A casa di Bernard, estroso tedesco nelle grotte siciliane
Per la rubrica Impressioni di viaggio, pubblichiamo il terzo intervento del nostro contributor Francesco Tognola, 26 anni, partito a inizio aprile da San Vito Lo Capo, in provincia di Trapani, per un giro d’Italia decisamente inconsueto. Dopo aver vissuto a Milano e aver fatto lavori diversi – dal liutaio all’assistente in un centro di immersioni – pochi mesi fa Francesco è tornato in Sicilia per realizzare il suo sogno: un viaggio lungo la penisola a piedi, in parapendio o facendo l’autostop. Greenews.info racconterà, ogni settimana, le sue avventure.
Scordia (ai piedi della valle dell’Etna), 23 aprile
Il viaggio non fa mai doni gratuiti. Neanche il tempo di accorgerti del legame che hai appena creato con la terra, l’aria e la gente che vivi, che già vieni strappato via da qui e così il tuo pensiero ritorna in quell’unica direzione: proteso verso la strada aperta davanti a te. E questo ti succede dieci e venti volte, e continua a succedere. In ogni sguardo riconosci una partenza vicina, e lo sai, e ormai suona come una canzone interrotta.
Ma andiamo al viaggio: qualche giorno fa decido di andare nel ragusano e contatto tramite Couch Surfing un tale, tedesco di origine, che ospita viaggiatori. Lui arriva con una Diana rossa e bianca, si presenta e salgo sulla sua automobile. Andiamo verso casa, e la prima cosa che mi dice è di essere conosciuto in paese in due modi: “il tedesco che vive nelle grotte” e “quello con la Diana”. Arriviamo “a casa” e ci attendono 5 cagnolini, tra cui uno a cui mi affeziono subito, con gli occhi di colori diversi. Mi racconta che venticinque anni prima lui e sua moglie dovevano fare un viaggio nel nord dell’Italia, ma poi lei cambiò idea e decise di voler conoscere la Sicilia. La moglie però dopo averla visitata ritorna alla sua terra, lui no, perché si innamora talmente tanto di questa terra meravigliosa che decide di viverci. Si insedia nelle cave, dove ci sono le grotte. Col passare degli anni si inventa e crea un sistema idraulico, prende delle stufe, utilizza dei pannelli solari in 12 volt, da cui trae tutta l’energia che gli serve, toglie il motorino di un frigorifero da campeggio e costruisce una struttura di polistirolo, isolante riciclato, realizza l’impianto elettrico, e un bagno biologico con un bidone di plastica. A questo punto gli chiedo ogni quanto lo svuota, e lui mi risponde: “Ogni 15 anni”! Usa un sistema di filtri fatti con canne di bamboo e dentro al cesso c’è lo schema disegnato col funzionamento, tutto è fatto con materiale recuperato o regalato qua e là.
E’ ora di fare un giro della casa tra le stanze. Sono grotte, interamente arredate. Sulla porta principale una scritta “Casa di Bernard”, dove oltre a vivere tiene le batterie quando l’energia prodotta supera quella consumata. La cucina è all’aperto, gli chiedo se non ha freddo e mi ricorda che lui è tedesco e il clima siciliano lo grazia e che lui ama l’isola anche per questo. Da quando si è trasferito qui ha viaggiato molto. Gli chiedo dove vorrebbe andare e lui risponde che da qualche tempo uno dei suoi cani si è ammalato e non può lasciarlo solo, allora in questo momento permette al mondo di passare da casa sua, che è un po’ come viaggiare lo stesso. Ma mi confida che ha ancora un sogno da volere realizzare: girare l’Italia in Diana, un giorno!
Mentre il pane fatto in casa lievita noi usciamo con Cat Stevens che suona nello stereo della macchina. Mi porta in giro e mi fa vedere le sue sculture in paese, poi ci dirigiamo verso la punta estrema sud della Sicilia, Portopalo di Capo Passero, dove ammiriamo un bellissimo mare calmo. Qui la terra si assottiglia fino a scomparire sotto al mare, e riemergerà solamente molti chilometri a sud, ma allora sarà altro, sarà già Africa. Tornati a casa mi mostra la sua coltura di piante di bamboo, di oltre dieci tipi differenti, e la sua coltivazione di té. Prendiamo cinque rametti di peppermint freschi e ci facciamo un infuso: conoscevo solamente la varietà essiccata, ma farlo con le foglioline appena raccolte, giuro, è un’altra cosa!
Che uomo incredibile Bernard, simbolo di libertà, creatività, fantasia artistica, genialità, semplicità. Simbolo di tutte quelle scelte che non tutti e non sempre siamo pronti a fare, ma che molti di noi custodiscono nel profondo, che vorrebbero compiere ma che si perdono tra quel mare che sta sempre in mezzo “tra il dire e il fare”…e così non scelgono mai veramente.
A questo punto del mio viaggio mi viene in mente una frase : “E’ incredibile non avere limiti, scadenze, orari, imposizioni, potere scegliere, decidere…E’ incredibile rimanere TU da solo, con un unico compagno di viaggio: il ritmo cardiaco che con un battito continuo attende che arrivi un nuovo domani, una nuova storia da vivere, da raccontare“. Ora è il tempo di aspettare…e così aspetto che monti il vento da ovest.
Francesco Tognola