Consigli per ecomamme, 13° puntata: fantasia, animali ed emozioni. Alla ricerca del libro “giusto”
Succede sempre così. Entrare in una libreria per ragazzi e farsi rapire da un mondo di volumi, fumetti, giochi, pupazzi che dondolano dal soffitto o album che occhieggiano dagli scaffali. A Bologna, in pieno centro, i locali antichi di Giannino Stoppani traboccano sogni meglio di Disneyland. Poco più in là, affacciata su Piazza del Nettuno, la mediateca Salaborsa offre una nutrita sezione per babylettori e ambienti colorati e morbidi a misura di bebè, con narrazioni e materiali per bimbi dai 2 anni in su. Ogni primavera, poi, la Fiera del libro per ragazzi (a Bologna dal 24 al 27 marzo) da cinquant’anni convoglia nella Bassa le novità di tutto il mondo. Qui vennero scambiati, anni or sono, i diritti per le traduzioni di Harry Potter. Solitamente riservata ad agenti letterari e addetti ai lavori, quest’anno la manifestazione apre al pubblico una libreria, nel padiglione 33, con circa 25.000 volumi da ogni latitudine. E la città pullulerà di eventi off.
Ma se titoli e illustrazioni chiamano invitanti, come scegliere? Come capire il libro giusto per età, maturità del bimbo, linguaggio, inclinazioni? Ed essere poi tranquilli che quel libro sia un oggetto sicuro?
Alcune indicazioni di Teresa Ciancio, caporedattore di Fanucci Editore, alle spalle un’esperienza decennale da Mondadori: “Spesso le indicazioni sono sulle quarte dei libri, ma in genere i libri illustrati possono essere letti, a diversi livelli, a diverse età. L’offerta è vastissima e non sempre le librerie hanno spazi in cui sia facile orientarsi, per cui il mio consiglio è essere curiosi, sfogliarne quanti più possibile, dedicarci del tempo, imparare a conoscerli. Divertimento assicurato”.
In effetti, il fascino di certe illustrazioni strega anche gli adulti, non solo i bambini. I due mondi sono forse più vicini di quanto possa sembrare? ”Un libro per bambini nasce dalla passione di adulti a cui i libri per bambini piacciono ancora molto. Non ho conosciuto nessuno che lavorasse in questo settore senza esserne profondamente appassionato. Rispetto ai libri per adulti, quelli per bambini possono contare su un valore in più, quello delle illustrazioni, che non sono un commento al testo, ma una riserva di magia, significato e bellezza che gioca alla pari con le parole sulla pagina. Più praticamente, un libro per bambini nasce, come tutti gli altri, da un lavoro di squadra che, all’interno di una casa editrice, si prende cura della creatività non solo dell’ autore, ma anche dell’illustratore.”
Quanto a possibili rischi per la salute nei prodotti stampati, Ciancio è categorica: “La legislazione sulla sicurezza di questi prodotti è dettagliata e rigidissima – assicura – e le multe per chi non la rispetta molto salate. Si può stare tranquilli”. In ogni caso, si possono adottare alcuni accorgimenti per essere sicuri di comprare un oggetto-libro che sia sicuro in mano ai propri bambini: “Basta controllare che sui libri-giocattolo ci sia il marchio CE e stare attenti al simbolo del “bambino barrato”, che indica un libro inadatto a bambini di età inferiore ai trentasei mesi, di solito per la presenza di parti staccabili di piccole dimensioni”. Come spiegare che accanto al marchio CE spesso è riportata l’origine Made in China? “Il Made in China riguarda gli illustrati o i pop-up, che si stampano in estremo oriente per abbattere i costi, magari in coedizione con altre case editrici straniere, dividendo il costo della stampa del colore. Poi ognuno stampa la parte di nero-testo nella propria lingua. Per ogni prodotto venduto in Europa, però, devono essere rispettate tutte le norme di sicurezza dei prodotti“.
