Heineken dimezza le emissioni e taglia del 20% il fabbisogno di acqua
Heineken Italia ha presentato i risultati ottenuti nel 2013 a livello nazionale con il piano di sostenibilità “Brewing a Better Future”, con cui l’azienda si è posta l’obiettivo di diventare il produttore di birra più green al mondo entro il 2020. Quattro le priorità su cui si concentra il piano di sostenibilità: produzione a basso impatto, tutela delle risorse idriche, business sostenibile, promozione del consumo responsabile.
Per quanto riguarda il primo punto, nel 2013 Heineken Italia ha ridotto del 47,2% le emissioni di CO₂ legate alla produzione di birra rispetto al 2012, risultato confermato dalle certificazioni GO (Garanzia di Origine), che attestano un utilizzo esclusivo di energia proveniente da fonti rinnovabili.
Un traguardo che fa seguito anche all’installazione, nel 2012, di 2 impianti fotovoltaici sui tetti dei birrifici di Comun Nuovo (Bergamo) e Massafra (Taranto). Complessivamente Heineken Italia è riuscita ad evitare l’emissione nell’atmosfera di oltre 20.788 tonnellate di CO₂, pari al consumo di 3.923 automobili che compiano un giro completo intorno all’equatore.
L’acqua è l’ingrediente principale della birra (95%), e rappresenta anche una delle risorse più preziose in natura, da salvaguardare e utilizzare in maniera responsabile. Per questo motivo, grazie ad importanti iniziative volte a migliorare la gestione dell’acqua, nel 2013 l’azienda è riuscita a ridurre del 21,1% rispetto al 2012 i consumi idrici legati ai processi produttivi, risparmiando circa 8 milioni di ettolitri d’acqua in un anno, corrispondenti alla capienza di 315 piscine olimpioniche. Questo risultato è stato reso possibile in particolare grazie all’entrata in regime del nuovo sistema di condensatori evaporatori presso il birrificio di Comun Nuovo, lo stabilimento di birra più grande d’Italia, per la cui realizzazione sono stati investiti 2,4 milioni di euro.
Sul fronte del business sostenibile, negli ultimi anni l’attenzione di Heineken Italia si è concentrata molto anche sui sistemi di logistica e distribuzione, per ridurre l’impatto ambientale del suo business non soltanto nelle fasi di produzione ma anche in quelle di commercializzazione dei prodotti. In particolare, nel 2013 l’81% dei trasporti tra birrifici e dai birrifici verso i depositi sono stati effettuati con intermodalità e non solo su strada. Con lo sviluppo di una nuova generazione di Draught Beer Cooler (impianti di spillatura) con gas ecologici e sistemi di controllo elettronici, il consumo energetico per spillare la birra nei locali scende del 15% e le nuove colonne spina ExtraCold (ghiacciate all’esterno), hanno un fabbisogno energetico ridotto del 40% rispetto al modello precedente. Il 100% dei nuovi frigoriferi installati nel 2013 presso i punti di consumo (oltre 1.800 refrigeratori) sono modelli green a basso impatto (dotati di termostato con funzione EMS, di illuminazione al LED e alimentati da tecnologia a idrocarburi). Nel 2013, inoltre, il 100% degli oltre 1.200 fornitori di Heineken Italia ha siglato il Supplier Code, un codice di condotta che traccia le linee guida da seguire in termini di integrità, diritti umani e tutela dell’ambiente.
Heineken da oltre 10 anni promuove anche il consumo responsabile attraverso campagne di advertising e comunicazione specifiche, oltre a promuovere iniziative di supporto con associazioni non governative (negli ultimi 5 anni sono state coinvolte direttamente oltre 163.500 persone con azioni sul territorio). Nel 2014 Heineken Italia investirà il 10% del budget advertising del brand Heineken® nello sviluppo di iniziative e forti campagne di sensibilizzazione sul consumo responsabile.
“Siamo molto orgogliosi di poter comunicare questi importanti risultati – dichiara Alfredo Pratolongo, direttore Comunicazione e Affari istituzionali di Heineken Italia – Siamo da sempre impegnati nel miglioramento del nostro impatto sull’ambiente, ma ora stiamo iniziando a fare la differenza. Essere passati ad un utilizzo estensivo di energia pulita ci permette di dimezzare le emissioni di anidride carbonica derivanti dai nostri processi produttivi”.