Novamont presenta il Mater-Bi di quarta generazione, per una bioeconomia “glocal”
Novamont ha presentato il primo prodotto della “IV generazione del Mater-Bi®”, la famiglia di bioplastiche biodegradabili e compostabili pensate per risolvere, a valle, problemi ambientali specifici diventando opportunità di ridisegno di sistema, a monte. Ovvero con l’intento di essere strumento di reindustrializzazione attraverso la realizzazione di bioraffinerie integrate nel territorio.
La nuova generazione di materiali, che integra le due tecnologie consolidate degli amidi complessati e dei poliesteri da oli con le due di recente generazione, si presta ad una vasta gamma di applicazioni – film flessibili e rigidi, coating, stampaggio, estrusione e termoformatura – ed è caratterizzata da un contenuto ancora più elevato di materie prime rinnovabili e da un livello di emissione di gas serra e di dipendenza da materie prime di origine fossile ulteriormente ridotto.
L’industrializzazione delle due nuove tecnologie, fortemente innovative, permetterà di produrre due monomeri da fonte rinnovabile: uno proveniente dalla filiera produttiva degli oli vegetali ottenuto attraverso una tecnologia, prima al mondo, che trasforma oli in acido azelaico e in altri acidi attraverso un processo chimico; l’altro proveniente da quella degli zuccheri trasformati tramite fermentazione a 1,4 BDO, una tecnologia licenziata da Genomatica per cui Novamont sta costruendo il primo impianto al mondo dedicato.
Già alla European Bioplastics Conference di Berlino del 2009 Novamont aveva presentato la roadmap delle future generazioni di prodotti a marchio Mater-Bi®: gli obiettivi allora fissati sono stati centrati e perseguiti grazie alla creazione di un sistema di alleanze, con investimenti dell’ordine di 300 milioni di euro, e stanno portando alla realizzazione di due impianti primi al mondo nel loro genere. Uno a Porto Torres nell’ambito di Matrìca, la joint venture paritetica fra Novamont ed Eni Versalis, per la produzione del monomero 1 (acido azelaico) a partire da olio vegetale oltre a un ampio raggio di chemicals. L’altro a Bottrighe, tramite la controllata Materbiotech, per la produzione di 1,4 Butandiolo (monomero 2).
“Con l’annuncio odierno oltre a riconfermare la nostra leadership nel campo delle tecnologie e dei prodotti a basso impatto ambientale tocchiamo un traguardo importantissimo nella strategia a lungo termine per lo sviluppo del modello Novamont di bioraffineria di terza generazione integrata nel territorio, basata su tecnologie proprietarie tra loro collegate e applicate a siti industriali in declino. In Europa, questi siti possono diventare elementi catalizzatori per la rinascita di quei territori che oggi sono in grave difficoltà, all’insegna di un modello di sviluppo territoriale con le radici in loco e con la testa nel mondo, che stimoli l’imprenditorialità di tutti ed educhi ad un efficiente uso delle risorse attraverso una vera e propria scuola su campo. Sono convinta che le bioraffinerie integrate che guardano a più prodotti ad alto valore aggiunto rappresentino un modo virtuoso di interpretare il concetto di bioeconomia e una vera e grande opportunità per il nostro Paese e per l’Europa”, ha dichiarato Catia Bastioli, Amministratore Delegato di Novamont.