L’econnivoro, un “food detective” per lanciare la nuova rivoluzione alimentare
Ecco, inaspettatamente, una voce fuori dal coro. Quella di Massimo Andreuccioli, che nel suo libro L’econnivoro, uscito di recente per i tipi di Ultra (pp. 192, 14,00 euro), tratta la tesi a favore di un consumo ridotto e consapevole di carne che intende evitare gli eccessi ideologici. L’autore intende, infatti, sensibilizzare e allargare il dibattito su un tema scottante, come l’impatto che ha il consumo di carne sulla vita di tutti noi in termini di salute personale, ambientale e sociale, indicando un approccio informato e di buon senso come la via per arrivare a un “nuovo futuro sostenibile” senza fanatismi.
“Credo, e forse non sono l’unico, che l’uomo di oggi è destinato all’estinzione. Questo, tuttavia, non vuol dire che l’uomo scomparirà. Scomparirà l’uomo del presente e al suo posto nascerà l’uomo del futuro. […] Forse quel salto evolutivo necessario dal quale nascerà l’uomo del futuro, l’essere umano in grado di vivere in armonia e nel rispetto del paradiso naturale che lo circonda, sarà la conseguenza di una trasformazione, di un cambiamento che per prima cosa avverrà a tavola, o al supermercato, mentre fa la spesa; la vera rivoluzione partirà dal corpo, e non dalla mente. E riguarderà tutti, perché modificando le nostre scelte alimentari cambieremo anche il nostro modo di vivere e di pensare”.
Forte di questa convinzione, Andreuccioli porta il suo lettore in un viaggio piuttosto articolato, che inizia dal supermercato. Nei panni di food detective che indaga sulle origini della carne venduta al banco frigo, l’autore riflette sulle dinamiche degli allevamenti intensivi, prendendo in considerazioni più elementi: le condizioni di vita degli animali, la qualità dei prodotti forniti dagli allevamenti di questo tipo, le conseguenze ambientali che tutto il sistema comporta, considerando non solo l’impatto della manutenzione dell’allevamento in sé, ma anche della produzione di carne e del trasporto ai punti vendita.
Lo studio di tutti questi fattori porta l’autore ad auspicare che il consumo di carne venga se non eliminato, perlomeno ridotto. A favore di un regime alimentare più orientato a frutta e verdura, più sostenibile e più sano. Da qui l’importanza di una spesa di stagione e “a Km.0″, di un rapporto quasi uno a uno con i propri fornitori alimentari, di una scelta di qualità e non di quantità. “Inizialmente potrebbe risultare difficile non mangiare carne tutti i giorni, o mangiare una bella bistecca una volta a settimana. Ma se quella volta, le vostre papille gustative esulteranno di piacere, allora cambiare sarà semplice e inevitabile. La stessa cosa vale per tutti gli alimenti, così come per tutti gli aspetti della vita. Consumare di meno, si chiama decrescita, consumare meno ma meglio, si chiama decrescita felice”.
Andreuccioli non dimentica un altro aspetto fondamentale, quello economico. “In un sistema dominato dalla logica del profitto, lo slancio ecologico deve essere necessariamente supportato da una strategia economica vincente. Per questo motivo è necessario inserire un circuito di microeconomie all’interno della matassa inestricabile della macroeconomia mondiale: il sistema multilocale (ovvero il concentramento di tante piccole realtà localizzate, solidali e vicine) versus il sistema delle multinazionali, un patto di solidarietà popolare (cointeressanza) contro il patto di stabilità finanziario. La vita contro il denaro. Il vissuto contro il virtuale. Il vero contro il falso”.
Non a caso il sottotitolo del libro è proprio Manuale di resistenza alimentare. L’autore vuole fare cultura e non teoria, per questo scende nella pratica quotidiana fornendo suggerimenti su come allargare una rivoluzione alimentare che in realtà è già iniziata con i gruppi di acquisto, i mercati contadini, la piccola distribuzione a Km. 0. Al fondo del volume, un elenco di aziende, allevamenti e mercati, distribuiti in tutta Italia, dove è possibile acquistare prodotti biologici e di qualità. Cui si aggiunge una serie di interviste a “persone, personaggi, personalità” che hanno dirottato le proprie scelte di vita verso questo orientamento, raggiungendo successi personali, economici, sociali. Come recita la quarta di copertina “l’econnivoro è l’uomo del futuro, l’essere umano in grado di vivere in armonia e nel rispetto del paradiso naturale che lo circonda, promotore di una nuova forma di consumo etico e sostenibile”.
Daniela Falchero