Dolcenera, “Testimone della Terra” per l’Earth Day 2015
Classe 1977, Dolcenera, alias Emanuela Trane, è uno dei volti noti della nuova musica italiana. Quattro parteciapzioni al Festival di Sanremo fra le sue tante attività, la cantautrice è anche attrice e scrittrice. Trovando il tempo per impegnarsi con altrettanta passione a livello sociale. Ha partecipato a diversi eventi per l’orgoglio omosessuale, ha affiancato Emma Bonino nella campagna Somaly Man contro il turismo sessuale, ha cantato per i detenuti di diverse carceri. Quest’anno è il testimone della terra per l’Earth Day del 22 aprile prossimo, la campagna che celebra l’ambiente e la salvaguardia del Pianeta.
D) Dolcenera, perché hai deciso di fare il Testimone della Terra per questa iniziativa?
R) Perché mi piacciono le sfide impossibili. Viviamo un’epoca di decadimento in cui vengono sconvolti diritti civili. Siamo senza lavoro, senza opportunità di esprimere la propria personalità, con le difficoltà di mettere su casa e famiglia (le cose che un tempo erano così semplici e naturali). Con tutte queste difficoltà nel sentirsi realizzati, si perde il senso del rispetto, a partire da quello per se stessi, e non è facile mantenere l’animo sensibile per fare attenzione a una cosa semplice e naturale come l’ambiente che ci circonda. Non è facile avere coscienza del valore di un bene così scontatamente fruibile nel quotidiano, eppure così fragile. Una sfida personale che si deve trasformare in coscienza collettiva.
D) Cosa pensi di questa celebrazione, che da più di 30 anni festeggia il nostro pianeta?
R) È una goccia di splendore nell’oceano…
D) Che rapporto hai con l’ambiente e la natura?
R) Da agosto 2014 mi sono trasferita su una collina che guarda Firenze, tra pini, ulivi, alberi da frutto. Faccio tanto sport all’aperto. Per me è vitale, sopratutto per la mia condizione psicofisica, per il benessere di corpo e mente.
D) Quali sono le azioni quotidiane che compi per rispettarlo?
R) Il mio impegno è quello di cercare nel quotidiano il rispetto per le piccole cose, quei piccoli gesti che impercettibilmente cambiano il tuo stile di vita, un rispetto personale che insieme a quello di altri speri sempre possa estendersi a macchia d’olio.
D) Da sempre ti impegni in iniziative a carattere sociale: questa è la prima volta che ti dedichi all’ambiente? In quali altre iniziative ti sei impegnata in passato?
R) Non è la prima volta, ho collaborato con Legambiente per un progetto nel 2011 e ho cantato per l’Italia all’Expo di Saragozza del 2008, che aveva il tema dell’acqua come elemento di vita. Ricordo di aver suonato un fantastico pianoforte Fazioli di cristallo fatto a forma d’onda del mare.
D) Pensi che l’educazione ambientale possa passare anche attraverso la musica?
R) La musica è per animi sensibili ai quali è più facile percepire l’ambiente come un bene, un valore. L’educazione passa e deve passare da qualsiasi forma di linguaggio, deve farsi spazio, è destinata a urlare proprio perché impercettibile.
D) Se tu avessi la possibilità di intervenire in modo pratico nelle politiche ambientali, cosa cambieresti o cosa introdurresti in quella italiana?
R) Mi sembra che l’unica politica ambientale al momento sia quella prevista dal modello europeo… Invece il nostro territorio, così ricco di tanta bellezza, ha caratteristiche così particolari che ha bisogno di una seria programmazione di tutela. Per esempio, penso ai drammi delle alluvioni! Ma, come si dice, mancano i soldi e chi soffre è sempre quell’impercettibile che nel dramma, nel disastro, svela il suo valore.
D) Pensi che i nostri politici siano mediamente sensibili sulla questione ambientale o c’è ancora molto da fare?
R) La sensibilità è del momento, adesso penso e agisco in rispetto all’ambiente che vivo e un attimo dopo potrei tradirlo per miliardi di questioni. Vale anche per questi mediocri politici incastrati da loro stessi.
D) Hai mai pensato di scrivere musica a tema ambientale?
R) Gli elementi naturali ci sono sempre, per me sono “la bellezza delle cose che vivono di semplicità”. Su un problema ambientale no, forse perché pensare alla natura evoca gioia e non contrasto.
D) Al di là della tua condotta come donna, a livello professionale riesci a svolgere il tuo mestiere riducendo l’impatto ambientale?
R) “Il meglio che si può, si fa” e si lotta soprattutto quando non dipende solo da te. Richiede una conoscenza profonda del tema. Del resto la celebrazione di Earth Day serve a far conoscere e capire l’ambiente che ci circonda!
Daniela Falchero