La “segheria mobile” di Carlo Petrolo: l’informatico pentito diventato segantino 4.0
Dalla new economy all’economia del bosco, dai software alla segheria mobile. Spostamento professionale e culturale per Carlo Petrolo, 45 anni, natali nel Lago Maggiore a pochi passi dalla Svizzera, che 4 anni fa, in pochi mesi, ha dato una svolta green alla sua vita, prima tutta in digitale. Seppure con un’apparente paradosso: cosa c’entra l’ecologia con il tagliare gli alberi? “Diamo valore al legname che senza il nostro intervento è destinato a diventare legna da ardere o, peggio, allo smaltimento, trasformandolo così da rifiuto in risorsa“.
Carlo, oltre a crearsi un nuovo lavoro, vuole rigenerare l’arte/artigianato della lavorazione del legno, come spiega bene nel suo sito internet Boratt Petrolo, realizzato con il fratello Michele (o meglio “creato orgogliosamente da noi stessi”, come scrive). Una missione che non si ferma al taglio, ma è fatta di tanta promozione in giro per l’Italia e la Svizzera. Fino ad organizzare il “Primo Raduno Europeo delle Segherie Mobili”, appuntamento dal 28 al 30 luglio ad Usseaux in Val Chisone, in terra piemontese, all’interno del programma di “Legni in Valle”, la manifestazione che promuove la valorizzazione del legno dei boschi a gestione forestale sostenibile certificata (PEFC). Una filiera corta con i “segantini mobili”protagonisti nel far rinascere l’artigianato artistico. In altri termini: rispetto della sostenibilità delle risorse del bosco, ma pure dei parchi pubblici cittadini, e valorizzazione dell’ancestrale sapere delle mani degli artigiani del legno, messi in crisi dalla modernizzazione industriale.
Per capire questo nuovo movimento dei segantini “di ritorno” è necessario conoscere la storia di Petrolo: “Io arrivo dall’informatica, ho partecipato al grande boom della new economy e fino al 2013 non avevo mai avuto esperienze con il legno. Per una vita ho passato il tempo nelle aziende a convincere gli imprenditori ad usare Internet, la posta elettronica, installare i software. Poi, un giorno, ho scoperto un’ altro mondo”. Il manager folgorato sulla via di Damasco: “Ho un rustico, una vecchia stalla in mezzo al bosco, che aveva dei vecchi travi da cambiare. Ho chiesto ad una segheria, ma questi non riuscivano a rispondere alla mia esigenza perché progettando con il CAD, ordinano il legname dall’Austria e, quindi, non usano più il legname locale“. Una filiera che non ha niente a che fare con le risorse del territorio. Ma come San Tommaso Petrolo non si fida, non si arrende e cerca su Google la risposta al problema: “Ho scoperto che è possibile tagliare una pianta e farsi una trave con il proprio legno. Almeno in Francia, Germania e Paesi della Scandinavia”. Le segherie mobili ci sono, in realtà, anche in Italia, ma principalmente vengono utilizzate per fare legna da ardere…
Per trovare la sua macchina il segantino del Lago Maggiore vola quindi in Svezia, ad una fiera dove scopre il mezzo che trasforma la sua esigenza in realtà e in una nuova vita. “In Italia, la mia idea è stata bocciata da tutti i professionisti del settore! In Svezia ho visto la macchina, l’ho ordinata e mi è arrivato a casa un kit, fatto di scatolette, con il manuale. Ho montato tutto, speso 12.000 euro, e mi sono presentato ad una fiera del boscaiolo dove ho annunciato io taglio il legno e mi si è aperto un mondo. Ho chiuso i primi accordi e iniziato a lavorare. Ha influito la riscoperta dell’artigianato, dell’autoproduzione, la diffusione della green economy“.
In 4 anni Carlo si è costruito un nuovo settore, seppure di nicchia, e iniziano ad essere tanti quelli che lo seguono: “Ho incontrato tante persone che mi dicevano che non lo potevano fare: ‘non sono un boscaiolo come te’. Li ho convinti, vista la mia biografia, e ora ci sono tanti giovani, ma pure pensionati ancora in gamba, che hanno scelto questo percorso. In particolare la fascia dei 40/50enni, spesso lo fanno come secondo lavoro”. Per arruolare segantini millennials Carlo lavora molto su Facebook, con successo (più di 25.000 fans!). Basta osservare la partecipazione al gruppo Tutti pazzi per il legno, dove si scoprono decine di migliaia di appassionati che trasformano il legno in oggetti di arredamento. Meglio che la plastica, sicuramente!
Petrolo però non ha abbandonato del tutto il mondo dell’informatica: “seguo ancora alcuni clienti in Africa e Medio Oriente, ma prima facevo fuori un passaporto in un anno, ogni due giorni ero su un aereo. Oggi frequento altre persone, parliamo di bosco, ambiente, natura. Partecipo alle fiere, vado a tagliare nei giardini privati o in quelli urbani. E riesco a salvare il legno dallo smaltimento e dalla discarica: ora si creano oggetti di artigianato, tavoli e altri arredi per la casa. Si è formato un movimento di Legno Urbano, un network di piccole segherie mobili”.
E si guadagna bene, perché una giornata di Carlo vale dai 600 agli 800 euro. “Bisogna dare valore a quello che si fa” e poi ci sono le soddisfazioni: “ad un cliente di 80 anni ho tagliato il noce che aveva piantato insieme al nonno. Ora quel legno non sarà smaltito o buttato vita. Sarà trasformato in un tavolo, per esempio, e in questo modo rivive e continua un legame antico“…
Gian Basilio Nieddu