Le PMI scendono in piazza. Tradita anche la green economy
E’ sulle piccole imprese dell’artigianato e del terziario che si dovrà giocare, in futuro, la partita strategica per il rilancio dell’impresa. Ed è proprio per queste imprese che la green economy può rappresentare uno dei principali motori di sviluppo e fattore di competitività occupazione. Eppure la ricchezza prodotta dal Paese è diminuita del 9%, la ricchezza pro capite dell’11%, il potere d’acquisto delle famiglie è diminuito del 9,4%, la spesa delle famiglie si è ridotta del 7,9%, l’occupazione è a meno di 1 milione di unità, la disoccupazione è raddoppiata, le imprese che ogni anno cessano di esistere sono oltre 1.000 al giorno. Per questo il 18 febbraio, migliaia di imprenditori provenienti da tutta Italia affolleranno piazza del Popolo a Roma per partecipare alla manifestazione “Senza Impresa non c’è talia. Riprendiamoci il futuro”, organizzata da R.ETE. Imprese Italia che riunisce le 5 organizzazioni dell’artigianato, del terziario di mercato e delle piccole imprese italiane (Casartigiani, CNA, Confartigianato, Confcommercio, Confesercenti).
Le micro, piccole e medie imprese in Italia sono oltre 4 milioni e impiegano più di 14 milioni di addetti, di cui 9 milioni sono lavoratori dipendenti. Tra queste anche chi si occupa di edilizia sostenibile, di raccolta e riciclo dei materiali e dei rifiuti – che in questi anni hanno visto sviluppare un nuovo comparto industriale fatto di piccole e medie imprese che spesso agiscono in filiera o in rete ed hanno rappresentato volumi di produzione e di esportazione ampiamente positivi per l’interscambio commerciale. Un esempio? Le attività del recupero e riciclo delle plastiche sono oggi affidate a 300 aziende che occupano oltre 2000 dipendenti, con un fatturato di 3 miliardi di euro. Non meno significativo è il risultato per le start-up nate negli ultimi tre anni, quasi tutte complessivamente connotate dalle caratteristiche della green economy e da un alto livello d’innovazione.
Queste imprese, e le imprese italiane in generale, sono già avviate sulla strada del cambiamento, ma questo processo, che dovrebbe coinvolgere il sistema complessivamente, deve avvenire potendo contare su condizioni di contesto favorevoli, all’interno di una chiara strategia di politica industriale, che sia coerente anche con gli obiettivi temporali dell’Unione Europea, con le drammatiche condizioni di occupazione e lavoro e con una profonda aspettativa di legalità. “Il tempo delle attese è finito”, afferma il presidente portavoce di turno di Rete Imprese Italia, Marco Venturi. “Sarà un evento storico, la prima mobilitazione generale delle PMI della storia italiana. Piazza del Popolo sarà stracolma di imprenditori: sono stati già prenotati 400 pullman, 7.000 posti sui treni e 2.000 sugli aerei. E di giorno in giorno le adesioni aumentano. Scendiamo in campo per farci sentire, orgogliosi di essere il motore dell’Italia: le micro, piccole e medie imprese sono il 94% delle imprese italiane. Un mondo che garantisce la crescita e il benessere per tutti, oltre a quasi il 52% degli occupati e al 69% del fatturato del Paese”. Da non sottovalutare che in Italia ci sono 328mila imprese dell’industria e dei servizi con dipendenti, che hanno investito nel periodo 2008-2012 o investiranno entro la fine del 2013 in tecnologie green in grado di assicurare un maggior risparmio energetico e un minor impatto ambientale: più di una su cinque, esattamente pari al 22% dell’intera imprenditoria extra-agricola con dipendenti. Una percentuale che sale al 29,7% nell’industria manifatturiera (81mila).
Tutte indistintamente chiedono interventi su 10 punti precisi: riformare gli assetti istituzionali e garantire la governabilità; fare la riforma fiscale; far ripartire le imprese e uscire dall’emergenza occupazionale; dare credito alle imprese; proseguire nell’azione di semplificazione; tornare alla legalità, portare a competere più imprese sui mercati internazionali; innovare il sistema dei trasporti e della logistica; ridurre i costi energetici per le PMI e infine superare il Sistri. In particolare vogliamo una riforma fiscale che abbatta la pressione fiscale su lavoro, imprese e famiglie. Così come chiediamo con forza anche un intervento sul credito con il rafforzamento dei Confidi e del Fondo di Garanzia per le PMI. Le imprese chiedono anche che riprenda l’azione di semplificazione: la burocrazia costa alle Pmi 30 miliardi ogni anno. Dobbiamo modernizzare la Pubblica amministrazione e sciogliere il nodo dei debiti verso le imprese. “Non molleremo”, conclude Venturi. “Siamo convinti che 2014 deve essere anno di svolta, e che non vada sprecato come è accaduto finora”.
Francesca Fradelloni