Pittura & Paesaggio nel mantovano: una mostra e una serie di percorsi dal vivo
Organizzata dal Comune di Sabbioneta, dalla Provincia di Mantova e dal Gal Oglio Po – Terre d’Acqua, la mostra “Pittura e Paesaggio tra Oglio e Po: arte, identità e territorio“, propone a Palazzo Ducale, fino al 30 giugno, una panoramica della produzione artistica e soprattutto della pittura di paesaggio che ha preso origine dal territorio mantovano tra Oglio e Po: un percorso che si snoda attraverso l’opera di 46 artisti e che copre il periodo tra metà Ottocento e la metà dei più recenti anni settanta.
Il racconto visivo della rassegna si svolge in oltre 200 opere, in cui le interpretazioni artistiche di uno specifico squarcio di paesaggio spiegano come l’incalzare delle diverse vicende estetiche riesca non solo ad influenzare lo sguardo degli uomini ma anche a “ricreare” la natura che tale sguardo percorre ed esprime: l’arte, in questo senso, è generatrice e nutrice della natura e l’artista è colui che può rappresentare nel tempo la medesima realtà con sensibilità diversa, facendo del paesaggio una realtà culturale, che certo non si identifica con il solo substrato materiale, geografico e ambientale. Gli artisti presenti in mostra sono tra i più significativi espressi dalla pittura mantovana tra l’Ottocento e il Novecento e consentono di seguire un lungo itinerario estetico, scandito in sei sezioni: «L’Ottocento», «Il fascino discreto del melodramma», «Dagli echi divisionisti ai Novecentismi», «Tra echi chiaristi e spartiti paesistici e malinconici», «Primitivismi, segni magici, surreali e astratti», «Tra echi naïf e folk art».
Denominatore comune, tematica ricorrente resta il paesaggio, in una particolare accezione di luogo di radici e di identità, che accomuna le interpretazioni di pittori che, nell’Ottocento, hanno modellato il mito di questi luoghi, innanzitutto, a partire dalle esperienze di Gerolamo Trenti (Pomponesco 1828 – 1898) e Giacomo Albè (Viadana 1829 – Milano 1893).
Il fascino discreto del melodramma viene analizzato attraverso le opere di Vittorio Rota (Pomponesco 1864 – Parma 1945), Giuseppe Malgarini (Viadana 1882 – 1913) e Giuseppe Pagano (Canneto sull’Oglio, 1951 – 1988). Parallelamente con Enrico Carlo Barbieri (Viadana 1868 – 1944) si procede dal verismo sociale fino a toccare immagini di paesaggio elaborate con soluzioni consone a varie suggestioni Novecentiste: ne sono testimoni pittori come Camillo Racchelli Sartori (Commessaggio, 1880 – 1949), Vando Tapparini (Dosolo 1908 – Casalmaggiore 2002), Aldo Marini (San Martino dall’Argine 1902 – 1967), Aldo Bottoli e vari altri.
Il mondo luminoso dei chiaristi ci conduce, successivamente, tra giovani outsider come Paride Falchi (Sabbioneta, 1908 – 1995), Goliardo Padova (Casalmaggiore, 1909 – Parma, 1979) e Giuseppe Giacomo Gardani (Rivarolo del Re, 1909 – Parma 18 febbraio 1999), tra giovani che, agli inizi degli anni Trenta, cominciano a elaborare opere diverse, spesso in contrasto con la retorica del «ritorno all’ordine». Infine si approda alle ricerche del dopoguerra fino a inoltrarsi tra artisti che trasformano radicalmente la rappresentazione del paesaggio: da Adone Asinari (Pomponesco 1910 – Milano 1984) a Giulio Salvadori (Acquanegra 1918 – 1999), da Riccardo Musoni (Acquanegra, 1922), a Mario Pecchioni (1922 – 2011), da Franco Somenzari (Viadana 1930 – 1968) e Max Kuatty (Canneto sull’Oglio 1930 – 2011) ad Alberto Rizzi (Dosolo, 1954 – Viadana 2003).
La mostra propone anche una serie di percorsi nel territorio, intitolati “A partire da un quadro…”. In alcuni itinerari si potrà così “vivere” l’esperienza estetica suggerita da alcuni tra i dipinti esposti nella rassegna, con un vero e proprio viaggio che farà approdare, con la guida del curatore della mostra o dei referenti della didattica, dalla rappresentazione pittorica alla percezione dal vero, alla scoperta concreta del territorio.