Maurizio Buscaglia: “la green economy è come il basket, bisogna fare squadra”
Lo abbiamo intervistato sul campo di Riva del Garda, al termine del primo giorno di convention di Dolomiti Energia, main sponsor di Aquila Basket, la squadra trentina passata, in 20 anni, dalla serie D alla serie A. Il coach è Maurizio Buscaglia, pugliese che arriva in panchina la prima volta nel 2003, fa il salto in B2 e poi ci ritorna, nel 2010, per guidare la squadra ad altre due promozioni, fino alla massima serie, dove anche lui viene premiato come migliore allenatore della Serie A italiana nella stagione 2014/2015. Domenica 2 ottobre - scherzo del fato – lo attende il debutto nella nuova stagione del campionato proprio contro l’Enel Brindisi, una partita di pallacanestro che sembra una competizione tra due player nazionali dell’energia…
D) Maurizio, l’AD di Dolomiti Energia Marco Merler vi ha detto oggi che contro l’Enel dovete “fare canestro”. Cosa accomuna una squadra di basket ad un’azienda che produce energia?
R) Sport e impresa già sempre trovano affinità secondo me, come ho detto alla convention. Nel nostro caso c’è stato un feeling particolare, che ha ulteriormente stimolato le persone del nostro club ad avvicinarsi ai valori rappresentati da Dolomiti Energia: spirito di servizio, responsabilità, affidabilità…
D) Se estendiamo l’analogia sport-impresa, potremmo forse dire che la green economy dovrebbe imparare ancora di più, dallo sport, a fare squadra, giusto?
R) Certo, ognuno deve fare la sua parte, in campo, come per l’ambiente. L’errore di uno ricade su tutti. E noi che siamo sportivi non amiamo stare solo a guardare, vogliamo dare il nostro contributo individuale per fare le cose. Ma devo dire che gli Italiani, in generale, su questi aspetti sono migliorati – forse proprio perché oggi fanno più sport: sciano, corrono, vanno in bicicletta ecc. In qualche modo fare sport ti avvicina di più al rispetto per l’ambiente e per il territorio in cui vivi. Non dimentichiamo inoltre che lo sportivo è abituato a rispettare regole – per il suo fisico, per la sua dieta – e questo lo aiuta a rispettare anche le regole della natura. Per questo lo sportivo può avere una funzione come esempio e “testimonial”.
D) Tu hai a che fare quotidianamente con ragazzi molto giovani, i tuoi giocatori, che arrivano da ogni parte del mondo e che, anche anagraficamente, saranno il futuro del Pianeta. Che sensibilità vedi in loro riguardo al rispetto per l’ambiente? Sono attenti? Conoscono il tema? O pensano solo a giocare, divertirsi, belle macchine ecc. (il vecchio stereotipo dello sportivo professionista attratto dalla “bella vita” e dal denaro)?
R) Sono sicuramente sensibili e sai perché? Perché sentono e vedono, sono ragazzi abituati ad ascoltare e guardarsi intorno. Ovviamente c’è chi è più sensibile, chi meno, arrivano da mondi e realtà diverse. Ma c’è una base comune, sono predisposti a recepire se vedono fatti concreti: può essere un convegno a stimolarli o, come facemmo una volta, una “marcia” prima della partita in cui tutti partirono a piedi o in bicicletta. Credo sia positivo per loro stare vicini a iniziative, come quelle di Dolomiti Energia, che li facciano riflettere su come proteggere l’ambiente. Sono delle piccole gocce d’acqua travasate nella loro sensibilità…
D) Degli americani, in particolare, si dice spesso che sono “consumisti”, poco attenti all’ambiente, a evitare sprechi ecc. Pensi invece che i tuoi ragazzi, vivendo in Italia e in una regione dolomitica piena di attrattive naturali e biodiversità come il Trentino, abbiano imparato qualcosa di cui possano farsi “ambasciatori” al rientro in patria? Intendo anche sull’alimentazione, il cibo sano legato al territorio, il paesaggio ecc.
R) Sicuramente sì, lo leggo nel loro sguardo, a volte incuriosito o meravigliato. E’come se dicessero: “Come siete attenti a questa cosa… Lo farò anch’io perché mi piace!“. Torniamo al discorso di prima, sulla capacità di ascoltare e di fare seguendo l’esempio…
D) A proposito di trasmettere piccoli esempi positivi, ho saputo dal tuo addetto stampa che tu stesso, al termine delle partite, ti metti a svuotare le borracce e dare il segnale per mettere tutto in ordine, è vero?
R) Sì, nel nostro piccolo sono comunque segnali importanti. Anche il fatto di non sprecare troppa acqua negli spogliatoi, di spegnere la doccia mentre ci si insapona o le luci quando si esce, di fare la raccolta differenziata (visto che il club fornisce tutto ciò che serve per farla), sono tutti gesti utili…
D) E qual è il tuo gesto ecologico per eccellenza, se dovessi dirmene uno che accompagna la tua vita privata di cittadino, non di allenatore?
R) Se camminare, come credo, è un gesto ecologico, bé allora quello! Cammino moltissimo e mentre cammino guardo. Guardare intorno e pensare mi ha sempre aiutato ad alzare il livello di consapevolezza sulle cose. In sintesi: cammino e guardo, guardo e penso, penso e poi faccio!
Andrea Gandiglio