Sardegna: rifiuti tossici per asfaltare le strade
In Sardegna pare che l’invito al riciclo sia stato preso fin troppo alla lettera.
Gli scarti di lavorazione, anche tossici, di un sito industriale di Portovesme, sarebbero infatti stati utilizzati come materiale per la costruzione di strade, ma anche per la sistemazione di sterrati nella cittadella sanitaria di Monserrato e di fronte all’ospedale Brotzu di Cagliari.
Un’inchiesta é stata aperta dalla Procura della Repubblica di Cagliari e nove sono gli indagati in seguito alle indagini dei Carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico, iniziate già due anni fa.
Il traffico illecito di rifiuti definiti “pericolosi” – come riporta il quotidiano L’Unione Sarda – partiva dall’area industriale di Portovesme e gli scarti (con concentrazioni di zinco, piombo, arsenico, cadmio, rame, solfati e fluoruri) venivano interrati in due cave (nell’hinterland di Cagliari, a Settimo San Pietro e Serramanna), qui mischiati con inerti e quindi rivenduti anche come materiale per fondi stradali.
Secondo le indagini, coordinate dal pubblico ministero Daniele Caria, si tratterebbe di circa 15 mila tonnellate trasportate dal 2005 al 2007. Secondo l’accusa nove sono le persone, titolari delle aziende interessate al traffico, che hanno ricevuto avvisi di garanzia.
Il Presidente della Regione Sardegna Ugo Cappellacci ha dichiarato, a nome di tutta la giunta: “E’ un fatto gravissimo, intollerabile, riguardo al quale non ci limiteremo ad una passiva indignazione”. La Regione è infatti pronta a costituirsi parte civile.