Oli esausti vegetali trasformati in biocarburanti. Accordo tra Eni e CONOE
Gli oli vegetali esausti diventano biocarburanti. Eni e Conoe, il Consorzio nazionale di raccolta e trattamento degli oli e dei grassi vegetali ed animali esausti, alla presenza del Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare Gian Luca Galletti e del Dirigente Generale Direzione Generale per la Sicurezza dell’Approvvigionamento e per le Infrastrutture Energetiche Ministero dello Sviluppo Economico Gilberto Dialuce, hanno firmato ieri un accordo per favorire e incrementare la raccolta degli oli vegetali che alimenteranno la bioraffineria Eni di Venezia e, dal 2018, quella di Gela.
L’accordo consentirà di mettere in atto un circuito di “economia circolare” che si chiude con la trasformazione, nell’ambito di impianti industriali nazionali, degli oli esausti in biocarburanti di alta qualità, valorizzando pienamente una risorsa energetica nazionale.
Con la sottoscrizione di questo protocollo, il Conoe s’impegna a invitare tutte le Aziende di rigenerazione aderenti al Consorzio a fornire a Eni l’olio esausto raccolto per immetterlo negli impianti della bioraffineria di Venezia, primo esempio al mondo di conversione di una raffineria convenzionale in bioraffineria, cioè in grado di trasformare materie prime di origine biologica in biocarburanti. L’impianto dal maggio 2014 produce green diesel, green nafta, green GPL e potenzialmente anche green jet fuel, alimentato in gran parte da olio di palma, approvvigionato esclusivamente in modo certificato. Grazie a questo accordo, l’olio di palma verrà in parte sostituito con oli vegetali esausti e, a breve, anche da grassi animali e dalle cosiddette materie prime advanced, quali l’olio da alghe e da rifiuti, non in competizione con il mercato agroalimentare.
La capacità Eni di lavorazione di oli vegetali, con l’entrata in funzione della bioraffineria di Gela nel 2018, sarà di circa un milione di tonnellate l’anno, pertanto Eni sarà in grado di assicurare alle Aziende aderenti al Conoe l’acquisto degli oli esausti prodotti e disponibili sul mercato nazionale, circa 65mila tonnellate nel 2016. Il Consorzio stima che questo comporterà un risparmio potenziale di 3.130 kg di CO2 equivalente per tonnellata di biodiesel prodotto e consumato come combustibile, mentre i metri cubi di acqua risparmiata sono pari a 1,9 per tonnellata di biodiesel prodotto con oli esausti.
A tal fine l’accordo prevede anche azioni congiunte Conoe – Eni per favorire la raccolta di volumi incrementali di oli esausti prodotti dall’utenza domestica, oggi quasi interamente dispersi, anche tramite accordi con le Pubbliche Amministrazioni locali e le aziende pubbliche di raccolta rifiuti.
Il Conoe, operativo dal 2001, ha negli anni incrementato la propria raccolta passando dalle 15mila tonnellate del 2002 alle oltre 65mila del 2016, ovvero il 23% del potenziale raccoglibile che ammonta a 280mila tonnellate.