Settore pressochè ignorato dalla stampa culturale italiana, per orientarsi nella letteratura per ragazzi un validissimo aiuto viene oggi da associazioni, siti e riviste specializzate. Ma al di là di ogni indicazione bisogna lasciar prevalere i gusti: “E’ molto importante, secondo me, che il bambino cresca senza vedere in ogni libro una lezione da imparare. Per sensibilizzare senza annoiare l’unico modo è passare da una bella storia, che faccia sentire la natura come una realtà, non come un concetto astratto“. Gli ingredienti di una storia che funzioni? “Con gli imperscrutabili e imprevedibili gusti dei bambini, non ci sono regole. L’importante è rispettare la loro intelligenza e la loro vivacità: non essere leziosi né salire in cattedra. I bambini capiscono molto più di quello che pensiamo, ed essendo più aperti di noi apprendono da sfumature che non immaginiamo“.
Come far appassionare un bambino alla lettura? Sicuramente proponendone l’esperienza. “La mia passione per i libri per ragazzi, per esempio, è nata dai libri di Gianni Rodari letti da piccola, su suggerimento della mia straordinaria maestra – ricorda l’editor Fanucci. – Sentivo che nelle sue poesie e nelle sue “favole al telefono” c’era più libertà e fantasia di quanta ne vedevo in tutte le altre storie che mi circondavano in televisione o sui libri di testo scolastici. Da allora so che libertà e fantasia sono qualità che i bambini possono insegnare a noi adulti e che vanno coltivate e mantenute accese contro l’appiattimento del linguaggio e dell’immaginario.”
Proprio lo sviluppo del linguaggio è l’obiettivo didattico delle letture fin dalla prima infanzia, dai 13-14 mesi d’età: “Ogni asilo nido in genere ha un proprio spazio dedicato al momento della lettura, che sia di gruppo o individuale, un tappetone morbido, panche o divanetti. – racconta Silvia Guiducci, educatrice e madre di Nicolò, 22 mesi. – Raccontare una storia serve a favorire lo sviluppo del linguaggio, ma anche la relazione e la gestione delle emozioni“. I bambini, infatti, spesso sono chiamati a interagire col racconto: “Cerchiamo di farli partecipare alla lettura in molti modi, mostrando le illustrazioni, o chiedendo che verso fa quel tipo di animale, per esempio. – prosegue l’insegnante – I libri proposti variano a seconda dell’età e delle fasi dei bambini, per seguire quello che loro stanno vivendo“. Con “Che rabbia”, di Mireille d’Allancè, i piccoli ripercorrono le emozioni della tipica fase dei “no” e cercano di superarle. Ne “Il ciuccio di Nina”, di Christine Naumann-Villemin e Marianne Barcilon, la protagonista non vuole separarsi dal suo succhiotto, finché nel bosco incontra un lupo famelico e lo placa proprio con quello, capendo così di non averne più bisogno. Altri racconti, invece, sono incentrati sull’affrancamento dal pannolino, sempre trasposto nel mondo animale: un topino va a guardare che tipo di “cacca” producano i vari animali e sbircia nei loro pannolini. Quando gli altri vorrebbero vedere la sua, il topino si vanta di non farla più nel pannolino ma direttamente nel vasino. “Urlo di mamma” di Bauer Jutta parla del rapporto con la madre ma tra pinguini. Quando la mamma perde la pazienza sgrida il pinguino, ma le sue urla lo spaventano al punto da farlo andare in pezzi. Mamma pinguino li raccoglierà tutti per ricucirli. “Quando tiriamo fuori il lupo i bambini sono emozionati al punto da coprirsi gli occhi con le mani. Però poi sbirciano tra le dita perchè vogliono vedere come va a finire. A volte invece si prendono per mano tra loro per farsi coraggio” conclude Guiducci.
Libertà, fantasia, curiosità ed emozioni. In fondo potrebbe essere questa la ricetta anche per raccontare la green economy ai più piccoli…
Cristina Gentile
Questa puntata è dedicata a Martino, appena sbarcato su questo pianeta, cui non mancheranno né libri né amore…