YouPony: la logistica ai tempi della sharing economy
“Un anno fa, dopo la fine del mio contratto di lavoro a Londra, dovevo rientrare in Italia, e traslocare diversi oggetti, tra cui una bici e una poltrona. Così, tramite BlaBlaCar, ho trovato una persona che andava da Londra a Milano in furgone, e per capire se i miei oggetti entravano sul mezzo, ci siamo scambiati delle foto su WhatsApp. Avevo cercato un’app per spedire oggetti da un posto all’altro con la stessa logica della sharing economy, ma non l’avevo trovata. E allora ho deciso di crearla io: durante il viaggio ho pensato al nome, e una volta arrivato a Milano ho contattato sette amici ed ex colleghi da coinvolgere nell’avventura”. Rodolfo Falletti, manager con alle spalle una lunga carriera nel mondo di internet – tra le molte altre cose, è stato il creatore del portale di annunci Subito.it – è l’ideatore di YouPony, l’applicazione che ha portato la sharing economy anche nel settore di spedizioni e consegne.
“Mettiamo in connessione i sender con i pony disponibili tutti i giorni 24 ore su 24 grazie agli smartphone. I sender possono essere privati o aziende, i pony corrieri ufficiali o freelancee pagati per portare qualcosa con sé mentre si spostano in città o nel mondo con qualsiasi mezzo di trasporto.”. In questo modo, approfittando di spostamenti che avverrebbero comunque e dello spazio ancora disponibile in valigia, nel bagagliaio o sul furgone del corriere, la logistica diventa più efficiente, con vantaggi economici e ambientali.
Essendo la start up nata da poco, su questi aspetti non ci sono ancora dati precisi, ma, spiega Falletti, “i risparmi economici possono arrivare anche al 75%, mentre sul piano ecologico contiamo di ottenere un risparmio delle emissioni del 50% rispetto a consegne effettuate con metodi tradizionali”. Non solo: “Quando una persona inserisce l’annuncio per una spedizione, può confrontare le diverse offerte che arrivano, con la possibilità di scegliere anche consegne con mezzi a ridotto impatto ambientale: c’è chi consegna in bici, per esempio, e chi, soprattutto nei centri storici dove la logistica è sempre complicata, si muove solo a piedi”.
Rispetto ad altre piattaforme basate sulla sharing economy, YouPony ha deciso di non escludere nessuno dal servizio: “Il nostro approccio è collaborativo, non vogliamo porci in concorrenza con nessuno. Pensiamo anzi che YouPony possa rendere il servizio dei corrieri più sostenibile, o integrare per esempio quello delle Poste”. Rispetto a servizi più generalisti, la start up punta anche a valorizzare “la persona che c’è dietro la consegna e la cura della spedizione. Noi non interveniamo nella transazione tra sender e pony, il prezzo è stabilito da quest’ultimo in libertà e in base al valore che egli attribuisce al suo lavoro”. E sono già in corso contatti con le società di corrieri espresso, interessate a capire come YouPony potrebbe incidere positivamente sul loro lavoro. Tutti aspetti di cui si parlerà durante la tavola rotonda “Thank you, Mr Sharing!” in programma il prossimo 4 novembre al centro Copernico, a Milano.
Molte energie sono state investite dal team per mettere a punto una serie di procedure di sicurezza, in modo che i sender possano sentirsi tranquilli nell’affidare i propri oggetti ai pony. “L’app ha un sistema di identità verificata per evitare frodi ed illegalità ed è possibile per gli utenti lasciare una recensione sulla spedizione effettuata. Inoltre, la procedura dei selfie scattati dal sender e dal pony alla presa in carico e alla consegna del pacco, insieme al codice di spedizione QR, certificano l’identità del corriere e assicurano che la confezione non venga manipolata, non passi di mano e sia costantemente tracciata. Per seguire la spedizione è infatti possibile la geo-localizzazione costante attraverso l’app stessa e si dispone del numero telefonico del pony per mettersi in contatto in qualsiasi momento in base alle necessità”.
Al momento YouPony ha qualche migliaio di utenti, concentrati soprattutto in Italia, Brasile e Indonesia. Le consegne avvengono di frequente nei centri urbani, ma anche in aree isolate e marginali, dove non ci sono infrastrutture logistiche e società di spedizione. Proprio in queste aree, secondo Falletti, ci sono grandi potenzialità di diffusione per la sua app: “Pensiamo all’Africa, dove ormai ogni capo villaggio ha uno smartphone con cui, grazie a YouPony, potrebbe coordinare le consegne per tutta la comunità, dando impulso anche allo sviluppo locale”.
Al momento You Pony è in fase di ottimizzazione – si prevede il lancio di una versione anche per il web entro gennaio 2016 – e non produce ancora utili, perché si è deciso di non prelevare niente dalle transazioni, ma introdurre piuttosto in futuro un abbonamento per i soli utilizzatori professionisti. Quando però inizierà a fatturare, dice Falletti, “devolveremo 10% dell’utile netto a Ong di tutto il mondo attive per migliorare i servizi di comunicazione, riducendo l’isolamento delle popolazioni e favorendo quindi il riscatto sociale”.
Veronica Ulivieri