Energia e clima. Gli USA guardano all’Europa
Il vertice di Copenhagen, seppur fallimentare nelle decisioni e nei contenuti dell’accordo sottoscritto, calca il segno lasciato dal Protocollo di Kyoto e sottolinea, ancora una volta, come i temi della tutela ambientale e del cambiamento climatico siano oggetto di attenzione mediatica, economica, politica e giuridica.
Si tratta di temi chiave sia per l’Europa, che dalla firma di Kyoto si è impegnata con politiche serie per la riduzione dell’effetto serra, sia per i Paesi in via di sviluppo, che vedono esplodere la propria crescita economica con notevoli ripercussioni sull’ecosistema, sia infine per Paesi come gli Stati Uniti d’America, che seppur fuori da Kyoto, hanno maturato la consapevolezza che non è più tempo di stare a guardare.
Una politica americana di stampo europeo potrebbe costituire la strada giusta per ottenere risultati concreti e non deludenti nel prossimo vertice sul clima, nel 2010 a Mexico City.
È su questi presupposti che la Fordham University School of Law, tra le prime 30 facoltà di legge americane, e Corridoi Atlantici, associazione per lo studio della cultura americana, organizzano, per il 22 febbraio, la tavola rotonda newyorkese “Greening the Transatlantic alliance: European and U.S. Perspectives on a Global Carbon Market to Combat Climate Change”.
Tecnici, operatori e studiosi del settore, policy makers, economisti, operatori finanziari e giuristi d’impresa metteranno a confronto esperienze differenti nei settori dell’energia e del Carbon Market, mettendo a confronto le politiche di emission trading, realizzate o da realizzare, degli Stati Uniti e dell’Unione europea, per evidenziarne differenze e convergenze. E per tracciare un primo solco attraverso cui mutuare l’esperienza europea per un sistema di scambio delle emissioni e di contenimento degli effetti climalteranti tutto americano.