la raccolta differenziata, comprando prodotti con imballaggi semplici. Per quanto riguarda il mio lavoro, non uso colori che abbiano chimica dentro, ma sono fatti con terre, sabbia, materiali che non creano danni nella loro produzione ed uso. La mia impronta poi la lascio perché uso l’aereo, ma sul tema posso incidere ben poco…
Gian Basilio Nieddu