Allarme spreco alimentare. La Commissione UE lancia una consultazione
In Europa 89 milioni di tonnellate di cibo finiscono, ogni anno, tra i rifiuti. Lo spreco di cibo crescerà del 40% entro il 2020. La Fao stima che, a livello mondiale, la cifra salga a 1,3 miliardi. Nell’Unione Europea, il 42% del totale degli sprechi (76 kg pro capite per anno) si materializza all’interno delle mura domestiche (il 25% della spesa alimentare in peso) e almeno il 60% potrebbe essere evitato.
Dati impressionanti che hanno allarmato la Commissione Europea. L’Esecutivo di Bruxelles ha quindi deciso di muoversi su due fronti. Da un lato apre una consultazione pubblica, mentre dall’altro promette interventi normativi. “Un fatto moralmente ed economicamente inaccettabile, e anche più inquietante se si considera l’impatto che tale produzione ha sull’ambiente, in termini ad esempio di emissioni di gas serra, sfruttamento delle risorse, e utilizzo di prodotti chimici come diserbanti e pesticidi” ha commentato il Commissario all’Ambiente UE Janez Potocnik, in occasione della presentazione della consultazione sul cibo. Che apre con l’obiettivo di individuare azioni per ridurne lo spreco e rendere il sistema più efficiente. Cittadini, aziende, organizzazioni non governative e autorità pubbliche potranno esprimere la propria opinione fino al 1° ottobre prossimo. Bruxelles raccoglierà, in questo modo, idee su azioni immediate da mettere in campo per ridurre lo spreco di cibo e più in generale su come assicurare che il nostro sistema stia usando le risorse in modo efficiente.
Anche alla luce dell’obiettivo della Risoluzione adottata lo scorso anno dal Parlamento Europeo, che persegue il dimezzamento degli sprechi alimentari entro il 2025, i risultati della consultazione costituiranno la base per una Comunicazione ufficiale sul cibo sostenibile, che l’Esecutivo di Bruxelles intende redigere nei prossimi mesi. Il Commissario all’Agricoltura Dacian Ciolos ha, infatti, dichiarato che, entro la fine dell’anno, presenterà un testo sull’alimentazione sostenibile nel quale l’asse portante sarà rappresentato dalla lotta contro gli sprechi. La dettagliata analisi della situazione servirà poi per avanzare raccomandazioni per ridurre le perdite di cibo, ed elaborare piani per una futura collaborazione con le più importanti organizzazioni internazionali. L’UE sta inoltre valutando di fare del 2014 l’anno europeo dedicato a questo drammatico fenomeno.
Ma, in attesa delle valutazioni della Commissione, già si possono individuare alcuni interventi fondamentali per arginare il problema: in primo luogo, poiché i cibi sono sprecati lungo tutta la catena – produttori, trasformatori, distributori, ristoratori e consumatori – la strategia dovrebbe essere coordinata. Dovrebbe, cioè, combinare misure a livello europeo e nazionale per migliorare l’efficienza, comparto per comparto, dell’approvvigionamento alimentare. Per evitare situazioni, poi, in cui i rivenditori buttino via cibo troppo vicino alla data di scadenza, aumentando potenzialmente lo spreco, dovrebbe essere introdotta, sull’esempio svizzero, l’etichettatura con doppia scadenza, per indicare fino a quando il cibo può essere venduto (data di scadenza commerciale) e fino a quando può essere consumato (data di scadenza per il consumo). Per consentire ai consumatori di acquistare solo la quantità di cui hanno bisogno, inoltre, gli imballaggi per alimenti dovrebbero, inoltre, essere offerti in confezioni di varie misure e progettate per la migliore conservazione. Infine, i cibi vicino alle date di scadenza e i prodotti alimentari danneggiati dovrebbero essere venduti a prezzi scontati, per renderli più accessibili alle persone bisognose. A questo proposito, le norme sugli appalti pubblici per la ristorazione, dovrebbero essere modificate per assicurare che, gli appalti siano aggiudicati alle società di catering che utilizzano prodotti locali, ridistribuiscono ai bisognosi, o alle banche alimentari, derrate ancora commestibili.
La sfida include anche la disponibilità di cibo. In futuro, infatti, l’aumento della domanda supererà l’offerta. Non ci si può, quindi, più permettere di sprecare cibo perfettamente commestibile. È una questione etica, ma anche economica e sociale, con grandi implicazioni per l’ambiente. Tanto che, anche i lavori dell’ultimo Consiglio dei Ministri dell’Agricoltura sono stati animati da questo tema. Sia l’Italia che l’Ungheria hanno chiesto di rafforzare la lotta contro gli sprechi alimentari. In particolare, il rappresentante italiano ha ricordato che proprio il tema degli sprechi nel mondo sarà al centro dell’Expo 2015 di Milano.
Beatrice Credi