Eclissi solare, la bufala del rischio black out e il tentativo (interessato) di screditare le rinnovabili
“Le eclissi sono fenomeni naturali completamente prevedibili e graduali, di cui si conoscono la data, ogni luogo in cui saranno osservabili, il minuto esatto d’inizio e di fine, il momento in cui il ricoprimento del disco solare raggiungerà il massimo. Nulla, insomma, è più prevedibile di una eclissi“. Vincenzo Balzani, professore emerito dell’Università di Bologna e coordinatore del manifesto “Energia per l’Italia“, assicura che anche quella del 20 marzo non sarà un problema: “ovviamente ha conseguenze sulla produzione di energia elettrica fotovoltaica. Ma si tratta di conseguenze assolutamente prevedibili e quindi di un fenomeno facilmente gestibile”. “Tanto che – continua il professore – sia in Germania che in Spagna, due dei paesi con alta produzione fotovoltaica, si aspetta l’eclissi senza alcuna preoccupazione. Non così in Italia, dove alcuni giorni fa Terna ha ordinato di disconnettere gli impianti fotovoltaici di potenza superiore ai 100 kW e, chissà perché, anche degli impianti eolici di potenza fra 100 e 200 MW!“. Proprio negli stessi giorni in cui l’azienda partecipata dallo Stato italiano si faceva promotrice delle “7 regole” per la sicurezza dell’ambiente.
Un piccolo giallo, dunque, che fa sorgere qualche sospetto. Un comunicato di Terna rende noto che “per garantire le condizioni di ulteriore sicurezza e stabilità della rete elettrica, verrà attuata per la prima volta in Italia l’innovativa procedura RIGEDI-GDPRO. Prevista dal Codice di Rete dopo essere stata consultata da tutti gli operatori e approvata dall’Autorità per l’Energia Elettrica, il Gas e i Servizi Idrici, la procedura in questione consente di gestire in modo programmato il profilo di produzione di energia elettrica degli impianti fotovoltaici”. In dettaglio, la procedura prevede un “distacco” temporaneo (dalle 7 alle 14 del 20 marzo) degli impianti connessi alle reti elettriche di media tensione, e verrà eseguito in stretta collaborazione con le società di distribuzione dell’energia elettrica e con i produttori. La misura è però prevista solo in Italia!
Tra le possibili motivazioni della decisione del gestore della rete elettrica italiana, il Prof. Balzani ritiene probabili, nell’ordine: “l’ inadeguatezza della rete elettrica italiana e l’incapacità di programmare la sostituzione dell’energia fotovoltaica con altre fonti energetiche. Gli interessi economici legati alla necessità di rimpiazzare il mancato apporto del fotovoltaico con centrali turbogas. E un tentativo di dimostrare all’opinione pubblica che l’energia solare è ‘indigesta’ alla nostra rete nazionale, e quindi inadeguata per il sistema elettrico italiano”. Da questo quadro emerge, sostiene Balzani, “l’insofferenza del mondo economico ai costi dell’energia e in particolare ai costi accessori, di dispacciamento e di incentivi alle rinnovabili. E’ indice di una precisa volontà di limitare la transizione da combustibili fossili a energie rinnovabili“. Il contrario di quanto auspicato dall’Autorità per l’Energia e dal Fondo Monetario Internazionale, per i quali è necessario investire per rinnovare la rete elettrica, e promuovere lo sviluppo delle rinnovabili, anche attraverso strumenti fiscali. “Le energie rinnovabili – avverte Balzani – sono le sole capaci di portare il nostro paese all’indipendenza energetica e di ridurre le emissioni climalteranti“.
Il sospetto di un tentativo per screditare le rinnovabili era già stato avanzato dal presidente della Fondazione Univerde, Alfonso Pecoraro Scanio: “Basta alle squallide speculazioni sull’allarme blackout del prossimo venerdì 20 marzo”, ha dichiarato ieri l’ex Ministro dell’Ambiente. “Le eclissi solari sono prevedibili con decenni di anticipo, così come il sorgere e il tramontare del sole. Per il fotovoltaico ogni intervento sulla rete é assolutamente programmabile. Si tratta di produzione in gran parte di piccola e media taglia distribuita, quindi non può arrecare i problemi delle grandi centrali a combustibili fossili che, in caso d’incidenti, sottraggono improvvisamente enormi quantitativi di energia. Da giorni leggo richiami a possibili blackout e non vorrei che qualcuno delle lobby fossili stia programmando qualche incidente il 20 mattina per screditare le rinnovabili”.
Nessun allarme, del resto, si è manifestato tra gli operatori del settore: “Non sarà molto diverso rispetto a una giornata di cielo coperto“. Giovanni Notarangelo, di Derbigum Italia, sgombra l’orizzonte da ogni dubbio. Rispetto agli effetti dell’eclissi sulla fornitura di energia da fonti rinnovabili, spiega: “Dipenderà anche dalla portata del fenomeno, che stavolta sarà generalizzato e si noterà di più. Ma parlare di black-out è fare terrorismo. Già normalmente gli impianti fotovoltaici, quando manca la fonte solare, producono meno: in una giornata coperta si ottiene circa il dieci per cento di una soleggiata”.
Nessuna sorpresa, quindi, ed effetti ponderabili. Anche perchè la quota di energia fornita dal solare e fotovoltaico non è affatto indifferente. Come si legge nella relazione sullo stato dei servizi dell’Autorità per l’Energia, in Italia la produzione elettrica da fonti rinnovabili incideva vent’anni fa per il 19% sul totale della produzione lorda di energia elettrica (il 16% sul consumo interno lordo), poi è rapidamente cresciuta fino al 31% nel 2012 (il 27% sul consumo interno lordo) e a oltre 37% nel 2013“.
Ma se circa un terzo dell’elettricità che consumiamo ogni giorno deriva da fonti rinnovabili, è allora infondata l’accusa di inaffidabilità delle fonti alternative? “Fotovoltaico e solare sono sicuramente fonti discontinue – precisa Notarangelo – mentre una centrale termoelettrica tradizionale ha una potenza regolabile. Ma questo anche per via della struttura della rete elettrica italiana, che non è preparata a gestire la produzione in eccesso da fonti rinnovabili”.
Eppure anche Francesco Starace, AD e direttore generale del gruppo Enel, ha ribadito l’importanza di rinnovabili e reti digitali, presentando giusto ieri, a Londra, il piano strategico 2015-2019 alla comunità finanziaria: “La crescita delle rinnovabili si verifica in tutto il mondo – ha dichiarato – ed Enel e’ ben posizionata in questo settore”, pronta a cogliere le opportunità che arriveranno dalla digitalizzazione della rete di trasmissione, “per una serie di servizi e devices sempre piu’ distribuiti nelle case e nelle fabbriche”. Tra le novità anticipate da Enel, i sistemi di accumulo, veicoli elettrici, e proprio l’integrazione delle rinnovabili.
Per la cronaca, vi anticipiamo – senza essere profeti, che questa eclissi avrà inizio parziale alle 7,40 (UTC), con punta massima alle 9,46 e fine parziale alle 11,50. E si ripeterà tra 18 anni e 10 giorni. Sarà bene che il sistema energetico italiano ripensi se stesso prima di allora…
Cristina Gentile