La prova del nove in edilizia. GBC Quartieri e la misura della sostenibilità
Cercare di convincere qualcuno che un’idea nuova sia valida o migliore di quelle tradizionali non è banale. Per questo dimostrare, anche matematicamente – quando possibile - il beneficio che la novità può creare, può essere utile.
“La nostra mission – spiega Laura Pighi, architetto Responsabile del Programma Aree e Quartieri Sostenibili per Habitech, ospite lo scorso 19 marzo della Facoltà di Architettura del Politecnico di Torino per discutere di Sustainable Urban Forms- è la trasformazione del mercato dell’edilizia e dell’energia nella direzione della sostenibilità, quale leva strategica per l’innovazione e lo sviluppo”.
La sostenibilità, quindi, come chiave di lettura della trasformazione e ristrutturazione dei modelli, dei mercati e dei prodotti: una trasformazione che si fa sempre più necessaria di fronte ad un modello, quello attuale, che va verso la rottura. “Non è una novità se parliamo di collasso del sistema, che vede un continuo aumento dei consumi e una diminuzione delle risorse. Anche graficamente ci appare chiaro che se la parabola dei consumi si alza e quello delle risorse si abbassa, non si trovano più punti di contatto. Per questo la sostenibilità è l’unico strumento di qualità e la priorità nel nuovo approccio allo sviluppo”.
E’dunque opportuno scegliere la sostenibilità, prosegue l’architetto, per produrre innovazione e nel caso di processi e prodotti “è importante essere attenti, osservare, studiare, condividere e diffondere. Ma per fare tutto questo bisogna creare gli strumenti opportuni”.
Quali strumenti? GBC Quartieri, ad esempio, è il sistema di rating sviluppato da GBC Italia per la valutazione di progetti di area (con un minimo di due edifici), sia per interventi ex novo, che di riqualificazione dell’esistente.
Ma a cosa serve un protocollo di certificazione? I sistemi di rating sono strumenti di misurazione di specifici indicatori individuati in base agli obiettivi di qualità definiti e da raggiungere. Quindi in caso di interventi (o di gruppi di interventi della stessa tipologia) si fissano alcuni indici (obiettivi), si elaborano gli indicatori specifici e si costruiscono gli strumenti per la misurazione dei relativi dati; poi si pensano le strategie per il raggiungimento delle prestazioni stabilite.
“L’obiettivo di un intervento è la qualità, che per noi equivale a sostenibilità e green; la qualità è misurabile attraverso lo strumento specifico che si sceglie e solo una volta che si hanno i dati e i calcoli alla mano è possibile comunicare, diffondere e promuovere l’intervento che si è progettato e così essere più convincenti nella proposta”. Un po’ come una prova del nove.
E un buon sistema di certificazione deve essere usabile, trasparente e soprattutto open source, cioè accessibile. “Solo in questo caso diventa un sistema di qualità; un sistema di misurazione della sostenibilità, della qualità e del valore; uno strumento che facilita il project management e un pretesto per reingegnerizzare il processo di innovazione di prodotti e servizi”.
GBC Quartieri promuove tra gli obiettivi primari le prestazioni di sostenibilità ambientale del territorio, delle infrastrutture, delle dotazioni e degli edifici sostenibili, riconoscendo e valorizzando gli interventi che abbracciano un approccio integrato alla qualità della vita, alla salute pubblica e al rispetto per l’ambiente.
Questo protocollo - conosciuto come sistema LEED for Neighborhood Development (LEED® ND), sistema di certificazione internazionale sviluppato da USGBC con il Congress for the New Urbanism e il Natural Resources Defence Council, di cui mantiene la struttura, e allineato con le normative italiane - ha la forma di una check list divisa in cinque categorie: Localizzazione e Collegamenti del Sito (LCS), Organizzazione e Programmazione del Quartiere (OPQ), Infrastrutture ed Edifici Sostenibili (IES), Innovazione nella Progettazione (IP) e Priorità Regionali (PR).
Per ognuno di questi aspetti si aprono una serie di prestazioni e caratteristiche che vanno “spillate” nel caso in cui corrispondano all’idea di progetto e, a seconda dei crediti “guadagnati”, l’intervento può essere certificato come Base (40-49 crediti), Argento (50-59), Oro (60-79) o Platino (80 e più).
“È evidente che prenderanno più punti quei progetti che prevedono una buona connessione con le reti di trasporto pubblico, edilizia green, aree verdi e di socialità o relazioni di area con le strutture preesistenti. È valutata la qualità della vita, dei servizi offerti agli abitanti e dell’abitare”, e anche se non nasce come strumento di pianificazione urbanistica, è certa la sua utilità per le municipalità che potrebbero adottarlo per la promozione, l’incentivazione e la riqualificazione sostenibile del territorio urbano, o per la stesura di linee guida di sviluppo.
Il protocollo, lanciato nella sua versione breve il 22 marzo in occasione di Expoedilizia a Roma, è oggi consultabile on line e in primavera partiranno gli accreditamenti per i professionisti del settore.
Alfonsa Sabatino