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Zehus: la bici ibrida che si ricarica pedalando

Ci sono la bici muscolare e quella elettrica. Lo spazio in mezzo a questi due opposti era rimasto vuoto fino a pochi anni fa, quando Giovanni Alli, 30 anni, ingegnere, durante il suo dottorato al Politecnico di Milano si è messo in testa di provare a dar vita a una bici ibrida. Zehus, il sistema che permette di ottenere una bici elettrica che si ricarica pedalando, in grado di far risparmiare il 40% della fatica senza bisogno di essere collegata alla rete elettrica per fare il pieno di energia, sta infatti cambiando il futuro della due ruote.

Flessibile e Made in Italy, è il frutto di un lungo lavoro – e numerosi brevetti – intorno ad alcune innovazioni chiave: “In primo luogo la bici con sistema Zehus è capace di essere un mezzo ibrido, risparmiando energia, senza bisogno di ricarica. Il sistema è inoltre all in one: motore, portabatteria e interfaccia con l’utente sono integrati in un solo componente, collocato nella ruota posteriore, con un peso di soli 3 chili. Inoltre, per integragire con la bici si usa lo smartphone, attraverso il quale si possono anche attivare servizi aggiuntivi come il blocco della ruota o la diagnosi di eventuali guasti in tempo reale”, spiega Giovanni Alli, che nel 2013 ha fondato la società spin off del Politecnico milanese Zehus, dove oggi lavorano 15 persone. “L’idea è nata facendo un parallelismo con quello che era già accaduto nel campo delle auto, dove si erano affermato ibride come la Toyota Prius, in cui il motore a combustione supporta quello elettrico, e ibride seriali, in cui il motore a combustione ricarica solo le batterie. Il motore a combustione interna è simile al motore-uomo: entrambi hanno differenze di resa durante un percorso, ed entrambi possono affiancarsi a un motore elettrico”.

Ma come funziona di preciso Zehus? “Così come depositiamo i nostri risparmi sul conto in banca, l’energia viene immagazzinata nella batteria. Quando il sistema capisce che il ciclista ha una buona efficienza, ricarica la batteria. Quando invece l’utente pedala con una bassa efficienza, il sistema lo aiuta e spinge. In sostanza, in pianura una piccola parte dello sforzo del ciclista viene destinata alla ricarica della batteria, mentre in salita è la batteria a fornire al ciclista una spinta in più”, continua Alli. Oltre al sistema all-in-one collocato nella ruota di dietro, anche il software ha un ruolo molto importante: “Deve tenere conto sia dell’efficienza, sia del feeling: abbiamo messo a punto un sistema che permette di stimare diversi parametri, tra cui la pendenza e lo sforzo che si sta facendo. Altre caratteristiche le stiamo ancora sviluppando, ma il software sarà sempre aggiornabile”.

Innovazioni coperte da diverse brevetti e premiate con importanti riconoscimenti, come il primo premio della fiera China Cycle di Shangai, dove Zehus è stato nominato prodotto più innovativo del salone. “Nel 2011 abbiamo depositato il primo brevetto, riguardante l’integrazione di sistema, gli algoritmi e l’ottimizzazione energetica”. Zehus è tutto prodotto in Italia: “Abbiamo creato una filiera di aziende tra Brescia, Varese, Genova, Vicenza e Torino. Per noi il controllo della qualità e l’affidabilità sono molto importanti: per questo anche in futuro puntiamo a mantenere la produzione nel nostro Paese”.

Per il lancio sul mercato, il team di Zehus ha deciso di rivolgersi direttamente alle aziende: “Vendiamo il nostro sistema all-in-one ai produttori di bici, che lo montano sui loro modelli. Offriamo a tutti una prova, che di solito va a buon fine e porta alle prime forniture. Al momento lavoriamo con piccoli e medi clienti, ma alcuni grandi gruppi sono interessati a noi e questo ci apre buone prospettive di crescita per il futuro”. A dicembre 2014, a sei mesi dal lancio, la società aveva già venduto mille pezzi. “Nel 2015 contiamo di arrivare a 5.000 pezzi. Oggi contiamo 56 clienti in tutto il mondo: oltre all’Italia, in Germania, Svizzera, Belgio, Olanda, Spagna, Francia, Australia, Stati Uniti, Hong Kong, Singapore, Giappone”.

E insieme al sistema all in one, il team di Zehus ne sta studiando altri: “Stiamo realizzando altri brevetti sull’integrazione uomo-macchina nei mezzi a moto impulsivo, come il monopattino e la sedia a rotelle. Inoltre, stiamo anche lavorando per ottenere una bici ibrida seriale, in cui la persona genera energia pedalando e il motore elettrico la spinge. In questa modalità, si scollegano i pedali dalla ruota dietro, non c’è più catena perché non serve un sistema di trasmissione. Si perde un po’ la resa, ma si aumenta di molto la flessibilità. Un altro sistema che stiamo realizzando permetterà di simulare le grandi salite, anche se ci si trova al parco: molti hanno già provato a farlo scontrandosi con la mancanza di hardware. Noi lo stiamo disegnando”.

Veronica Ulivieri

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