Le Alpi come brand. Al ForumAlpinum si discute di valorizzazione delle aree montane
È ambizioso il tema dell’undicesimo ForumAlpinum, il secondo che si svolge in Italia dalla sua istituzione nel 1994. Quello che si terrà a Darfo Boario Terme, nella suggestiva Val Camonica, dal 17 al 19 settembre cercherà di mettere a fuoco strumenti e politiche per utilizzare, valorizzare e gestire dal livello locale a quello macroregionale le risorse delle Alpi, o per meglio dire la “risorsa Alpi”. Perché ciò che è chiaro agli organizzatori – Iscar (Comitato Scientifico Internazionale di Ricerca Alpina), Università della Montagna e Università degli Studi di Milano – è proprio che le Alpi vanno amministrate secondo una strategia comune, senza particolarismi da campanile. Direzione questa indicata senz’altro dall’Europa ad esempio col Programma di finanziamento Spazio Alpino 2014-2020.
Al Forum sono attese oltre 300 persone al giorno, in particolare studiosi, ricercatori (a loro sarà dedicato il premio giovedì sera), amministratori e politici. Oltre 35 appuntamenti tra workshop e seminari. Numeri che attestano la vivacità della montagna e l’interesse del forum internazionale quadriennale che ha ricevuto anche il patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Aperta al pubblico la cosiddetta sessione politica di giovedì intitolata “Verso una politica macroregionale delle risorse” (dalle 14 alle 16) e la successiva tavola rotonda (fino alle 18) che sarà possibile seguire anche in streaming e via twitter previo accreditamento inviando un’e-mail a corso.edolo@unimi.it. Tra i partecipanti Gianclaudio Bressa, sottosegretario di Stato alla presidenza del Consiglio dei Ministri con delega alla montagna, Enrico Borghi, presidente dell’intergruppo parlamentare per lo sviluppo della montagna, e i vertici delle regioni Piemonte e Lombardia.
«Il paradigma per cui la montagna è un territorio svantaggiato purtroppo ancora c’è e per modificare questa visione è necessario lavorare concretamente e rendere consapevoli per primi coloro che vivono in montagna delle molteplici risorse che le Alpi offrono», chiosa Anna Giorgi, presidente del Comitato Scientifico Internazionale di Ricerca Alpina (Iscar) e direttrice del Centro interdipartimentale per la Gestione sostenibile e la difesa della montagna dell’Università di Milano.
«In contesti diversi da quello italiano – continua la studiosa - le peculiarità della montagna vengono sfruttate con profitto, come nel caso della risorsa legno. Invece noi compriamo legno per manifattura ed edilizia da Svizzera e Austria, il pellet a scopo energetico dalla Slovenia o addirittura dall’Africa se prodotto da noci di cocco, mentre lasciamo le nostre foreste scarsamente gestite con le conseguenze che sappiamo, come il dissesto idrogeologico o la scarsa produttività del bosco stesso. Il concetto di “svantaggio” per le aree montane prende corpo nel momento in cui si usa come modello di sviluppo la pianura. È questo l’errore che abbiamo fatto negli ultimi quarant’anni: trasferire modelli di sviluppo di pianura in montagna. La montagna deve lavorare sulle risorse che le sono proprie, come nel caso dei prodotti agroalimentari e del latte in particolare, senza seguire processi industriali tipici della pianura».
L’ambizione del ForumAlpinum 2014 è di fornire una piattaforma al dialogo tra scienza e politica, con la partecipazione di esponenti del mondo politico provenienti da stati e regioni alpine, dell’UE e della Convenzione delle Alpi, che si confronteranno su come integrare le proprie politiche e piani d’azione in un’ottica macroregionale. Un modo per superare non solo gli ostacoli burocratici ma anche il campanilismo tra una regione e l’altra nella gestione della montagna. «Le singole valli da sole contano poco e hanno poca forza per rappresentare le proprie istanze, insieme si conta di più e si comincia ad avere potere politico per interloquire e negoziare avendo ben chiare le proprie specificità di area alpina – prosegue Giorgi – Su questo fronte l’Unione Europea sta definendo i confini della macroregione alpina, ossia di tutti quei territori interessati dall’arco alpino, e sarà proprio questo uno dei temi chiave del ForumAlpinum».
I finanziamenti europei che hanno una filosofia transnazionale, come Intereg prima e Spazio Alpino ora, costringono i territori, siano essi stati, regioni, comuni, a uscire dalla propria visione singola. Lo stesso Iscar accorpa tutte le nazioni dell’arco alpino a prescindere dai confini, promuovendo lo scambio di buone prassi e il dialogo tra ricercatori e politica cui spetta il governo dei territori. Un’impostazione che, se si riesce ad aggregare davvero, per le montagne è sicuramente pagante.
Tra gli aspetti messi in luce dai workshop i modelli di governance in materia di utilizzo sostenibile delle risorse alpine e la valorizzazione del patrimonio naturale e culturale come veicolo di sviluppo per il crescente mercato del turismo sostenibile.
Alessandra Sgarbossa