Cascina Rosa, il sogno concreto di Paola e Lucio in Valle Grana
Pionieri della vita in campagna e pionieri del biologico. Quando riporre la laurea o il diploma in un cassetto per sporcarsi le mani di terra non era ancora chic, ma “cosa da pazzi”, e la disoccupazione intellettuale un fenomeno marginale, negli anni 80 Paola e Lucio (agronomo ed ex ufficiale degli alpini) decidono di recuperare la cascina di famiglia e abbracciare uno stile di vita neo-rurale. Un progetto imprenditoriale e umano (nel frattempo nascono i figli Fabio, Giorgio e Roberta) in un’ottica di massimo rispetto dell’ambiente e innovazione tecnologica.
Il nome di questo sogno concretizzato è Cascina Rosa, in Valle Grana, provincia di Cuneo, una delle più piccole e affascinanti vallate alpine del Piemonte.
Passo dopo passo, dal 1987, Cascina Rosa è cresciuta: dai campi alla didattica con le scuole, fino all’ultimo nato: l’AgriRistoro, per cucinare direttamente i propri prodotti ai clienti e turisti di passaggio, in un’atmosfera casalinga ma raffinata. Molti traguardi tagliati, ma anche tanta fatica e perseveranza: “Una vera e propria scommessa quando abbiamo iniziato – ricorda Paola - Io continuavo a fare la maestra e Lucio a insegnare topografia. Un doppio lavoro che è durato per qualche mese, quando abbiamo deciso di muovere i primi passi con 20 alveari, ma ci siamo accorti che era impossibile fare bene entrambe le attività e allora ci siamo buttati completamente sulla terra“. Addio allo stipendio fisso e via con la nuova vita da imprenditori.”Lucio aveva già esperienza di lavoro agricolo perché con il fratello già si occupava di un lamponeto, era innamorato del mondo delle api e aveva a disposizione la cascina del ’800 dei genitori, seppure da ristrutturare”, prosegue Paola. “Anche a me le api sono sempre piaciute e allora abbiamo provato a vivere di terra, scegliendo subito il biologico“.
La coppia è riuscita a fare green economy con la terra. Cascina Rosa è infatti oggi un modello non solo ecologico, ma pure imprenditoriale, che dà lavoro a una decina di persone, grazie alla grande varietà dei prodotti dell’azienda: 10 ettari di terreni tutti a biologico e, dal 2013, a biodinamico. Una offerta ricca – 50 referenze - con i prodotti freschi e quelli trasformati: composte di frutta e verdura, succhi di frutta, liquori, salse, miele, l’aceto di mele, i dolci. Biodiversità è la parola d’ordine con una forte attenzione alle coltivazioni tipiche, come l’ “Aglio di Caraglio”, che si distingue per la sua dolcezza e digeribilità ed “è coltivato in una piccola area della Valle Grana, senza essere conservato nei frigoriferi, ma stoccato su graticci per consentire l’essiccazione naturale”. Cascina Rosa è uno dei soci fondatori del Consorzio per la Tutela e la Valorizzazione della Aglio di Caraglio, insieme a un piccolo gruppo di produttori e sostenitori, ma coltiva anche un’altra pianta preziosa, lo zafferano, tutelato, in questo caso, dal consorzio dello “Zafferano di Caraglio e della Valle Grana”.
In questa avventura il rispetto per l’ambiente va però oltre la terra: autoproduzione di energia elettrica da fonte solare, recupero di acqua piovana e uso di detersivi naturali come lisciva e aceto, hanno garantito all’azienda di entrare a far parte dell’Associazione Greencommerce, che si aggiungerà presto agli altri canali di distribuzione diretta in cascina e attraverso la rete di negozi del biologico.
Piccolo è bello dunque, ma senza rinunciare alle sfide di sviluppo dell’offerta, come il nuovo Agri Ristoro. “Abbiamo aperto due mesi fa con una filosofia orientata al vegetariano, ma non in maniera esclusiva, offriamo anche la carne da allevamenti locali biologici. Maciniamo volta per volta piccole quantità dei nostri cereali per fare la pasta, il pane, i crackers con la farina di canapa e su questa coltura c’è molto fermento nella nostra zona“. Legati alla tradizione, strenui difensori dell’ambiente e del benessere ma innovativi. Una ricerca del nuovo che va avanti da trent’anni, senza crisi che tenga.
Gian Basilio Nieddu