GAI Pride, il successo del gruppo d’acquisto per le auto sostenibili
Dici gruppo d’acquisto e pensi a cassette di verdure, pane a lievitazione naturale, formaggi genuini. Ma se questo modello funziona per la spesa – si sono detti Gianalfredo Furini e Luca Dal Sillaro – perché non usarlo anche per acquistare auto (per di più se si tratta di mezzi sostenibili: ibridi, elettrici, a metano, ancora troppo cari per il grande pubblico)?
L’idea, nata un po’ per caso, ha funzionato e oggi attraverso il GAI (Gruppo d’acquisto ibrido) sono già state acquistate da famiglie e professionisti 333 auto ibride e 4 elettriche. “Io e Luca ci siamo conosciuti nel 2012 su un forum on line dedicato alle auto ibride. Entrambi volevamo comprare una macchina di questo tipo e parlando a Luca, che già faceva parte di un gas, è venuta l’idea di sperimentare questa formula anche per l’auto”, racconta Gianalfredo. Così, i due contattano i concessionari, mettono insieme altre persone interessate e alla fine dimostrano che l’idea funziona: “Acquistammo 16 auto ibride con uno sconto del 20%. Nel 2013 poi abbiamo messo insieme un secondo gruppo, per un totale di circa 50 auto acquistate”. A cui se ne aggiungono altri nel 2014, per un totale di otto gruppi già chiusi.
Le scommesse più recenti riguardano le auto elettriche e quelle a metano. “Le prime per adesso sono poco richieste perché hanno un’autonomia ridotta e in giro ci sono poche colonnine di ricarica. Per le auto a metano, invece, abbiamo in lista 500 persone: stiamo lavorando per portare a termine il primo acquisto. Inoltre, stiamo anche mettendo a punto un’iniziativa sulle biciclette elettriche su richiesta di un sindaco della Liguria”.
Il funzionamento del GAI è semplice: “Dopo l’iscrizione al gruppo, chiediamo alle persone di inviarci le informazioni su quale auto vogliono comprare – modello, allestimenti, colore – e sull’auto che desiderano dare eventualmente in permuta. Noi scegliamo solo la casa automobilistica sulle base di criteri di qualità, mentre ognuno è libero di optare per il modello che preferisce. Iniziamo poi a chiedere preventivi ai concessionari: fino ad oggi abbiamo avuto contatti con una ventina e lavorato con sette o otto. Non accettiamo mai sconti inferiori a quelli praticati al gruppo precedente, ma allo stesso tempo ci teniamo ad acquistare dai concessionari: è un periodo di difficoltà per molti di loro, questa iniziativa può dare una boccata d’ossigeno. All’inizio non conoscevano il meccanismo ed erano un po’ diffidenti, ma poi hanno capito che con questo modello c’è un beneficio per tutti”. Di solito, in due mesi e mezzo dall’iscrizione si può tornare a casa al volante della nuova auto, con un risparmio che può arrivare a 6-7.000 euro, sconti su gomme e accessori, e una guida a minor impatto ambientale. Il GAI non ha ancora fatto stime ufficiali, ma secondo la Toyota, per esempio, una Yaris ibrida su 10.000 chilometri percorsi emette circa 300 chili di CO2 in meno rispetto a una Yaris a benzina.
Finora, al GAI hanno partecipato persone di tutti i tipi: “Giovani famiglie, anziani, persone desiderose di risparmiare, automobilisti attenti al rispetto dell’ambiente. Molte sono persone già iscritte a un gas tradizionale. Sul nostro sito c’è anche un’area social dedicata alla nostra community, e ogni anno organizziamo un evento dedicato a loro. Lo abbiamo chiamato GAI pride, con un gioco di parole: il clou è la gara tra auto ibride, dove vince chi consuma di meno, ma ci sono anche momenti di socializzazione e divertimento”.
Per Gianalfredo, ex impiegato, e Luca, insegnante, la gestione del gruppo d’acquisto si è presto trasformata in un lavoro: “Ci siamo costituiti come associazione culturale: le attività del GAI si sostengono attraverso il tesseramento dei soci. Il nostro lavoro invece è ripagato grazie alle provvigioni che riceviamo dai concessionari, pari all’1-2% del costo di ogni auto”. Oggi il GAI cura gruppi d’acquisto per Jacopo Fo e il suo progetto Alcatraz, per l’associazione Altroconsumo e per aziende interessate a offrire questa possibilità ai dipendenti. “In futuro vorremmo lavorare di più con le imprese: alcune ci hanno contattato per l’acquisto delle flotte aziendali. Lo stesso lavoro potremmo farlo con gli enti pubblici locali. Tra i nuovi mezzi su cui vorremmo provare a lavorare, ci sono gli scooter elettrici, interessanti per chi si muove in città”.
Veronica Ulivieri