Gli italiani e il solare: l’87% lo preferisce alle fossili. Ma per il 62% la COP21 sarà un fallimento
Sono stati presentati ieri, durante il convegno: “Smart cities ed economia circolare”, (organizzato dalla Fondazione UniVerde e da IPR Marketing in collaborazione con Cobat, Consorzio Nazionale Raccolta e Riciclo), i dati del 13° rapporto: “Gli italiani e il solare”, con un focus su “Storage & Recycling” e sulla COP21, la conferenza internazionale sul clima che si terrà a Parigi dal 30 novembre all’11 dicembre.
Anche quest’anno il favore degli italiani verso il solare conferma il trend positivo degli ultimi quattro anni con una percentuale di gradimento, registrata nel mese di novembre 2015, pari all’87%. La stessa percentuale sostiene che l’Italia, in futuro, dovrebbe investire proprio su questo tipo di energia perché (per il 90%) compatibile con l’ambiente. Il 68% degli intervistati vorrebbe farne uso. L’88% la considera sicura ma il 62% ancora burocraticamente difficile e il 46% dispendiosa.
Rispetto ad altre fonti rinnovabili, il 64% valuta positivamente quella eolica. Scende drasticamente, rispetto agli anni precedenti, il consenso verso il nucleare e le fossili come il carbone e il petrolio (al di sotto del 2%) e il gas metano (4%). Il 79% del campione si dichiara ottimista, seppure in molti considerino difficile, raggiungere, entro il 2050, l’obiettivo del 100% di energia rinnovabile. L’83% è favorevole alla carbon tax sulle attività che producono emissioni di CO2. Gli italiani (l’89%) non hanno dubbi sugli incentivi che vorrebbero ripristinare. Con l’autoconsumo e una burocrazia più semplice, priva di ostacoli, il 56% sarebbe pronto a installare pannelli fotovoltaici.
Secondo Alfonso Pecoraro Scanio, Presidente della Fondazione UniVerde, «l’energia solare è sempre più sostenuta dai cittadini ma ostacolata da leggi e burocrazie. Servono norme chiare e durature anche per lo stoccaggio di energia da fonti rinnovabili diffuse e per il riciclo degli impianti a fine vita».
Il target più informato su sistemi di accumulo, batterie che consentono di conservare l’energia prodotta per utilizzare al meglio le rinnovabili che sono discontinue, è costituito degli over 54 e dai residenti nel Nord e Centro Italia. L’87% considera necessario attivare per gli storage un sistema di bonus. Il 39% sarebbe sempre disposto a investire su un sistema combinato di moduli fotovoltaici e batterie, per utilizzare l’energia anche in assenza di sole, e un ulteriore 42% lo farebbe solo se non costasse troppo.
Il 75% degli intervistati dimostra di essere poco informato sul riciclo dei pannelli fotovoltaici. Il 51% se dovesse installare un impianto acquisterebbe i moduli da produttori che ne garantiscano il ritiro gratuito e il corretto smaltimento. Questa percentuale arriva all’89% a fronte di costi contenuti. «L’obiettivo di Cobat – spiega Giancarlo Morandi, presidente del Consorzio – è un’applicazione sempre più ampia dell’economia circolare, attraverso una visione olistica che possa coinvolgere i protagonisti della filiera per qualsiasi tipologia di prodotto. Con il riciclo ci sono due vantaggi fondamentali: si ottengono nuove materie prime da reimmettere nel processo produttivo e si risparmia energia. Un aspetto che va di pari passo con l’attenzione di Cobat alle energie rinnovabili: il Consorzio infatti è in grado di riciclare i moduli fotovoltaici e i sistemi di batterie a loro collegati, assicurando una garanzia totale su ogni singolo modulo tramite un sofisticato sistema di tracciabilità e un meccanismo finanziario che permette il ritiro gratuito del prodotto a fine vita, anche dopo 20 o 30 anni».
In vista della COP21, è stata chiesta agli italiani anche la loro percezione sui cambiamenti climatici. Il 92% ha risposto che, negli ultimi anni, ha notato che il clima sia cambiato e ben il 69% sostiene che sia un’effettiva emergenza da affrontare. Sulla prossima Conferenza che si terrà a Parigi, il 62% è tuttavia diffidente sul risultato che si raggiungerà. «Gli italiani – conclude Pecoraro Scanio – sono scettici sulla COP21. La maggioranza ha piena coscienza che i cambiamenti climatici rappresentano una grande emergenza. Il 51% ritiene che i governi siano ipocriti e ha poca fiducia nella possibilità che vengano prese decisioni concrete e vincolanti. Ecco perché occorre un’azione più convinta per realizzare le Smart Cities e per far conoscere quell’economia circolare che da sempre più lavoro e le best practices che già anticipano un futuro sostenibile».