La green economy cinese protagonista del Forum QualEnergia
“La Cina è una delle economie più grandi del mondo, in continua crescita, con una popolazione che supera gli 1,3 miliardi di persone. Questo risultato è stato però raggiunto con conseguenze negative a livello di impatto ambientale con la crescita dell’inquinamento in particolar modo nei grandi centri urbani. Fortunatamente il governo cinese ha capito la situazione e ha già messo in campo delle azioni urgenti per migliorare la situazione ambientale, il tutto in un’ottica di green economy”. Così Yin Jun, Consigliere Scientifico dell’Ambasciata della Repubblica Popolare Cinese, intervenuto ieri mattina al VII Forum QualEnergia, che si chiuderà a Roma il 28 novembre, per parlare dei recenti accordi Usa-Cina sulle emissioni e le rinnovabili che rivoluzioneranno le dinamiche e i mercati delle nuove energie nei prossimi decenni.
“In Cina si stanno sviluppando le energie rinnovabili, le fonti di energia non fossili rappresentano l’8% del consumo di energia primaria totale registrato nel 2011, risultato che ha significato una riduzione annua di 600 milioni di tonnellate di emissioni di CO2. Nello stesso anno – ha spiegato Yin Jun – la capacità di generazione di energia dall’idroelettrico ha raggiunto i 230 milioni di kw, primo posto nel mondo. Tutto ciò verrà ancora più spinto con l’accordo con gli Stati Uniti“. Con l’accordo infatti, la Cina si impegna ad invertire la rotta in termini di emissioni di CO2 aumentando al 20% entro il 2030 la quota di combustibili non fossili utilizzata per la produzione di energia primaria.
Secondo Gianni Silvestrini, direttore scientifico QualEnergia e Kyoto Club, “viste le posizioni di grandi Paesi come Cina e Stati Uniti, il prossimo anno alla COP di Parigi l’accordo potrebbe essere raggiunto, così come l’obiettivo di mantenere la crescita della temperatura sotto i due gradi. In parallelo c’è infatti una enorme evoluzione delle tecnologie che sta offrendo prospettive prima inimmaginabili. In questo momento – ha spiegato Silvestrini – c’è una competizione in positivo che aumenta la base della green economy e mette in difficoltà i settori tradizionali. L’accordo tra Cina e Stati Uniti avrà un impatto su altri Paesi emergenti. La Cina, un grande consumatore di carbone, ha capito che sta cambiando qualcosa e per la prima volta quest’anno ha ridotto il consumo di carbone. Possono tuttavia bastare gli impegni tra singoli Paesi? Non credo se guardiamo all’ultimo accordo europeo. Alla prossima COP di Parigi infatti l’Europa arriverà un po’ affannata mentre avrebbe tutte le carte a disposizione per coprire un ruolo da protagonista“.
L’efficienza energetica rappresenta una sfida per l’Italia e l’Europa anche secondo Silvia Velo, Sottosegretario Ministero dell’Ambiente: “È uno strumento che consente di intervenire sul fronte dell’emissione di gas serra e sull’utilizzo dei combustibili possibili, raggiungendo più traguardi e consentendo la riqualificazione delle nostre città in termini di bellezza e sicurezza. Gli strumenti di incentivazione dell’efficienza energetica ad esempio possono sostenere l’idea della riduzione del consumo di suolo, rendendo più conveniente ristrutturare piuttosto che fare nuove edificazioni. L’efficienza energetica è una frontiera tutta da esplorare in cui le nostre imprese hanno molto da dire in termine di tecnologie e politiche industriale e può essere l’esempio di come sostenibilità, crescita e occupazione possono tranquillamente viaggiare nella stessa direzione”.