“Evasori ambientali”. Una nuova inchiesta a puntate di Greenews.info
Ma siamo sicuri che la vera soluzione ai problemi del paese, la panacea di tutti i mali, sia la lotta all’evasione fiscale, così come viene intesa e praticata in Italia? Ovvero come tolleranza nei confronti del grande evasore e accanimento nei confronti dell’evasore “per sopravvivenza”? E’ uguale evadere per comprarsi uno yacht o evadere per non licenziare un operaio? Che ci sia ”un’evasione fiscale di sopravvivenza” lo ha riconosciuto anche il Viceministro all’Economia Stefano Fassina (Pd), scatenando un’esplosione disgustosa di ipocrisia e fintissima indignazione. Lo sapevamo già tutti che c’è ed è conseguenza dell’insostenibile livello di pressione fiscale, che mette molti imprenditori, professionisti e commercianti di fronte alla scelta tra “evadere” e chiudere bottega. Non potendo loro disporre dei meccanismi di “elusione” riservati invece, dalle leggi nazionali, alle grandi multinazionali, capaci di spostare i profitti dove la tassazione è minima (Lussemburgo, Irlanda ecc.) e i costi dove la tassazione è altissima (in Italia, per fare un esempio a caso), secondo un meccanismo così semplice che sarebbe offensivo dell’intelligenza dei legislatori pensare che sia loro “sfuggito” e non sia, invece, una inconfessabile volontà politica. Secondo il senatore statunitense Carl Levin – scrive Nicholas Shaxson ne “Le isole del tesoro” - il meccanismo dei prezzi di trasferimento applicato dalle multinazionali secondo una pratica borderline, ma legalizzata, è “l’equivalente societario dei conti segreti offshore dei singoli evasori fiscali“. Perché, dunque, accanirsi contro il barista Davide che non emette quattro scontrini dei caffè e lasciare impunito il boss Golia? La collettività avrebbe sicuramente un vantaggio maggiore dal recupero fiscale nei confronti del “gigante”. E lo Stato recupererebbe forse credibilità tra i cittadini.
Ma se slittiamo sul piano del benefici/costi per la collettività scopriamo che c’è molto di più. Quanto costano al contribuente i danni ambientali per inquinamento delle risorse comuni? Quanto costa al contribuente la negligenza dello Stato italiano nel recepimento e applicazione delle direttive europee in materia ambientale, causa di procedure di infrazione e sanzioni? Quante risorse sottraggono agli interventi ambientali le immeritate “pensioni d’oro” di politici e manager pubblici? Quanto hanno evaso, a danno (economico e di salute) della collettività, l’Ilva e tutti gli amministratori compiacenti? Ecco, tutti costoro sono, dalla nostra prospettiva, evasori ambientali.
#evasoriambientali, in parallelo a #bioedintorni e #ideeperlambiente, sarà una nuova inchiesta a puntate che Greenews.info porterà avanti, nelle prossime settimane, per riequilibrare – almeno a livello informativo – una situazione divenuta odiosa e insostenibile per la maggior parte dei professionisti, commercianti e piccoli imprenditori italiani, vessati dal fisco e presentati continuamente, dai media, in un unico calderone, come il cancro dell’Italia, con l’accusa infamante di “sottrarre risorse alla collettività”. E’ forse giunta l’ora di attivare quella “contabilità ambientale” che è finora rimasta occulta, consentendo agli inquinatori (che magari pagano le tasse regolarmente, chi lo sa?) di passare impunemente per virtuosi e impedendo ai produttori di biologico, alle imprese delle rinnovabili (accusate da più parti di aumentare i costi della bolletta energetica) e a tutti i sani operatori della green economy, di veder riconosciuto – anche fiscalmente – il beneficio che apportano alla collettività.
Andrea Gandiglio