Ca’ du Russ, la battaglia per il biologico di Sergio Marchisio
Un intero territorio comunale tutto coltivato a biologico, sbarrato ai pesticidi e alla chimica per un’agricoltura più sana e naturale, sia per chi ci lavora che per chi vive intorno alle vigne. E’questo il sogno seminato, alcuni anni, fa da Sergio Marchisio, titolare di Tenuta Ca’du Russ, azienda vinicola biodinamica di Castellinaldo, nel Roero, che dopo anni di battaglia “politica” tra gli agricoltori della zona sta raccogliendo i primi frutti e portando il piatto della bilancia dal suo lato. “Risultati stratosferici” li definisce Marchisio, che non si limita a fare la sua parte, per ridurre gli impatti ambientali delle proprie produzioni, ma diffonde il verbo della sostenibilità tra i colleghi delle altre aziende della zona. Perché più sono meglio è per tutti.
Una riconversione ad ampio raggio, dunque, in gran parte già riuscita come Sergio racconta a Greenews.info: “Il 2015 è stata un’annata favolosa e siamo arrivati a toccare il 60/65% della produzione locale a biologico, un ottimo risultato. In cinque anni, non in una vita! Resta uno zoccolo duro di coltivatori che si affida ancora alla chimica, ma si tratta soprattutto di agricoltori che non trasformano il prodotto, vendono l’uva e non vinificano”. E che sono ovviamente meno interessati ad una migliore qualità del vino. I numeri snocciolati da Marchisio restano in ogni caso sorprendenti perché ottenuti in pochi anni di battaglia. Una vera e propria azione politica e culturale quella di diffondere il protocollo Libera Natura convincendo chi per una vita ha coltivato con l’aiuto dei prodotti di sintesi.
La scelta della famiglia Marchisio – Marisa, Fabio, Ivo, Francesca, Elena, Sofia, Marisol e Teresa – va poi al di là del biologico e sposa i principi della biodinamica. Sergio ne è un convinto discepolo: “Le mie piante sono felici, le loro foglie è come se parlassero e mi ringraziassero tutti i giorni“, un amore nato da una folgorazione: “mi ha colpito un passo di Rudolf Steiner – l’ispiratore dell’agricoltura biodinamica, NdR – in cui scriveva che I’uomo è I’unico essere vivente che avvelena il cibo che mangia. Ho pensato: una volta non era così… Ai tempi dei miei genitori, tutto il nostro cibo era perfettamente biologico. E queste colline erano il trionfo quotidiano della biodiversità”.
E’questa complessità di vita vegetale che si ritrova al naso e in bocca nei vini di Ca’du Russ, come il Faiv, un capolavoro di spumante brut metodo classico realizzato con le uve Arneis (il bianco) o Nebbiolo (il rosé), massima espressione del territorio, contro la massificazione del gusto “internazionale”. Vini che sono entrati anche nella selezione dell’Associazione Greencommerce e hanno conquistato nicchie mondiali – dagli estimatori statunitensi ai seguaci finlandesi e di Singapore – “prova provata” che le intuizioni steineriane non sono solo filosofia, ma anche sana economia e mercato. Argomenti validi dunque contro gli scettici, che portano il produttore, dopo tanti sacrifici e diffidenza patita, a una piena soddisfazione: “Siamo partiti 10 anni fa, con alti e bassi, come tutte le cose, ma la risposta è stata eccezionale e ci soddisfa appieno“, non solo dal lato economico: “le analisi di qualità dell’uva parlano da sole, sono dati che non avevo mai visto. Anche lo zoccolo duro sta scricchiolando quando vede i risultati: filari in fiore e non dominati dal giallo bruciato dal diserbante. E il livello di produzione è comunque buono“.
Battaglia vinta, ma guerra ancora no. “Il 2014 purtroppo è stata un’ annata catastrofica, la gente si è spaventata e alcuni hanno perso fiducia nel biologico – ricorda Sergio – I falsi profeti sono venuti a fare contro-propaganda, ma abbiamo recuperato nel 2015“. Insomma, il biologico tiene e si conferma un metodo produttivo ben al di là delle mode transitorie, tanto che anche ”le multinazionali stanno puntando ormai su prodotti alternativi a quelli chimici. Negli ultimi 3 anni il discorso verso il pulito ha fatto grandi passi avanti, lo noti anche al supermercato, c’è sempre uno scaffale dedicato al biologico”. Per Marchisio stiamo assistendo ad una svolta epocale del mercato: “se anche la Grande Distribuzione si interessa vuol dire che c’è domanda. Per di più sul prezzo la differenza è del 10/15 % mica tre volte tanto!”.
La sfida, in questo territorio dei paesaggi vitivinicoli, premiato anche dal recente riconoscimento UNESCO, resta comunque impegnativa per gli agricoltori: “le condizioni per la vite non sono così belle come in Sardegna o Sicilia, qui lavora bene la peronospora“, per questo i piazzisti della chimica hanno avuto sempre vita facile da queste parti: “siamo stati indirizzati per decenni da tecnici finanziati dalle grandi multinazionali, ora far cambiare la mentalità radicata in 50 anni non è facile. Ma la nostra idea di base resta quella di eliminare tutti i prodotti chimici. Abbiamo fatto un gran lavoro con l’associazione dei Vinaioli di Castellinaldo e i risultati sono arrivati, ma c’è ancora molto da fare”.
A Ca’du Russ, tra i vari successi, hanno contribuito a rendere pregiato il biondo Arneis, un vitigno bianco DOC del Roero, che nessuno più coltivava. Una vittoria nutrita di determinazione e passione, quella trasmessa dai genitori e in particolare dalla mamma di Sergio, che in ogni filare piantava una rosa (da qui il nome “Costa delle Rose“). Per cambiare il mondo agricolo serve certo la tecnica, ma anche la filosofia (steineriana) e un tocco di poesia e di amore per il buon vivere.
Gian Basilio Nieddu