“Il meteo dalla A alla Z”: come il clima influenza la nostra vita
Il clima ha ispirato i più grandi pittori fiamminghi del Rinascimento, ha plasmato la storia e giorno dopo giorno entra nelle nostre cucine, influenza la nostra salute e detta i tempi delle principali attività umane. Nel libro “Il meteo dalla A alla Z“, da poco pubblicato dalla casa editrice Dedalo, Andrea Giuliacci e Lorenza De Matteo, fisici dell’atmosfera, raccontano per la prima volta come i fenomeni meteo influenzino profondamente economia, società e cultura. I vari capitoli, ordinati sotto forma di glossario tematico dalla A alla Z, accompagnano il lettore alla scoperta degli eventi meteorologici che nei secoli hanno modificato il corso della storia. Troveremo informazioni insospettate su quali sono le città più inquinate al mondo e perché, conosceremo i record stabiliti dai diversi fenomeni atmosferici e, tra le altre cose, scopriremo addirittura perché il buon pizzaiolo dovrebbe comportarsi da bravo meteorologo. Tra aneddoti e curiosità, il lettore verrà introdotto in modo naturale a conoscere i segreti dell’atmosfera, degli eventi climatici e del loro stretto rapporto con la vita quotidiana. Per la rubrica “Racconti d’Ambiente“, pubblichiamo oggi la prima parte del capitolo dedicato agli Oceani.
Gli oceani occupano più del 70% della superficie terrestre,con un’estensione maggiore nell’emisfero australe. L’oceano più vasto è il Pacifico, nel quale vi sono oltre 25 000 isole, ed è anche il più profondo: il punto più basso si trova nella Fossa delle Marianne dove gli abissi si spingono fino a 11.034 metri di profondità! Negli oceani è possibile trovare una grande varietà di condizioni ambientali, basti pensare che si può spaziare dalle calde acque tropicali fino alle distese gelate dei poli. Oltre all’oceano Pacifico, all’oceano Atlantico e a quello Indiano, bisogna infatti considerare l’oceano Artico, nonostante secondo alcuni ricercatori sia «solo» un mare.
In realtà la distinzione tra mare e oceano è abbastanza sottile: solitamente gli oceani possono contenere i mari, men -tre questi ultimi sono più piccoli e delimitati in maniera più precisa.
Gli oceani rivestono un ruolo di primo piano sui meccanismi che regolano sia il clima che la meteorologia.
Gli oceani sono così importanti che recentemente si è deciso di celebrare il World Oceans Day: nata l’8 giugno 1992 durante il summit sull’ambiente di Rio de Janeiro, questa ricorrenza è stata riconosciuta ufficialmente dalle Nazioni Unite nel 2008.
Per capire la rilevanza che gli oceani rivestono sul nostro pianeta in generale e sul clima in particolare, basti pensare che il sistema climatico è formato da cinque sfere, una delle quali, l’idrosfera, è appunto costituita dagli oceani che, interagendo fra loro, influenzano l’equilibrio della Terra. Un’altra sfera, lacriosfera, comprende invece tutta l’acqua sotto forma di ghiaccioe neve.
Gli oceani forniscono buona parte degli alimenti di cui l’uomo si nutre, rap presentano una riserva di petrolio e di tanti altri minerali e inoltre restano una delle principali vie di trasporto.
Ma perché gli oceani sono così importanti per il clima? Tanto per cominciare sono in grado di accumulare, grazie alla loro elevata capacità termica, grosse quantità di calore, che poi possono essere trasferite all’aria dove vengono utilizzate come carburante dai principali fenomeni atmosferici. La capacità termica di un corpo, ossia la sua capacità di accumulare calore, dipende infatti direttamente sia dalla massa che dalla natura della sostanza. Le grandi distese d’acqua come gli oceani hanno pertanto una capacità termica molto elevata in virtù della notevole massa d’acqua di cui sono costituite: grazie a ciò possono appunto accumulare enormi quantità di calore che poi, piano piano, rilasciano nell’atmosfera.
La capacità di accumulare calore delle grandi masse d’acqua spiega quindi come mai il clima nelle regioni costiere sia molto più mite rispetto alle zone interne. Durante l’estate, infatti, l’acqua scaldata dai raggi solari assorbe molto calore,aumentando la propria energia interna senza permettere che la temperatura esterna salga in modo eccessivo. L’acqua cede poi lentamente questo calore durante i mesi invernali, comportandosi così come un enorme ed efficiente calorifero che mantiene il clima più mite di quanto sarebbe senza la sua presenza termoregolatrice.
Grazie alla loro elevata capacità termica (circa 800 volte superiore a quella dell’aria), gli oceani svolgono anche un importante ruolo di ridistribuzione del calore attraverso il pianeta: il surplus di energia accumulato ai Tropici, dove i raggi solari arrivano con maggior intensità, viene poi trasportato verso le alte latitudini proprio grazie al complesso sistema delle correnti oceaniche. Queste ultime trascinano a notevoli distanzeenormi quantità d’acqua con una certa temperatura, e inevitabilmenteinfluenzano il clima delle regioni verso cui si dirigono,specie nelle zone costiere. Ad esempio la Corrente californiana, che trasporta acque fredde, fa sì che in estate la fascia costiera sia fresca mentre basta spostarsi di qualche chilometroverso l’interno per trovare temperature che possono raggiungere facilmente i 38 °C.
La Corrente del Golfo invece fa sì che località che si trovano alla stessa latitudine ai lati opposti dell’Atlantico presentino situazioni climatiche completamente diverse. È il caso dell’isola di Terranova, in Canada, dove in inverno si hanno condizioni climatiche polari, e della Scozia che, pur alla stessa latitudine, gode durante la stagione invernale di un clima temperato, decisamente più mite. La quantità di calore che l’Europa riceve dalla Corrente del Golfo equivale al 20% dell’energia ricevuta dal Sole: se non ci fosse la Corrente del Golfo sarebbe come se in Europa scomparisse un giorno di sole su cinque! Il movimento che spinge l’acqua calda da sud verso nord-est è generato da una corrente contraria nelle profondità marine che porta acqua fredda dal Nord Atlantico alle zone equatoriali: come un enorme nastro, l’acqua che sprofonda nei mari settentrionali e poi scorre negli abissi trascina verso nord la corrente calda che parte dal Golfo del Messico.
Andrea Giuliacci* e Lorenza Di Matteo**
* Fisico dell’atmosfera e dottore di ricerca in Scienze della Terra. Dal 1995 lavora come meteorologo presso il Centro Epson Meteo. Dal 2002 cura le previsioni del tempo per le reti Mediaset e dal 2007 tiene il corso di Fisica dell’Atmosfera presso l’Università Bicocca di Milano
** Fisico dell’atmosfera, si è occupata per anni di tematiche legate al clima, alla meteorologia e alla qualità dell’aria presso l’Istituto ISAC – CNR. È attualmente insegnante di Meteorologia aeronautica e assegnista di ricerca presso l’Università degli Studi del Piemonte Orientale