Basta pesticidi! Una decisione storica dei cittadini di Malles, nella valle delle mele
Stop all’utilizzo di “sostanze fitosanitarie chimico-sintetiche molto velenose, velenose, dannose per la salute e per l’ambiente e di erbicidi”. Dopo le forti limitazioni introdotte dal Comune di Malosco (Trento) insieme alla messa al bando di pesticidi tossici e molto tossici e l’esempio del Comune di Vallarsa, che ha messo in pratica il principio “Chi inquina paga”, dall’estremo nord della penisola arriva un’altra decisione storica.
Il 5 settembre, infatti, i cittadini di Malles (alta val Venosta, provincia di Bolzano), hanno votato a larga maggioranza a favore del divieto di utilizzo di pesticidi e erbicidi sul territorio comunale. Adesso l’amministrazione dovrà recepire la volontà popolare, ma è evidente la grande importanza di questo primo risultato, raggiunto non per intenzione di un sindaco illuminato, ma grazie al pronunciamento di tutti i cittadini. Che hanno risposto al referendum con un’affluenza record (oltre il 69%) e il 76% dei voti a favore dello stop. A rendere la decisione ancora più significativa è il fatto che arriva dalla val Venosta, una delle aree simbolo, insieme alla val di Non (dove, guarda caso, si trova Malosco) della produzione intensiva di mele. Il territorio di Malles, situato in alta quota (dai 978 metri della frazione Laudes ai 3.738 metri della vetta “Palla bianca”), per adesso è stato toccato solo marginalmente dalle coltivazioni industriale degli alberi da frutto, ma queste, sia per i cambiamenti climatici, sia per l’introduzione di nuove varietà resistenti anche a temperature più fresche, si stanno via via spostando anche ad altitudini elevate.
“Sono molto orgoglioso dei miei concittadini. Viste le forze che avevamo contro, non ci aspettavamo assolutamente questo risultato”, spiega Johannes Fragner-Unterpertinger, farmacista di Malles e portavoce del comitato promotore del referendum, facendo riferimento sia alla potente Sudtiroler Bauernbund, l’Unione degli Agricoltori e Coltivatori diretti sudtirolesi che ha già minacciato ricorso, sia alla politica provinciale “ufficiale”.
Ma in che modo il comitato è riuscito a portare al voto i concittadini su un argomento tanto scottante? “La prima idea l’abbiamo avuta dieci anni fa. Quattro anni fa, il Comune di Malles ha pubblicato un volumetto con alcune semplici regole da rispettare per limitare l’impatto ambientale dei pesticidi. Nessuno le ha mai rispettate, mentre sono cresciuti i problemi: alcuni contadini biologici, per esempio, sono stati multati perché nel loro fieno e latte sono state trovate sostanze vietate, che in realtà però erano state spruzzate dai loro vicini. A darci l’input sono state poi la sentenza del tribunale di Trento, che due anni fa ha respinto il ricorso di alcuni melicoltori nonesi contro il regolamento del Comune di Malosco, e la modifica del regolamento comunale di Malles, che oggi prevede anche forme di democrazia diretta”.
La campagna referendaria non è stata semplice, fra tensioni, ritorsioni e minacce. Ma l’interesse dei cittadini è emerso fin da subito: “Per presentare il referendum dovevamo raccogliere circa 300 firme, siamo arrivati a 800”. E se c’è stato chi ha cercato di confondere le acque, la strategia non ha funzionato: “Oggi tutti sanno leggere e scrivere, tutti usano il computer, tutti possono informarsi su internet e verificare le cose sostenute da noi, e le menzogne dette dalla controparte. La nostra gente ha visto il nostro impegno, ha creduto alle nostre argomentazioni, ha visto i nostri soldi e il nostro tempo spesi nell’interesse della collettività”.
Se è vero che in Alto Adige la sensibilità ambientale è di solito maggiore rispetto ad altre aree d’Italia, “quando poi si parla di pesticidi le cose cambiano, perché dietro ci sono grandi interessi economici”. Eppure, gli effetti di un uso indiscriminato dei pesticidi non possono essere negati: “I principali danni per la salute umana per esposizione a tali sostanze sono stati identificati in: diminuzione fertilità maschile, abortività spontanea, endometriosi, gravidanza extrauterina, parto pre termine, disturbi autoimmuni, aumentato rischio di criptorchidismo e ipospadia, diabete/ alcune forme di obesità, elevato rischio di tumori, deficit cognitivi e disturbi comportamentali, patologie neurodegenerative, disfunzioni ormonali (specie alla tiroide), sviluppo puberale precoce”, ha scritto l’oncologa di ISDE Patrizia Gentilini in un recente articolo scientifico.
“A Malles per fortuna gli effetti sanitari si vedono ancora in minima parte, perché per adesso non è arrivata in modo massiccio la frutticoltura che necessita di enormi quantità di pesticidi”. Ma basta andare su internet e leggere i giornali. “Veronika Stirner Brantsch, ex presidentessa di Peter Pan – associazione che si occupa di bambini malati di tumori – e oggi consigliera provinciale, per esempio, ha dichiarato pubblicamente pochi mesi fa: ‘Gli effetti dannosi alla salute dei pesticidi sono ben noti, vedasi l’aumentata infertilità e la percentuale maggiore di malattie neoplastiche infantili in zone della Bassa Atesina’”. Effetti che sono evidenti anche per quanto riguarda ecosistemi: “Nella media e bassa val Venosta sono scomparse certi tipi di farfalle: ormai si ritrovano 500 metri sopra l’ultimo frutteto”.
Mentre il Bauernbund sminuisce, dicendo che “quello di Malles è un voto che va collocato a livello locale”, e attacca dichiarando che “non ci sono margini giuridici che consentano regolamentazioni speciali a livello comunale”, a fine mese il Consiglio comunale dovrebbe cominciare a lavorare per recepire la volontà popolare. Prima dovrà inserire nello statuto municipale un articolo che mette al bando le sostanze molto velenose, velenose, dannose per la salute e per l’ambiente, poi procederà probabilmente con una delibera e un regolamento specifico. “Non siamo talebani: chiediamo a chi ha un frutteto di eliminare i pesticidi in due-tre anni e a chi fa nuovi impianti di seguire il metodo biologico. Il sindaco di Malles si è informato e ha capito che, oltre a una questione ambientale e di salute, lo stop ai pesticidi è anche una grande occasione economica”.
Per Fragner-Unterpertinger è troppo presto per prevedere che impatto avrà questa decisione sul resto della val Venosta: “In questo momento tutti gli occhi sono puntati su Malles, per vedere cosa accadrà. Scommetterei che un referendum popolare a livello provinciale avrebbe un successo ancora più ampio: secondo un sondaggio fatto poche settimane fa dal settimanale “ff”, l’81% dei cittadini voterebbe a favore della messa al bando dei pesticidi”.
Veronica Ulivieri