Un biodistretto integrato per la Sicilia: a Caltagirone il progetto di Renovo Bioenergy
Renovo SpA, azienda attiva nella valorizzazione delle biomasse vergini residuali, ha presentato il nuovo progetto integrato Renovo Bioenergy per la zona industriale di Caltagirone (Catania), che prevede la costruzione di un polo integrato della bioedilizia, del riciclo del legno e delle energie rinnovabili da biomasse vergini.
Il biodistretto di Caltagirone, in particolare, prevede la costruzione di un vero e proprio polo ad elevata autonomia energetica che punta da un lato alla valorizzazione dei residui agricoli e forestali a livello locale nel settore della bioedilizia, dall’altro al recupero e riciclo di legno post-utilizzo, che dovrebbe portare al territorio calatino molteplici vantaggi in termini di ricadute ambientali e socio-economiche.
Alla base del biodistretto ci sarà la valorizzazione di biomasse vergini locali all’interno di un impianto cogenerativo, che immetterà in rete l’energia elettrica prodotta e cederà l’energia termica cogenerata agli altri due impianti del polo, finalizzati uno alla produzione di pallet certificati in legno pressato e l’altro a quella di pannelli termoisolanti in fibra di legno e paglia.
“I benefici ambientali di una filiera a ‘km 0’ come quella che intendiamo implementare a Caltagirone sono molti”, spiega il presidente Stefano Arvati. “Innanzitutto, per l’alimentazione dell’impianto cogenerativo utilizzeremo solamente scarti agricoli e forestali da filiera corta, provenienti da meno di 70 km. Inoltre, andremo a valorizzare la filiera del legno di riciclo post-utilizzo finalizzandola alla produzione di pallet certificati in legno pressato. Attualmente il legno di riciclo siciliano ha, come unico sbocco commerciale, le aziende settentrionali del pannello. E’ quindi facile capire come si possano in questo modo evitare l’emissione di 4.260 tonnellate di CO2 derivate dal trasporto del materiale lungo tutta la penisola”.
Non è questo, secondo i promotori, l’unico vantaggio per l’ambiente portato dal progetto di Caltagirone: generare la stessa quantità di energia da fonti fossili, infatti, ‘costerebbe’ la produzione di circa 3.730 tonnellate di CO2. C’è poi da considerare l’implementazione di una filiera dei pannelli termoisolanti in fibra di legno e paglia, che permettono l’efficientamento energetico degli edifici e quindi l’abbattimento dei consumi per il riscaldamento del 30-40%, favorendo un risparmio di circa 4.000 tonnellate di CO2.
Importanti dovrebbero essere anche le ricadute sociali e occupazionali degli impianti: “A questo proposito, grazie alla collaborazione con la cooperativa sociale ‘Il Nodo’,” continua Arvati, “individueremo 89 lavoratori (tra diretti, indiretti e indotto) principalmente all’interno delle fasce svantaggiate della popolazione: mamme senza lavoro, ex detenuti, categorie protette. In totale abbiamo calcolato che le ricadute socio-economiche sul territorio saranno nell’ordine dei 4.032.138 di euro all’anno.”
Renovo Bioenergy per il suo biodistretto siciliano sta trovando la collaborazione nel mondo della finanza etica, infatti il progetto al momento è all’attenzione del Fondo Etico immobiliare Green Star – Comparto Bioenergie promosso da REAM SGR e Renovo, i cui sottoscrittori sono la Fondazione “Con il Sud”, la Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, la Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca e la Fondazione Banco di Sardegna.