Mitologia degli alberi
“Fin dall’origine il destino degli uomini fu associato a quello degli alberi con legami talmente stretti e forti che è lecito chiedersi che cosa ne sarà di un’umanità che li ha brutalmente spezzati”, questo l’incipit del libro Mitologia degli alberi (Rizzoli BUR, € 9,00) di Jacques Brosse, psicoanalista, scrittore, monaco zen e giornalista francese, morto nel 2008.
Un’analisi accuratissima che attraversa epoche e religioni diverse e si attiene a un numero sterminato di fonti storiche, per restituirci un quadro completissimo della simbologia e del ruolo degli alberi “dal giardino dell’Eden al legno della Croce”.
In passato le piante venivano considerate la manifestazione più immediata e concreta della divinità: a esse gli uomini si rivolgevano per chiedere protezione e conforto, intorno alle piante fiorivano miti straordinari, a ciascuna specie, a ogni albero, venivano attribuite virtù e funzioni particolari. Jacques Brosse ha ricostruito questo mondo perduto, raccogliendo racconti e tradizioni dalla mitologia egizia, semitica, cretese, indiana, greca, latina, germanica, celtica. Una piccola ma esauriente enciclopedia dei miti legati alle diverse piante: quercia, pino, frassino, betulla, noce, cipresso, fico, ulivo, melo, vite…
Oggi gli uomini sembrano aver dimenticato il ruolo fondamentale della Natura nella propria esistenza, non si accorgono che la distruzione dei boschi e delle foreste del pianeta non comporta soltanto gravi danni ecologici ma anche la sparizione di un prezioso patrimonio culturale.
Come ricorda Brosse citando Da vicino e da lontano dell’antropologo Levi Strauss: “nessuna situazione mi pare più tragica, più offensiva per il cuore e per l’intelligenza, di quella di un’umanità che coesiste con altre specie viventi con le quali non può comunicare (…) Un tempo la natura stessa aveva un significato che ognuno, nel suo intimo, percepiva. Avendolo perso, l’uomo oggi la distrugge e si condanna”.
Elena Marcon