Al Liceo Keplero di Roma si fa lezione sul tetto (verde)
Al Liceo Scientifico Keplero di Roma il verde pensile ha trasformato il lastrico solare in un’aula di sperimentazione dove i ragazzi coltivano piante e ortaggi. Ma non solo: lezioni di microbiologia, sperimentazioni agronomiche ma anche approfondimenti pratici su idraulica e capacità termica dei tetti verdi. Il tutto, in quest’aula davvero speciale, un grande giardino pensile sul tetto della scuola, coltivato a sedum e macchia mediterranea, dove gli studenti potranno toccare con mano quanto appreso sui libri, con particolare attenzione agli aspetti di sostenibilità.
“Il verde pensile tecnologico offre grandi vantaggi sul piano ambientale e per certi versi rappresenta il futuro delle nostre città – spiega Maurizio Crasso, direttore della divisione verdepensile di Harpo, azienda triestina leader nel green building che ha realizzato il substrato tecnico del tetto verde – Risparmio energetico, ma anche miglioramento del microclima e del sistema di drenaggio delle acque sono solo alcune delle potenzialità di questa tipologia di coperture. In Italia registriamo un interesse crescente verso questo genere di soluzioni, come conferma la scelta del Liceo Keplero, tra le prime scuole in Italia a dotarsi di tetto verde didattico”.
Dopo una mattinata trascorsa in classe tra lezioni di matematica e italiano, nel pomeriggio gli studenti si dedicano con profitto all’agronomia tra i sedum del giardino, seguiti passo passo dal professor Roberto Casalini che da tre anni si occupa di agricoltura nell’Istituto. E che la cosa piaccia ai ragazzi si vede anche dalla passione con cui curano blog e pagina Facebook dedicati al progetto, dove vengono puntualmente documentate le piccole scoperte quotidiane. Il blog, ad esempio, è diviso in tre sezioni: le info generali sul Keplero Garden, la sezione “orto” dedicata a tutto ciò che i ragazzi coltivano sul tetto (con consigli pratici per gli amanti dell’orto urbano), quella dedicata alla microbiologia, ma anche video e poesie a tema “natura”.