La caccia alle balene riaccende gli animi
Al largo della Commonwealth Bay, l’Ady Gil, il trimarano supertecnologico di 24 metri usato dagli ecologisti del Sea Shepherd per ostacolare la caccia alle balene, è stato speronato oggi da una nave giapponese, la Shonan Maru 2, inviata dalla prefettura di Okinawa in appoggio alla flotta baleniera.
L’Ady Gil batte bandiera “Jolly Roger” (una rivisitazione del vessillo nero dei pirati, con un bastone pastorale incrociato al tridente di nettuno e sovrastato dal teschio) ed è stata ufficialmente presentata il 17 ottobre scorso a Los Angeles per unirsi, subito dopo, all’altra unità del gruppo, la Steve Irwin, nella lotta contro la caccia che i giapponesi continuano a praticare - con il pretesto della ’ricerca scientifica’ - nonostante un trattato internazionale la vieti dal 1986.
Il trimarano, a quanto pare, è stato speronato di proposito quando era praticamente fermo, accusano i responsabili di Sea Shepherd, precisando che la nave giapponese, nell’abbordo, ha tranciato la prua dello scafo centrale dell’Ady Gil causando danni irreparabili. I sei uomini d’equipaggio (cinque neozelandesi e un olandese) sono stati tutti tratti in salvo senza aver riportato danni fisici, dalla stessa Shonan Maru 2, “ma ora il trimarano sta affondando”, aggiunge l’organizzazione ecologista.
“Siamo convinti che sia stato un atto deliberato. La nostra nave si era completamente fermata e loro l’hanno puntata e sono piombati su di essa”, ha detto Jeff Hansen, direttore per l’Australia del gruppo. L’Istituto Giapponese per la Ricerca sui Cetacei – sponsorizzato dal governo – difende le proprie baleniere accusando gli attivisti per le loro azioni di disturbo e dicendo che gli ecologisti stavano cercando di sabotare le loro navi mandando dei cavi nelle eliche: “L’estremismo di Sea Shepherd diviene sempre più violento i loro atti altro non sono che un comportamento criminale” ha ribattutto il portavoce dell’Istituto.
Il fatto che i giapponesi, nonostante le proteste internazionali, uccidano circa 1.200 balene tra dicembre e febbraio di ogni anno, per presunti scopi “scientifici”, da anni solleva le proteste delle associazioni per la difesa degli animali, che hanno, in più modi, tentato di fermare la caccia. Paul Watson, responsabile della campagna di Sea Shepherd per la difesa delle balene, ha ingaggiato dal 2007 una battaglia particolarmente serrata contro le baleniere, mentre nel 2008 Greenpeace ha deciso di cambiare strategia, abbandonando il tentativo di fermare le baleniere giapponesi a favore di un’attività più pacifica, per cambiare l’opinione pubblica dei giapponesi in merito alla necessità di una simile caccia.