La via verso la dematerializzazione dei documenti
Sono tanti i nomi usati per indicarli: documenti, informazioni, testi, contenuti, dati… Il nome non è tanto importante quanto il fatto che altro non sono che una forma di energia: un’energia “digitale”, fatta di bit e byte, di 0 e di 1, di circuiti elettronici e microchip, di enormi server e di elementi di computer che sempre più tendono alla miniaturizzazione proprio mentre la quantità di byte prodotti aumenta vertiginosamente – dai 12 miliardi di miliardi di byte del 2002 ai quasi 1000 previsti per il 2010.
La dematerializzazione e la digitalizzazione dei documenti – sia essa tramite scansione di oggetti cartacei o simili, piuttosto che inserimento a mano dei dati ex novo – è diventata ormai da alcuni anni la croce e la delizia di imprese, privati e pubbliche amministrazioni.
Che si tratti del creare un archivio on line della propria collezione di ricette oppure di creare un database che faccia dialogare i cittadini con l’anagrafe del proprio luogo di residenza, la digitalizzazione di quello che un tempo era un “semplice” documento cartaceo è ormai imprescindibile – e, soprattutto nel caso delle Pubbliche Amministrazioni, tali processi vanno incentivati e regolamentati.
Il Consiglio dei Ministri, recentemente, ha approvato le ultime modifiche al Codice dell’Amministrazione Digitale richieste dalla Legge 69/2009, uno dei pilastri su cui poggia il disegno di modernizzazione e digitalizzazione della Pubblica Amministrazione. Le principali novità riguardano l’istituzione di un ufficio unico responsabile delle attività ICT di tutte le PA del territorio nazionale, con l’introduzione di un protocollo informatico che uniformi le attività delle PA italiane; la semplificazione dei rapporti con i cittadini e le imprese attraverso l’introduzione di forme di pagamento via computer, l’utilizzo della firma digitale, la dematerializzazione dei documenti eccetera. Non da ultimo, il Consiglio dei Ministri ha sottolineato l’importanza della sicurezza nello scambio e nella conservazione dei dati, predisponendo inoltre dei piani d’emergenza che possano garantire la continuità dello scambio di dati e della fornitura di servizi nel caso di calamità.
Di questa fondamentale novità – ma non soltanto – si è discusso a OMAT 2010, che si è tenuta nei giorni scorsi a Milano (il 30 e il 31 marzo) con l’obiettivo di istruire una fetta sempre più grande del mercato e avvicinare il maggior numero possibile di attori con poteri decisionali alle soluzioni di information management.
Le sessioni della parte convegnistica sono state infatti studiate per soddisfare le esigenze delle diverse figure professionali partecipanti, e si sono sviluppate attraverso diversi temi: la dematerializzazione e la successiva conservazione dei dati digitali, le possibili evoluzioni di metodi e mezzi operativi, gli aspetti legati alle normative italiane a cui si è accennato sopra, e in particolare la fatturazione elettronica.
L’evento si è concluso, nel pomeriggio del 31, con la presentazione dell’Award Ecohitech, che si svolgerà a Roma il 10 e l’11 novembre 2010 in occasione dell’edizione romana di OMAT. Organizzato dal Consorzio Ecoqual’It, l’Award Ecohitech è il più importante riconoscimento ambientale per le imprese del settore hi-tech per i risultati di eco-compatibilità, efficienza energetica e gestione rifiuti raggiunti mediante lo sviluppo di prodotti, soluzioni e processi rispettosi dell’ambiente – giunto ormai alla sua dodicesima edizione.
E’ ben noto infatti che anche i computer consumano energia e producono gas a effetto serra; ma dal momento che, secondo le fonti ufficiali, ogni ricerca su Google produce 0.2 grammi di CO2, si tratta comunque di una quantità tale da essere meno di un millesimo di quella prodotta in media da un automobile ogni chilometro. Un bel risparmio, dunque, che permette di comprendere come la dematerializzazione delle informazioni, oltre a limitare la produzione di carta (e la relativa deforestazione), sia un grande passo avanti verso una gestione più sostenibile delle attività produttive.
Eva Filoramo