Taglio (insufficiente) di CO2 e tante biciclette. Il Parlamento UE ripensa i trasporti
Il taglio alle emissioni di CO2 delle nuove auto proposto dal Parlamento Europeo mostra, ancora una volta come la politica UE sia tenuta sotto scacco da interessi contrastanti che obbligano i decisori a scegliere vie di mezzo che finiscono, inevitabilmente, per scontentare tutti.
Nel testo di legge approvato dalla Commissione Ambiente dell’Europarlamento, si fissano a 95 grammi per chilometro le emissioni di CO2 per le auto fino al 2020, come proposto dalla Commissione UE. Tuttavia, a partire dal 2025 si dovrà tagliare ancora, a 68-78 grammi, mentre possibilmente dal 2017 dovranno essere sostituiti gli attuali test con altri più realistici per verificare la performance ambientale di un’auto.
Il limite attuale di emissioni medie massime di CO2 è di 130 grammi per chilometro. A fianco di queste riduzioni gli Eurodeputati hanno però introdotto un sistema di “super crediti” per compensare la produzione di vetture inquinanti con quelle “pulite”. I super crediti ponderano in modo vantaggioso le auto “green” e, di fatto, permettono ai costruttori di raggiungere gli obiettivi fissati producendo meno auto “pulite”. Queste ultime, infatti, peseranno nella ‘bilancia’ dei costruttori l’equivalente di 3,5 vetture nel 2013, per scendere a 1,5 nel 2016 e a 1 dal 2024. Tuttavia sono stati fissati dei limiti a questo sistema. In primo luogo il divieto di trasferire i crediti inutilizzati dai costruttori da un anno all’altro. Oltre al tetto di 2,5 grammi per l’aumento degli obiettivi di emissione per ogni costruttore legati al sistema dei super crediti. Escluse dalle nuove norme, invece, le aziende che producono meno di mille vetture l’anno.
“Questi sono standard politici” sostiene l’ACEA, l’associazione dei produttori di auto europei. La quale aveva invitato l’Aula a basarsi invece, su prove scientifiche, giudicando un”segnale preoccupante per il futuro dell’industria in Europa”. “Purtroppo – continua Ivan Hodac, Segretario Generale ACEA - le vendite e i posti di lavoro nel settore sono in calo da oltre sei anni e il primo trimestre di quest’anno conferma l’andamento fortemente negativo. In questo difficile contesto economico, considerando che la pressione normativa in Europa è già di gran lunga superiore a quella a cui sono sottoposti i nostri principali concorrenti, l’esito del voto in Commissione è un segnale preoccupante per il futuro del settore in Europa“. Il principale timore di ACEA è il rischio di un aumento dei costi di produzione, che creerebbe uno svantaggio competitivo per il Continente europeo e metterebbe a repentaglio la capacità dell’industria di mantenere il suo vantaggio tecnologico e ambientale. ACEA sostiene anche che con questa decisione gli Eurodeputati hanno trascurato gli impegni assunti per il settore nel programma CARS 2020 che prevedeva una regolamentazione basata su valutazioni d’impatto dei provvedimenti.
Per Greenpeace, invece, se da un lato è positivo aver fissato un tetto per le emissioni per il 2025, questo è però ancora troppo alto per incentivare veramente gli investimenti nel settore dei biocarburanti i delle energie rinnovabili. Bocciato anche il sistema dei “super crediti”, considerata una trappola dei produttori auto in cui, puntano il dito gli ambientalisti, sono caduti gli eurodeputati. La prossima fase prevede ora l’apertura dei negoziati con il Consiglio per cercare di raggiungere un’intesa sulla proposta.
All’ordine del giorno del Parlamento Europeo non ci sono state però solo le automobili, ma anche le biciclette. Un gruppo di Eurodeputati ha, infatti, adottato la Visione dell’Associazione Europea dei Ciclisti che ha come punto cardine quello di raddoppiare il ciclismo sul territorio del Vecchio Continente entro il 2020. L’obiettivo è sulla buona strada per essere adottato come politica UE entro la fine dell’anno. Questa è la prima volta che la posizione dell’ECF viene formalmente adottata in un piano d’azione dell’UE ed è una tappa fondamentale che pone le basi per liberare miliardi di euro per il ciclismo nel prossimo bilancio UE. La proposta di includere un “obiettivo ciclismo” raddoppiato all’interno del Settimo programma di azione ambientale (2013 – 2020) è stato sostenuto dai maggiori blocchi politici dell’UE. Ciò significa che è probabile che tutto ciò si realizzi veramente.
Beatrice Credi