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QCumber: il social network per il monitoraggio ambientale

luglio 16, 2014 Campioni d'Italia, Rubriche

Giuseppe Magro risponde alla telefonata da una stanza d’albergo, dove si è barricato, in completa solitudine, per lavorare agli ultimi progetti. QCumber, il social network di monitoraggio ambientale in grado di unire i dati scientifici e la partecipazione dal basso, da lui lanciato nel 2012, è a un bivio. La fase di sperimentazione sta per dirsi definitivamente conclusa e la prova del grande pubblico è vicina: a settembre sarà lanciata l’App per il suo utilizzo da smartphone e nel 2015 la piattaforma si aprirà anche a tutti i Comuni e gli enti pubblici.

Il progetto ha già raccolto premi e riconoscimenti da varie parti: “A maggio 2012 abbiamo presentato QCumber al congresso mondiale dell’International association for Impact Assessment (IAIA, ndr), e in quel contesto è stato riconosciuto il valore del progetto. Pochi mesi dopo, QCumber stato selezionato come uno dei 100 migliori progetti al mondo da parte di Google, Intel e Cisco in occasione delle Olimpiadi delle Start Up di Londra 2012”.

Ma come funziona concretamente il social network? La piattaforma permette ai cittadini di segnalare criticità ambientali e sorgenti di inquinamento, risorse naturali da proteggere e casi di molestie olfattive. Informazioni che poi vengono incrociate con i dati frutto di ricerche nazionali e internazionali e con i post di altri utenti. In questo modo, si ha una mappa interattiva e aggiornata, basata su un confronto costante con le informazioni scientifiche. QCumber offre infatti anche la possibilità di analizzare il territorio entro un raggio di 3 chilometri intorno al luogo in cui vive un utente o intorno ad un punto di interesse.

Il tema dell’impatto ambientale ha una valenza sociale enorme”, spiega Giuseppe Magro, ingegnere nucleare esperto in valutazione degli impatti ambientali, che da oltre dieci anni studia un modello per far “parlare” tra loro dati relativi a diverse matrici naturali, e farli poi dialogare con le informazioni generate dagli utenti. Gli algoritmi del sistema consentono anche di notificare alle autorità competenti le informazioni pubblicate dai cittadini in modo trasparente e condiviso.

E se le criticità ambientali hanno una diretta conseguenza nelle relazioni – basti pensare alle proteste, oppure agli accordi per un certo progetto – è proprio da esse che si può ripartire per una gestione più sostenibile del territorio. “La sostenibilità è il processo di ricerca di un nuovo equilibrio nell’ecosistema delle relazioni sociali, in grado di conciliare necessità individuali e collettive attraverso la condivisione dei problemi e delle opportunità, in cui le tecnologie della rete possono esprimere potenzialità enormi”, si legge sul sito di QCumber, che ha dietro un team composto, oltre che dalla società Algebra srl di Magro, anche da esperti delle università di Bologna e Cambridge.

Se infatti il “Geo Social Forum” ha un’importante dimensione informativa e di sensibilizzazione, diventa uno strumento particolarmente utile quando si usa come piattaforma di dialogo tra i diversi attori del territorio. “Qualsiasi progetto, oppure piano, può essere valutato e condiviso attraverso Qcumber”, continua Magro, che è anche presidente della sezione italiana della IAIA. Ogni soggetto del territorio – cittadini, aziende, associazioni, enti – può esprimersi e proporre modifiche, avendo sempre il polso della situazione ambientale in quell’area.

Fino ad oggi lo hanno sperimentato Comuni italiani e britannici (centri del Bresciano, ma anche città come Mantova, Foggia, Birmingham): “In alcuni casi è servito per decidere come ridisegnare la viabilità, in altri come intervenire per migliorare le performance ambientali delle industrie. Stiamo sviluppando altri servizi per la digitalizzazione degli aspetti di governance ambientale della pubblica amministrazione”. Anche le aziende, secondo Magro, troveranno molto utile lo strumento “per comunicare e condividere il loro impegno per una maggiore sostenibilità, che non deve più essere percepita come un onere, ma come una nuova dimensione della gestione, per aumentare la propria responsabilità sociale di impresa e quindi stabilire una relazione win-win con i consumatori e con il territorio”. Da qui l’importanza dei processi partecipativi sono parte integrante. In quest’ottica, nei prossimi mesi sarà anche lanciato il QGame, “un’iniziativa che andrà a valorizzare i comportamenti virtuosi di tutti i soggetti del sistema: chi vince farà vincere la collettività”. Il progetto sarà anche al centro del congresso mondiale dell’International Association for Impact Assessment, che si terrà a Firenze ad aprile 2015.

Veronica Ulivieri

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