Conferenza della Biodiversità a Madrid: confronto su target post 2010
La Conferenza della Biodiversità ‘apre’ oggi in Europa l’Anno della Biodiversità ma con un obiettivo di difesa finora non raggiunto: il termine del 2010 che si era posto anche l’UE a tutela della natura, in linea con il Countdown dell’IUCN, non è stato sufficiente ad arrestare la perdita di diversità biologica. Il ritmo di questa perdita sul pianeta si è accelerato di almeno 100 volte rispetto ai ritmi naturali e, negli ultimi 50 anni, ha raggiunto livelli che non hanno precedenti. Già nel l’ultimo Living Planet Report il WWF denunciava che negli ultimi 30 anni è stato perso almeno il 30% di tutte le specie del Pianeta (51% specie tropicali, 33% terrestri, 35% acque dolci e 14% quelle marine).
“Il primo obiettivo è quello di definire un nuovo target di riduzione della perdita di biodiversità ma che sia misurabile e concreto a cui seguano impegni concreti e finanziati altrimenti tra 10 anni ci ritroveremo in una situazione ancora peggiore – ha dichiarato Isabella Pratesi, responsabile Programma di conservazione del WWF Italia – I paesi europei che oggi e domani si riuniscono a Madrid devono puntare in alto e ognuno deve fare la sua parte. Sarà questo uno dei messaggi che oggi porteremo anche al Presidente della Camera, on. Gianfranco Fini. Non possiamo permetterci di perdere ancora questa ricchezza che fornisce produzione di cibo, ossigeno, acqua, materie prime, medicinali e che in definitiva ci permette di vivere. Senza target ambiziosi da adottare immediatamente la perdita della biodiversità nel 2050 costerà all’Europa 1.100 miliardi di euro entro il 2050. Eppure la biodiversità è trattata ancora come una ‘cenerentola’: il budget a disposizione dell’UE per la sua tutela è di 120 milioni l’anno, meno dello 0,1% di quello totale europeo”.
La Commissione Europea la scorsa settimana aveva annunciato quattro diversi target di difesa per il post 2010 che il WWF aveva giudicato ancora deboli. “Ci sembra ancora una volta che ci siano solo esercizi sulla carta senza che dietro vi sia una vera spinta a voler fermare la perdita di ricchezza di natura” dice Isabella Pratesi “Eppure, anche volendo vedere il problema da una prospettiva molto egoista il ruolo della biodiversità è essenziale per tutte le principali attività umane (cibo, acqua, difesa del suolo) e per le sfide che anche il Pianeta dovrà affrontare, come l’adattamento ai cambiamenti climatici”. L’evento più importante dell’anno sarà la 10ma Conferenza delle Parti della Convenzione sulla Diversità Biologica che si terrà a ottobre a Nagoya (Giappone). E’ questo l’appuntamento nel quale tutti i paesi dovranno rivedere la visione e gli obiettivi di un nuovo piano d’azione che si lasci alle spalle i fallimenti del 2010.
Le richieste del WWF alla Presidenza spagnola, che quest’anno guiderà l’Unione Europea nei passi verso una politica europea sulla biodiversità, sono:
- un target ambizioso sulla biodiversità, misurabile e sub-target nelle diverse politiche di gestione delle risorse (pesca, foreste e acque dolci), con indicatori chiari che consentano di monitorare e assicurare il raggiungimento degli obiettivi;
- maggiori investimenti diretti per la conservazione della biodiversità;
- un’integrazione appropriata tra le politiche delle principali aree (es. energia e clima)
Per ottenere questi risultati è necessaria un’azione congiunta in tutti i paesi: in Italia l’Anno della Biodiversità vedrà il WWF impegnato in una grande Campagna che in questi giorni si è inaugurata con incontri con le più alte cariche dello Stato. Ieri mattina la delegazione del WWF è stata a colloquio al Quirinale con il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Oggi è la volta del Presidente della Camera, on. Gianfranco Fini, e del rappresentante del Coordinamento delle Regioni, Silvio Greco. L’obiettivo è quello di un confronto sui passi che è necessario compiere per impostare una Strategia Nazionale della Biodiversità e definire una Legge quadro per la Biodiversità, permettendoci di rispettare gli impegni presi dal nostro Paese nel 1994 con la sottoscrizione della Convenzione sulla Biodiversità.