Tanto fumo e niente catrame. La rivoluzione della sigaretta elettronica
La e-cigarette è così simile, nella forma e negli effetti, ad una vera sigaretta che, per il momento, l’unico rischio che si corre è di essere travolti, nei locali pubblici, dalla riprovazione generale di chi facilmente scambierà il vapore acqueo emesso per fumo.
La sigaretta elettronica è infatti un piccolo tubicino che contiene un atomizzatore e un filtro con acqua distillata e aromi che ricordano il gusto del tabacco. All’estremità, per rendere più “vera” l’esperienza, si trova un led elettronico che si illumina durante l’aspirazione, simulando la combustione. Quando si aspira il contatto si chiude e viene generata aria calda che, con l’acqua distillata, produce un vapore simile al tradizionale fumo di sigaretta, ma innocuo per il fumatore e per chi lo circonda.
Invenzione di un ingegnere cinese (segno dei tempi), la e-cigarette è commercializzata in Italia da diverse aziende e da alcuni giorni è distribuita nelle farmacie a un prezzo intorno ai 50 euro. Come ogni novità che tocchi la salute e smuova grandi interessi economici, la sigaretta elettronica ha suscitato, a livello mondiale, alcune perplessità da parte di gruppi di scienziati e della potente FDA americana (Food & Drug Administration), che si era già espressa negativamente riguardo all’introduzione sul mercato americano. Come riportato da Repubblica pochi giorni fa, tre studi internazionali “sostengono che la sigaretta elettronica sia pericolosa“, ma le preoccupazioni si fondano unicamente sul fatto che non esistano, ad oggi, evidenze scientifiche del contrario, ovvero che ne provino la non-pericolosità. Pur con tutte le cautele del caso il ragionamento ci sembra francamente un po’contorto.
Giulia Novajra