Mauro Morandi, il custode di Budelli in lotta con la burocrazia italiana
“Non voglio andare via da qui, voglio stare fino alla fine perché il mio è un progetto di vita iniziato 28 anni fa”. Mauro Morandi, 77 anni da Modena, ormai è conosciuto con il nome con cui ci risponde al telefono “pronto sono Mauro da Budelli“, massima immedesimazione con l’isola per il custode di questo bellissimo scoglio dell’Arcipelago della Maddalena nel nord della Sardegna. Guardiano da quasi tre decadi del fazzoletto di terra e sabbia, reso famoso nel mondo dal maestro del cinema italiano Michelangelo Antonioni nel film “Deserto Rosso“, che oggi lotta contro uno sfratto.
L’isola fino a pochi anni fa era proprietà di una società immobiliare svizzera poi travolta dai debiti – ne ha chiesto il fallimento lo stesso Morandi per gli stipendi non pagati – fino a dover cedere questa zolla di paradiso terrestre. Sulla scena è comparso il magnate e banchiere neozelandese Michael Harte con un progetto turistico, poco amato dagli ambientalisti italiani, poi i vincoli lo hanno convinto a gettare la spugna. Il mese scorso la svolta con Budelli che passa all’ente parco dell’Arcipelago, che si occuperà della sua gestione. Tutto bene, l’isola resta pubblica, ma qui iniziano i problemi per Morandi.
Il Parco non ha tanti soldi e soprattutto deve rispettare la legge dunque ”mi dicono che non possono assumere un uomo di 77 anni”, si sfoga sconsolato Morandi. La logica legislativa non fa una piega, ma significa perdere il custode non solo dell’isola ma della memoria storica di Budelli. “Io non voglio essere pagato, basta che mi diano la casa in affitto – l’unica costruzione dell’isola, NdR – ad un prezzo simbolico. Ma non c’è volontà di farmi restare qui. Dicono che la casa non è a norma, non è abitabile, ma basta rifare l’impianto elettrico e idrico. E’ robustissima, risale alla seconda guerra mondiale, ce ne vorrebbero tante di case costruite così, come mi hanno confermato costruttori ed ingegneri”. Questa la versione di Morandi che non ne vuole sapere di spostare tende e anima da Budelli.
Un moderno Robinson Crusoe – non a caso una versione del film è stata girata qui in Sardegna – seppure connesso ad internet, che ha piantato il cuore tra la terra e la sabbia del Mediterraneo, una scelta con biglietto di solo andata. “D’abitudine, verso maggio, torno a Modena per qualche settimana – racconta Morandi – ma in queste condizioni non mi posso muovere, mi può arrivare la lettera di sfratto da un momento all’altro e mi devo difendere”. I suoi avvocati sono allertati per dare battaglia legale.
Una lotta sposata da migliaia di italiani, innamorati del personaggio e convinti che sia cosa buona e giusta concedere la residenza permanente a Morandi sull’isola. In 11 mila hanno firmato una petizione su internet indirizzata al Ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti, che sembra non aver ignorato l’appello e su Twitter ha cinguettato: “Spero che resti a Budelli“. Se parla un’alta carica dello Stato si alimentano ovviamente le speranze, ma non è mai sicuro, in politica, che le dichiarazioni si trasformino in azioni concrete. Morandi, infatti, come San Tommaso se non tocca con mano, non crede. “Sono un persona scomoda, lo sono sempre stato già da quando, alla fine degli anni settanta, a scuola mi mettevano i bastoni tra le ruote perché ai ragazzi facevo fare la ginnastica con la musica! Non è nei programmi mi dicevano“. Un professionista del nuoto controcorrente.
In questi anni Morandi non ha però solo fatto la sua vita, ha vigilato, denunciato comportamenti scorretti e proposto soluzioni e programmi di azione per il turismo sostenibile. Ci tiene sinceramente alla “sua” isola e una delle sue prime preoccupazioni è proprio quella ambientale: “Purtroppo al Parco mancano i soldi per la gestione – il j’accuse – se non si riescono a mettere le boe, per esempio, si calano le ancore e sono danni per la posidonia, un elemento essenziale per la tutela dell’ecosistema marino”.
C’è un paradiso naturale da gestire e Morandi lancia le sue idee per uno sviluppo sostenibile dell’isola. “C’è un forte degrado economico a La Maddalena, gli americani della base sono andati via e si sono persi stipendi, 800 appartamenti sono rimasti sfitti, l’Arsenale è chiuso, solo il turismo sostenibile legato alla cultura può salvare questo territorio. Penso a Spoleto che con gli investimenti culturali da località sconosciuta è diventa una meta mondiale per gli appassionati di arte”.
Non mancano dunque le proposte e la voglia di “mettersi al servizio”, ma la sua battaglia principale è adesso quella di restare guardiano e custode di Budelli perché di tornare a Modena non ne ha proprio voglia “Una società che non mi piace, abitavo vicino alla Pomposa – la zona della movida modenese, NdR – ma come faccio a vivere in un posto dove si parla solo di birra e aperitivi?”.
Gian Basilio Nieddu