Sullalbero: la bioedilizia sale tra le foglie
Davide Torreggiani da piccolo aveva una casa sull’albero. Un giorno, quando era già diventato manager del settore marketing, ha deciso di costruirsela di nuovo nel suo giardino. Ma non è riuscito a trovare un’azienda italiana che potesse realizzarla. Questo è stato il germoglio da cui poi è nata Sullalbero. “Mi sono detto: come è possibile che non ci sia un’impresa che fa case sull’albero? Così ho deciso di provarci io”. Davide si è licenziato, e con i soldi che aveva messo da parte ha ricominciato da capo. Oggi Sullalbero ha già installato una cinquantina di case, mentre molte altre sono in fase di progettazione e autorizzazione.
Tutte sono costruite seguendo i criteri della bioedilizia: legno certificato, isolanti termici e acustici naturali, impianti di riscaldamento e raffreddamento alimentati quando possibile a energia fotovoltaica.
All’inizio, l’attività comincia sotto forma di falegnameria e tra il 2009 e il 2010 vengono installate le prime case. “Ci siamo però resi conto che era necessaria una vera e propria impresa di costruzioni, visto che si trattava di case con impianti e serramenti”. Così, nel 2012, a Ferno, in provincia di Varese, nasce Sullalbero. “La risposta è stata da subito molto buona. Avere una casa sull’albero è il sogno di tutti, coinvolge molto le persone dal punto di vista emotivo. Riceviamo costantemente telefonate di persone che ci chiamano per raccontarci i loro progetti”, continua Torreggiani, che l’anno scorso è stato tra i vincitori del Premio Capitani dell’Anno 2013, attribuito dalla società di revisione contabile Baker Tilly Revisa alle migliori idee imprenditoriali.
Ma il successo di Sullalbero non deriva solo da un’idea vincente, che ha risposto ad una domanda fino a quel momento insoddisfatta. La scelta di costruire in bioedilizia e nel pieno rispetto delle piante ha avuto fin da subito un ruolo importante nel business dell’azienda. “Ogni progetto nasce coniugando i desideri del cliente con le caratteristiche degli alberi. Ingegnere, architetto e agronomo mettono a punto un pre-progetto, da cui poi parte il lavoro”. La stessa progettazione della casa tiene conto dell’ambiente in cui la costruzione andrà ad inserirsi: “Ci piace sempre parlare di architettura organica: è il paesaggio a guidare l’architettura. Per progettare le case, ci ispiriamo di volta in volta ai colori e alle forme dell’ambiente dove saranno installate”.
Anche le tecniche costruttive sono a basso impatto ambientale: “Usiamo legno lamellare o massiccio certificato proveniente da riforestazione. Per la coibentazione, utilizziamo pannelli di sughero o materassini di lana. Niente smalti e vernici, ma solo oli colorati a base di cera d’api e limonene”.
L’albero rappresenta un enorme pilastro naturale le cui radici diffondono il carico a terra come un plinto di fondazione. I più adatti sono querce, frassini, faggi, olmi, tigli, castagni, ma anche grandi conifere come cedri, abeti o pini. Gli alberi dovranno essere ovviamente sani, robusti e di buone dimensioni. Il solaio della casa viene messo in relazione con l’albero con dei veri e propri “appendimenti” alle parti superiori dell’albero, realizzati mediante l’utilizzo di “tiranti” in acciaio inox e fasciature. Le strutture possono essere aperte o chiuse, e hanno anche impianti di illuminazione, riscaldamento e raffrescamento: “Ove possibile, sono alimentati da impianti fotovoltaici a isola, corredati da batterie di accumulo. Utilizziamo luci a LED a basso consumo, pannelli radianti in fibre di carbonio e carbon boiler a basso consumo energetico”.
Le case vanno dai 10 ai 40 metri quadrati, con un costo che va dai 15.000 ai 50.000 euro, e si possono adattare alle diverse esigenze. “I privati ce le chiedono per avere uno spazio in giardino, oppure la stanza giochi di un bambino, che continua ad utilizzare anche quando diventa grande, oppure una dependance, una libreria, un ufficio”. Nel caso di enti pubblici, “ne abbiamo realizzata una nel giardino di una scuola, un’altra in un parco pubblico di Biella, dove funge da punto di osservazione”. Le strutture ricettive stanno scoprendo questa soluzione per dare ai propri clienti un’esperienza nuova, “nell’ottica del glamping, il glamour camping, destinato anche alle persone che non andrebbero mai in campeggio in tenda. Ne abbiamo già costruita una per un campeggio sul Lago Maggiore, e altre 20 sono in fase di autorizzazione amministrativa”.
Oggi per Sullalbero lavorano una ventina di persone e il fatturato cresce ogni anno del 50%. Dopo l’Italia, l’azienda punta all’estero: “Abbiamo già uffici commerciali in Svizzera e in Spagna. Al Salone del Mobile di Milano, ad aprile, presenteremo un progetto realizzato con un partner di prim’ordine per portare le case sull’albero in tutto il mondo”.
Veronica Ulivieri