Cristiana Capotondi, tra il rosa e il “grande blu”
Compiuti da poco i 34 anni, Cristiana Capotondi è nella hall of fame delle giovani attrici italiane. Una carriera iniziata prestissimo con la pubblicità in tv – è lei il volto femminile dello spot Maxibon famoso per il claim “Two is megl che one” – ha poi proseguito nel cinema, assumendo via via ruoli di maggiore importanza. Nel 2007 ha vinto il Premio Guglielmo Biraghi nell’ambito dei Nastri d’Argento per “Notte prima degli esami“, cui sono seguiti numerosi altri riconoscimenti. L’abbiamo vista recentemente accanto a Pif in “La mafia uccide solo d’estate“, mentre a marzo è stato presentato “Sulla poltrona del papa“, il suo primo corto in veste di regista, e a ottobre ha partecipato come testimonial per la campagna di Gomitolo Rosa, un’associazione non profit che congiunge, attraverso un filo ideale, il mondo della lana e il mondo della salute. Per mezzo del lavoro a maglia con i gomitoli realizzati con le lane autoctone italiane, Gomitolo Rosa intende concorrere al benessere di chi è colpito dalla malattia. Attraverso un’opera di sensibilizzazione mirata alla salute, in particolare nell’ambito delle patologie oncologiche, offre supporto alle associazioni, agli enti e alle strutture impegnate in progetti in ambito sanitario.
D) Cristiana, perché hai scelto di dare la tua partecipazione a Gomitolo Rosa come testimonial?
R) Perché penso che Gomitolo Rosa abbia avviato un’iniziativa molto intelligente: è vicina alle donne in un momento per loro molto duro, le mette in relazione tra loro stimolando la capacità creativa. Le riporta al principio stesso della vita…
D) Quanto pensi siano legati ambiente, benessere e salute?
R) Ritengo ci sia fra loro un legame fortissimo. Inizia tutto dalla terra, penso soprattutto al cibo che mangiamo.
D) Cosa significa per te ambiente?
R) Per me l’ambiente è la madre terra. Come dicevo, rappresenta l’inizio di ogni cosa.
D) Quali sono le azioni che compi tutti i giorni per rispettarlo?
R) Me ne prendo cura abitando questo Pianeta nel modo più responsabile possibile, soprattutto in termini di spreco, che cerco di ridurre al massimo.
D) Quale pensi sia il problema ambientale più grave e urgente da risolvere e perché?
R) Darei l’assoluta precedenza alla risoluzione dell’inquinamento delle materie prime alimentari tramite l’uso di additivi chimici dovuto alla necessità di una produzione di massa. Una pratica che continua quando tutti sappiamo che nella parte ricca del mondo buttiamo milioni di quintali di cibo e ci sono sempre più casi di obesità e iper nutrizione…
D) Ultimamente ti stai dedicando a temi socialmente impegnati come la mafia, la lotta al cancro, la difesa dell’ambiente: pensi che un personaggio pubblico abbia il dovere di comunicare valori etici?
R) Più che definirlo dovere, nel mio caso lo definirei piuttosto un piacere, perché per me significa seguire tematiche interessanti, socialmente rilevamenti e lo faccio da “protagonista”.
D) Se dovessi interpretare un ruolo in un film a tema ambientale, nei panni di chi ti vedresti bene?
R) Di un biologo marino. Uno dei film della mia vita è Le Grand Bleu di Luc Besson. Se non esistesse il mare, per me non sarebbe così bello stare al mondo. Perciò il mio messaggio ambientale per eccellenza è: “non inquinate il mare, ve ne prego”!
Daniela Falchero