Matteo Curti: “Per la natura ho un amore platonico”
Autore radiofonico, televisivo e videomaker, Matteo Curti ha alle spalle esperienze con Radio Capital e Le Iene. Oggi fa parte del team di Radio Deejay e di Deejay Tv. Dal 2011, infatti, firma “Lorem Ipsum”, un programma quotidiano che descrive le peculiarità del web tramite i video presenti su Youtube. Inoltre affianca Linus e Nicola Savino su Deejay Chiama Italia. A Greenews.info racconta cosa impara tutti i giorni dal web.
D) Matteo, cosa ti affascina di più del tuo lavoro?
R) Il mio lavoro si trova alla confluenza di radio, tv, web e videomaking. Sono mondi ormai sempre più vicini e ciò che rende unica Deejay è che nelle varie declinazioni conserva un’identità molto riconoscibile. Poter dare un apporto creativo sempre diverso è ciò che in assoluto preferisco.
D) Cosa ti ha insegnato lavorare nel team de Le Iene?
R) Più che usare una telecamera in maniera sfacciata o fiutare per tempo le situazioni di pericolo, fare l’autore a Le Iene mi ha insegnato a decidere velocemente.
D) Nella tua attività per Lorem ipsum ti è capitato di trattare la tematica ambientale?
R) Sì, ma indirettamente: una puntata raccontava di cosa sarebbe successo al pianeta Terra se d’improvviso l’essere umano avesse tolto il disturbo. Era evidente che nel giro di qualche secolo si sarebbe tornati a un equilibrio preindustriale, restituendo a mari e foreste una salute adesso inimmaginabile. In un tempo brevissimo, se confrontato con lo scorrere dei millenni, l’essere umano ha determinato l’estinzione di specie animali e vegetali, modificato ecosistemi, sfruttato le risorse naturali e alterato le condizioni atmosferiche fino a diventare una pericolosa variabile geologica. In quella puntata era evidente, e spaventoso, il rapporto spregiudicato che l’animale uomo ha con il suo habitat.
D) Qual è il tuo rapporto con l’ambiente e la natura?
R) Con l’ambiente il rapporto è ottimo, con la natura è quasi sempre platonico: a Milano la natura è suggerita dai parchi cittadini o da qualche migrazione che ogni tanto riga un pezzetto di cielo, quindi è improprio pensare di avere un rapporto vero con la natura. Appena posso, in qualunque stagione, vado in montagna per sciare o passeggiare.
D) Quali sono i gesti quotidiani che compi per rispettarli, dalla spesa alla gestione dei consumi, etc?
R) Cerco di comprare verdura e frutta a km zero, evito gli sprechi, sto attento a differenziare bene i rifiuti e uso la bicicletta e i mezzi pubblici per muovermi in città.
D) Fra radio e televisione, quale pensi possa essere il mezzo più adatto ed efficace per diffondere una cultura ambientale? Hai mai pensato di dedicarti all’informazione in questo ambito specifico?
R) Radio e televisione sono mezzi potenti, ma forse il più adatto per questo scopo è la televisione perché può far vedere con immediatezza la gravità dei problemi descritti. Il presupposto per diffondere una cultura ambientale è far prendere consapevolezza dei rischi, e usare le immagini è essenziale. Non ho mai pensato di dedicarmi a informare circa queste tematiche perché mi manca una competenza specifica, per parlare di un argomento complesso come il problema ambientale bisogna avere delle basi molto solide e io ho una preparazione differente.
D) Cosa ne pensi del giornalismo italiano in questo settore?
R) Non ho un quadro d’insieme, quindi non posso giudicare un settore facendo leva sulla mia piccola esperienza di lettore di quotidiani e saltuario spettatore tv. Posso dire che gli articoli pieni di sensazionalismo che leggo ogni tanto sono compensati dal rigore, dalla competenza e dalla chiarezza degli approfondimenti di Piero e Alberto Angela, che ammiro.
D) Grazie al tuo lavoro hai una percezione vasta del web dal punto di vista sociale e della sua evoluzione: secondo la tua esperienza, quanto l’ambiente è diventato tema di interesse delle persone che usano Internet come mezzo di scambio di informazione?
R) Quello dell’ambiente è un tema centrale che ovviamente il web accoglie e sviscera: gli utenti devono avere la sensibilità di capire quanto certe affermazioni siano “esche acchiappa-click” e quanto invece le informazioni condivise siano effettivamente attendibili.
D) Riguardo allo stato di salute del nostro Pianeta, se tu potessi fare un appello in radio alle generazioni passate e uno alle generazioni future, cosa diresti loro?
R) Le generazioni passate sono state dannose per l’ambiente (più o meno) a loro insaputa, immaginando di avere a disposizione risorse infinite attribuivano alla Terra una forza rigeneratrice che evidentemente non ha mai avuto. Visto che in quel caso il problema è stato principalmente legato all’ignoranza, l’appello per loro richiamerebbe alla prudenza e a una spiegazione del perché è fondamentale un’impostazione più consapevole dello sfruttamento delle materie prime. Alle generazioni future, che dovranno fare i conti con una situazione che riceveranno in eredità, bisogna augurare che i ricercatori, i governi e le convenienze economiche possano considerare con l’opportuna e ultima urgenza la necessità di un cambiamento.
Daniela Falchero