“Territorio, paesaggio e agricoltura, la ripresa parte da qui”. Intervista mangereccia a David Riondino
Tra crostini ai broccoli e focacce baresi, zucchine alla poverella e il biscotto cegliese, in mezzo al cookin’dj set di Daniele De Michele, alias Donpasta, il toscano David Riondino, cantautore e comico, ha presentato lo scorso weekend, in occasione della BIT (la Borsa Internazionale del Turismo 2013), la serata pugliese organizzata nella “Chinatown” di Milano, in via Sarpi. Dove, tra temi spiritosi come la “poesia della parmigiana” e “l’elogio della frittura”, si fa strada una nuova idea del territorio.
D) Riondino, qual è il suo rapporto con il cibo e con la terra?
R) La Puglia è un esempio di quella che è la mia idea di territorialità e di identità culturale. Ha saputo superare un’idea folkloristica del turismo, quella di una cartolina da presentare in giro per il mondo. E sta investendo sull’agroalimentare e sulla terra. Ecco, il cibo per me ha quasi un significato filosofico, se lo leghiamo alla convivialità. Mangiare insieme non significa solo assumere del cibo, ma condividere un momento, scambiarsi emozioni, chiacchierare piacevolmente. Il pranzo e la cena, quindi, sono importanti occasioni per socializzare, per conoscersi meglio, per creare un legame. In fondo da tavola ci si alza sempre arricchiti. Di un’esperienza, di uno scambio culturale ed emozionale. Il semplice abbinamento cibo – sostentamento ha ben presto lasciato spazio a nuovi valori e significati che rientrano nella sfera sociale dell’essere umano. L’aspetto della convivialità legato al pasto, infatti, è antico quanto l’uomo. Chi decide di dividere la stessa tavola e di mangiare assieme, vuole rendere gli altri commensali partecipi di nuove esperienze, vuole dividere con loro il piacere della tavola, rafforzare un legame sociale, condividere momenti da ricordare. Il secondo concetto riconducibile al cibo riguarda l’identità culturale. Le diverse culture gastronomiche, infatti, contribuiscono a definire e ad identificare l’identità di un popolo e, di conseguenza, il suo stile di vita. Un terzo aspetto collegato direttamente al cibo riguarda la salute. Oggi non è sempre facile degustare prodotti sani e genuini, le sofisticazioni alimentari ci fanno stare in ansia, ma comincia a farsi strada una sensibilità sempre maggiore nei confronti della qualità del cibo che consumiamo e dell’importanza di acquistare prodotti alimentari naturali e garantiti.
D) Ci sono, oltre la Puglia, altre regioni italiane che le danno le stesse suggestioni?
R) La Toscana. La mia terra ha da sempre puntato molto sulla valorizzazione del territorio e il conseguente rispetto per l’ambiente. Fra monti e boschi suggestivi e magie lontane, questa è una terra che ha mantenuto il buongusto, la bellezza dei suoi luoghi.
D) “La bellezza salverà il mondo”, declamava L’Idiota di Dostoevskij. Pensa che nel nostro Paese si sia un po’ persa a vantaggio delle brutture dell’urbanizzazione?
R) Me lo chiedo spesso perché mi pare sia tra le parole che la modernità ha più svuotato di senso. Soprattutto legata al paesaggio. La salvaguardia del paesaggio è benessere individuale e sociale, nel senso che la salvaguardia del paesaggio non ha come scopo solo quello di preservare un’area, ma di garantire la sopravvivenza di un bene essenziale per il vivere civile di tutta la collettività. Quindi l’integrità del paesaggio è un diritto di tutti e la sua conservazione una responsabilità per ciascun individuo.
D) La cura del territorio può essere anche una ricetta contro la crisi?
R) Certo più agricoltura, valorizzazione del territorio, sviluppo dell’economia sostenibile, crescita del paese: è una delle ricette possibili. I danni al territorio hanno determinato l’occupazione di nuovi insediamenti urbanistici. Si perdono ettari di superficie agricola a causa dell’abbandono dell’attività agricola, e si guadagna l’avanzare della rendita speculativa, che aggredisce il territorio non appena viene meno il presidio della presenza agricola. Ma puntare sullo sviluppo e il dinamismo dell’agricoltura vuole dire creare indotto e vitalità in alcune zone delle regioni italiane che stanno vivendo la crisi dell’industria.
D) Pensa che in questa campagna elettorale, ormai alla fine, il tema “ambiente” sia stato preso sufficientemente in considerazione all’interno dei programmi politici?
R) Assolutamente no. Questa è una campagna elettorale dove la crisi ha conquistato il monopolio. Tutto è legato alla sfera economica, senza pensare che l’ambiente può venire in aiuto contro la crisi. Si gioca tutto sulle tasse e i patrimoni. L’ambiente ha un ruolo “di contorno”, è emarginato dal vero dibattito politico, ma in questo Paese non è una novità, purtroppo.
Francesca Fradelloni