Fieragricola: l’agricoltura per risollevare l’economia
Oltre 140mila visitatori, l’8 per cento in più rispetto al 2010, una presenza estera del 14 per cento, con operatori provenienti da 103 Paesi, 1.000 espositori nei segmenti della meccanica agricola, zootecnia, energie rinnovabili, agroforniture, vigneto e frutteto, centinaia di convegni e seminari di approfondimento. Sono i numeri record di Fieragricola che ha chiuso i battenti domenica sera nei padiglioni fieristici di Verona dopo quattro giorni di manifestazione. Numeri che sono la dimostrazione che «l’agricoltura ha le potenzialità per risollevare l’economia», come ha commentato il presidente di Veronafiere Ettore Riello. Al netto dei commenti entusiastici degli organizzatori, non si può negare che questa edizione di Fieragricola si è contraddistinta per il taglio decisamente “green” dettato da alcune importanti novità che interesseranno il settore primario nei prossimi mesi e anni. La nuova PAC 2014-2020, ad esempio, e il decreto ministeriale di metà dicembre sul biometano che fissa modalità e incentivi per il suo utilizzo e immissione in rete.
La prima ha dettato le sue priorità in termini di sostenibilità – economica, sociale, ambientale – delle attività agricole partendo da un dato di fatto: l’impoverimento della fertilità dei suoli, l’aumento di fenomeni erosivi e la diminuzione della biodiversità. Mitigazione dei cambiamenti climatici e agricoltura biologica sono misure previste dai nuovi Psr in cui si declinerà a livello regionale la Pac dopo che sarà approvato il regolamento applicativo della Commissione europea previsto per marzo. Il nostro Paese è però in ritardo rispetto agli altri stati membri, come ha sottolineato Paolo De Castro, presidente della commissione Agricoltura e sviluppo rurale del Parlamento europeo, a margine del convegno inaugurale: «non è una bella cosa avere avuto cinque ministri in cinque anni quando si sa che in Europa si conta se si hanno solidi rapporti con le altre cancellerie e se si riesce a incidere prima che l’Europa prenda le decisioni».
Interamente dedicato alle bioenergie è stato il padiglione 3. Nei numerosi workshop tecnici che hanno animato il salone si è parlato di efficienza energetica e soprattutto di opportunità di reddito da fonti rinnovabili in agricoltura, come bioenergie solide, biocombustibili liquidi, cogenerazione, trigenerazione, riciclo degli scarti produttivi e, naturalmente, il biogas. Il settore è in crescita: stando ai dati del Cib (Consorzio italiano biogas) le imprese agricole hanno investito in biogas più di tre miliardi di euro negli ultimi tre anni. Con le nuove tecnologie gli impianti alimentati da reflui zootecnici o con sottoprodotti di origine biologica permettono di avere materia prima a costo quasi zero, smaltire reflui, ricavare un reddito interessante. Un’opportunità in particolare per i piccoli impianti, sotto i 300kW, che con il decreto ministeriale del 6 luglio 2012 possono godere di maggiori agevolazioni. Tra le novità presentate negli stand impianti a biomassa di potenza medio-bassa, con soluzioni di cogenerazione da 63 a 360 kW (è il caso della bresciana AB Energy), o un sistema compatto per la raffinazione del biogas in biometano grazie a una tecnologia a membrane (è il caso di EnviTec Biogas Italia).
Se dal punto di vista prettamente economico è un modo di diversificare l’attività dell’azienda agricola, sotto il profilo squisitamente ambientale il biogas è un modo per chiudere il ciclo produttivo secondo il paradigma della circular economy, riutilizzando gli scarti di produzione per creare energia verde. Il contesto è quello delineato dal Parlamento europeo, che ai primi di febbraio ha chiesto un taglio del 40% delle emissioni di CO2 e l’aumento di energia rinnovabile del 30%, per migliorare del 40% entro il 2030 l’efficienza energetica.
Parlare solo di biogas sarebbe però riduttivo. Sabato scorso è stato presentato il “Manifesto della chimica verde” nell’ambito di una tavola rotonda organizzata dall’associazione Chimica verde bionet in collaborazione con l’Informatore agrario alla presenza di numerosi stakeholder ed esponenti del settore bio-economico, tra cui Cib, Aiel, Legambiente, Itabia, Icea, Legacoop, Kyoto club. Il manifesto, che ora verrà presentato ai Ministeri per l’Agricoltura e l’Ambiente e alla commissione parlamentare in UE, chiede la definizione di criteri di sostenibilità e certificazione per tutte quelle produzioni da matrici vegetali di origine agricola che, se opportunamente normate, potranno dare vita a una nuova generazione di prodotti e composti chimici rinnovabili e sostenibili: bioplastiche, biolubrificanti, solventi, detergenti, cosmetici e prodotti per la salute, mezzi tecnici per l’agricoltura, vernici, imballaggi, fino a prodotti speciali per l’industria come la componentistica e i fluidi speciali per l’industria. Secondo Chimica verde bionet entro il 2030 in Europa il 30% della produzione di composti chimici sarà biobased, il 25% dell’energia per i trasporti e il 30% dell’energia elettrica e termica generati da biomassa. Tra i punti salienti il manifesto auspica che le bioraffinerie debbano essere legate al territorio in cui viene prodotta la materia prima, che le bioproduzioni e la bioagricoltura necessitano di una definizione univoca di criteri di sostenibilità che evidenzino rinnovabilità, biodegradabilità, tracciabilità e livelli di tossicità minimi per l’ambiente, che la normativa non penalizzi nessuna filiera a scapito di altre.
Se il tema della sostenibilità ha sotteso tutti i quattro giorni di manifestazione, di certo si è declinato anche attraverso l’agricoltura “smart”. App per mobile device e specifici software aiutano gli agricoltori a gestire amministrativamente l’azienda ma anche a tracciare i terreni attraverso il telerilevamento o a monitorare i trattamenti agronomici in base alle condizioni meteo. Un risparmio di tempo ma soprattutto di risorse, come quello che si può ottenere con macchine agricole sostenibili (all’esterno dei padiglioni si sono svolti alcuni show), strumentazioni e macchinari per l’agricoltura di precisione. L’innovazione in agricoltura alla luce della nuova Pac è stata oggetto anche del Nòva Agricoltura Award del Gruppo24Ore che ha premiato le aziende agricole che sanno essere competitive nel rispetto dell’ambiente.
Alessandra Sgarbossa